di Noam Chomsky
Alle tre del mattino, ora di Gaza, nel mezzo del più recente esercizio di ferocia da parte di Israele, ho ricevuto una telefonata da un giovane giornalista palestinese di Gaza. Sullo sfondo potevo sentir piangere suo figlio nato da poco, in mezzo al rumore delle esplosioni e dei caccia che prendono di mira qualsiasi civile si muova, e anche le case. Aveva appena visto saltare in aria un suo amico in un’auto chiaramente contrassegnata “stampa”. E aveva udito urla dalla casa accanto dopo un’esplosione ma non poteva uscire altrimenti sarebbe diventato un probabile bersaglio.
Il suo è un quartiere tranquillo, non ci sono obiettivi militari, salvo palestinesi che sono caccia libera per la macchina militare israeliana ad alta tecnologia fornita dagli Stati uniti. Ha detto che è stato distrutto il 70 per cento delle ambulanze e che a quel punto gli uccisi erano più di settanta e dei trecento feriti, o giù di lì, i due terzi erano donne e bambini. Sono stati colpiti pochi attivisti di Hamas o loro siti di lancio dei missili. Soltanto le solite vittime.
E’ importante capire come si vive a Gaza quando il comportamento di Israele è “moderato”, nel mezzo di crisi regolarmente fabbricate come questa. Un quadro affidabile è offerto da un rapporto all’Unrwa (United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East) di Mads Gilbert, il coraggioso ed esperto medico norvegese che ha lavorato estesamente a Gaza, anche durante l’intera operazione malvagia e assassina Piombo Fuso. Limitandoci soltanto ai bambini, Gilbert riferisce: “I bambini palestinesi di Gaza soffrono immensamente. Una vasta percentuale è affetta da un regime di malnutrizione prodotto dall’uomo, causato dal blocco imposto dagli israeliani. La diffusione dell’anemia nei bambini sotto i due anni a Gaza è al 72,8 per cento, mentre la diffusione del deperimento, di problemi di sviluppo e del peso inferiore alla norma è, rispettivamente del 34,3 per cento, 31,4 per cento e 31,5 per cento”. E si va di male in peggio con il procedere del rapporto.
Quando Israele “si comporta bene”, ogni settimana sono uccisi due bambini palestinesi, uno schema che va avanti da più di quattordici anni. La causa sottostante è la criminale occupazione e i programmi di riduzione della vita palestinese alla mera sopravvivenza a Gaza, mentre i palestinesi sono confinati in angoli invivibili della West Bank e Israele si prende quel che vuole, il tutto in grossolana violazione della legge internazionale e di esplicite risoluzioni del Consiglio di Sicurezza, per non parlare di una minima decenza. E continuerà fino a quando è appoggiato da Washington e tollerato dall’Europa, a nostra sempiterna vergogna.
Fonte: zcomm.org (traduzione di Giuseppe Volpe per Z Net Italy, licenza Creative Commons 3.0)
DA LEGGERE
La disumanità del nemico è indispensabile a uno Stato “ebraico”
Come sono buoni i militari dello Stato d’Israele: prima di abbattere la tua casa, di massacrare i tuoi bambini e di fare terra bruciata del posto in cui vivi ti avvertono con dei volantini scritti in arabo (già, sono sensibili all’intercultura). Quante lacrime dovranno versare ancora i bambini palestinesi prima di ritrovare la loro infanzia rubata?
Obama: Israele minimizza le vittime civili
Il bilancio ufficiale del ministero della salute di Gaza è di 274 vittime palestinesi. In una telefonata con il premier israeliano Netanyahu, il presidente americano Obama ha riaffermato il diritto di Israele a difendersi e si è detto “fiducioso che Israele continui ad agire in modo da minimizzare il numero delle vittime civili”.
– See more at: http://nena-news.it/gaza-diretta-ieri-israele-ha-iniziato-loffensiva-via-terra-undicesimo-giorno-di-combattimenti/#sthash.BNM6V7Lh.dpuf