Perché questo video in pochi giorni, soltanto su facebook, è stato visto da oltre 325.000 persone?
Perché racconta di una resistenza, quella in difesa degli ulivi colpiti da disseccamento in Puglia, al tempo stesso fragile, frammentata ma anche ostinata e diffusa.
Perché dimostra che è possibile fermare le ruspe.
Perché, dopo la prima domenica di disobbedienza in ottobre (quando sono state piantati centinaia di ulivi), i blocchi stradali di protesta, i pic-nic festosi e i continui incontri nei territori (a cominciare da quelli promossi da Spazi popolari) per informare i cittadini su quello che sta accadendo e sulle cure naturali alternative (come autoprodurre biofertilizzanti), rende visibile un altro modo per tenere insieme il grido contro e il ribellarsi facendo.
Perché il video rompe, a modo suo, il silenzio con cui il potere ha scelto nelle ultime settimane di trattare la vicenda ulivi.
Perché resta forte il bisogno di rifiutare le ragioni di chi considera la terra un merce, per costruire invece, qui e ora, una consapevolezza ecologica su come abitare il mondo..
GUARDA IL VIDEO DIFFUSO DA STEF ABRIL
4 novembre, Torchiarolo (Brindisi): fermate le ruspe per difendere 700 ulivi. Intanto, il 9 novembre a Oria, nel più assordante silenzio dei “grandi” media sono stati distrutti 200 ulivi, tra cui diversi alberi secolari (foto in basso).
[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=RNyuVcayrbU[/youtube]
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redazione di Comune dice
IL GRIDO DI TORCHIAROLO
Giornata di disobbedienza civile a Torchiarolo, in provincia di Brindisi, contro l’abbattimento degli ulivi colpiti da dissecamento: dall’alba di oggi, secondo trnews.it, sono stati bloccati tutti gli accessi del paese in segno di protesta e gli esercizi commerciali sono rimasti chiusi.
In tarda mattinata è previsto anche un corteo con contadini, cittadini e trattori verso il municipio. Nei prossimi giorni, sono previsti nuovi tagli di piante mentre il 18 novembre il Tar Lazio deciderà sulla sospensiva al momento concessa solo sugli alberi sani.
Tina Minerva dice
L’uomo della foto si chiama Gino. Quando in aprile arrivarono le notifiche di abbattimento a Veglie (Lecce) lui era in campagna dall’alba. E rimase a vegliare sul suo campo fino all’imbrunire anche nei giorni a venire.
Capita spesso che diversi piccoli proprietari rimandino la sorveglianaza delle proprie campagne ad altri. Lui no, perchè ha faticato tanto per piantare i suoi alberi, per irrigarli, coltivare sotto di essi. E noi eravamo con lui, nella sua campagna lontana dal presidio la Duchessa e lui imbracciava le sue stampelle, “anche se sono poco agile, ho ancora i riflessi pronti” ripeteva. E noi ragazzi eravamo la sua agilità ritrovata. Uomini e donne senza distinzioni di età pronti a difendere il territorio per il futuro di tutti.