Stefano Cucchi, Francesco Mastrogiovanni, Federico Aldrovandi, Giuseppe Uva, Aldo Bianzino… Un lungo elenco di persone morte nelle mani dello stato. Un elenco lungo ma persino incompleto, venuto alla luce grazie alla tenacia e al coraggio delle loro famiglie. Se ne parla con Carlo Bonini (giornalista de ‘la Repubblica’ e autore del libro ‘il corpo del reato’), Ilaria Cucchi (sorella di Stefano), Fabio Anselmo (avvocato della famiglia Cucchi), Grazia Serra (nipote di Francesco Mastrogiovanni) e Riccardo Noury (portavoce di Amnesty International), in un incontro a Casetta Rossa (via G.B. Magnaghi 18, Roma), venerdì 24 marzo alle 18,30 (modera Gianluca Peciola).
Un incontro per tenere viva la memoria, perché tutti possano avere verità e giustizia e perché ciò che è già successo non accada mai più.
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“Un drogato di merda. Un diverso. Un Corpo a perdere. Uno di quelli di cui si dice, nel gergo di certi sbirri, che abbiano il nome all’anagrafe scritto a matita. Perché cancellarlo è un attimo. E nessuno verrà a reclamare”. La morte di Stefano Cucchi è uno di quei fatti di cronaca che segnano una generazione e un pezzo di storia italiana. Perché vicenda simbolo, carica di significati pesantissimi: la violenza del Potere, la fragilità dello Stato di diritto, l’incapacità dello Stato italiano di fare i conti con le responsabilità dei suoi servitori, il pericolo che corre un ragazzo che finisce nelle mani di uomini che indossano la divisa di chi garantisce la nostra sicurezza o il camice bianco di chi tutela la nostra salute.
Carlo Bonini, firma di “Repubblica” e autore di Acab e Suburra (insieme a Giancarlo De Cataldo), per sette anni ha seguito da vicino il caso Cucchi – attraverso la lettura di decine di migliaia di pagine di atti giudiziari, i colloqui con i familiari, lo studio delle perizie e controperizie medico-legali sulle cause della morte – e in questo libro, che è una vera e propria inchiesta civile raccontata con gli strumenti della narrazione più incalzante, mette al centro il testimone primo e ultimo della verità su quanto accaduto: il Corpo del Reato.’
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