Raccogliere e rendere disponibili materiali sulla nascita e sulla storia dell’obiezione di coscienza al servizio militare significa compiere il passaggio tra una memoria individuale e una storia collettiva: del resto quella scelta di coscienza è sempre stata profondamente politica. Una storia che continua a parlare a un mondo devastato da guerre note e non. E che dimostra come piccoli gruppi di persone possano produrre cambiamenti inaspettati e importanti

Oltre sessanta giovani in Servizio Civile nei progetti promossi e coordinati da CESC Project e Caritas di Roma si sono incontrati mercoledì 13 dicembre all’approssimarsi della cinquantunesima ricorrenza dell’approvazione della prima legge in Italia sull’Obiezione di coscienza al servizio militare. Nell’incontro è stato presentato ufficialmente l’archivio digitale www.obiezionedicoscienza.org, un’iniziativa nata per valorizzare la conoscenza di quanto gli obiettori di coscienza e le operatrici e gli operatori del servizio civile, nel mezzo delle tragedie causate dalle guerre, dal fascismo e dal terrorismo, hanno realizzato ed elaborato per favorire lo sviluppo della mobilitazione popolare e dei cittadini con metodi democratici e nonviolenti.
L’attuale archivio www.obiezionedicoscienza.org ha preso forma grazie alla paziente opera di raccolta, catalogazione, scansione e messa in rete di parte del materiale ancora oggi presente operata da Claudio Pozzi, che nel 1972, pochi mesi prima della promulgazione della Legge 772/72, si rifiutò di svolgere il servizio militare per ideali umani, politici e religiosi e fu detenuto nel carcere di Gaeta (Latina) per cinque mesi e dieci giorni, e dall’archivio del C.E.S.C., primo coordinamento di Enti del Servizio Civile negli anni Ottanta.
Il blog nel quale era confluita quella documentazione è stato completamente rivisto e adattato per renderlo fruibile e consultabile non solo per proteggere una storia della società civile importante ma soprattutto per coloro che vogliono continuare a dare attuazione alle scelte di impegno di costruzione di una società solidale e nonviolenta.
Lo spirito che ha caratterizzato l’evento è quello che distingue il portale: costruire un ponte tra generazioni, che possano confrontarsi per attualizzare e vivificare nelle storie dell’oggi l’impegno di persone come lo stesso Claudio Pozzi o Mario Pizzola, che hanno testimoniato ai giovani Operatori Volontari in Servizio Civile la propria storia, dopo aver ascoltato le risonanze degli stessi giovani rispetto alle esperienze che stanno vivendo in questi mesi nei diversi progetti in cui sono coinvolti. Spirito descritto con efficace puntualità dallo storico Marco Labbate nel suo intervento, in cui ha ricordato come raccogliere e rendere disponibili questi materiali significa compiere il passaggio tra la memoria individuale, destinata inevitabilmente a disperdersi, e la storia collettiva, passaggio che consente a una scelta di coscienza di diventare una scelta politica, un modo per trasformare la società in cui viviamo.
Gli obiettori di coscienza che hanno permesso si arrivasse alla Legge 772/72 erano pochi: solo 746 persone in ventiquattro anni. Eppure la loro testimonianza forte e il risultato ottenuto sono un segno forte e chiaro di come piccoli gruppi di persone possano produrre cambiamenti inaspettati e importanti.
Di certo, in questo tempo segnato da guerre e militarismo, l’esperienza del Servizio Civile che i giovani stanno vivendo può far maturare nel tempo la consapevolezza del ruolo che siamo chiamati a costruire ogni giorno nelle strade dell’impegno nonviolento.
Buon Natale agli ultimi,
ai dimenticati, a chi ha lottato per tutta la vita contro la sorte ed oggi lotta contro l’indifferenza.
A chi ha perso il treno giusto e la vita non gli ha concesso una seconda possibilità.
A chi non ha nessun posto dove andare, nessuno da abbracciare e nessuno con cui parlare.
A chi chiude la porta al mondo e in silenzio piange la sua solitudine, sperando solo che questo Natale passi in fretta.
Perché vedere gli altri felici fa male, quando sai che anche tu meriteresti un briciolo di felicità.
Buon Natale a chi si ricorderà di queste persone, e con un gesto, una parola, un abbraccio o un invito a sorpresa accenderà la luce nei loro occhi.
Buon Natale a chi crede alla famiglia e, se ci crede, ha il dovere di pensare anche a chi non ha famiglia.
Antonio Curnetta
https://www.nogeoingegneria.com/news/il-natale-e-la-nascita-di-un-ragazzo-ebreo-palestinese/
Bisogna sempre ricordarselo, invece di pensare al superfluo come regali e pandori, mentre si cerca di espellere i poveri sporchi immigrati.