
I territori si organizzano, le persone prendono coscienza, lo fanno con attenzione, studio, anche con disciplina. Succede a Roma e Milano, Napoli e Palermo. Negli anni ho visto movimenti autorganizzati fare battaglie importanti che nascevano attorno a un sito scelto per farci una discarica a Chiaiano, un inceneritore a Albano, una centrale turbogas a Aprilia, una base militare americana a Vicenza. E tanti altri.
Tutte queste lotte sono state criminalizzate. Sempre. Le guardie sono arrivate quando c’erano cortei con persone giunte da mezza Europa, ma anche quando c’era un presidio con tre compagni che dormivano in sacco a pelo dentro una tendina.
A ottobre quando i manifestanti hanno assaltato la Cgil mi ha scritto un compagno: “I fasci hanno provato a entrare alla Cgil, la polizia li sta trattando in guanti di velluto. Se eravamo noi in piazza facevano la macelleria…”.
Da una parte si lasciano le piazze a chi porta avanti una battaglia vaga, che mescola un individualismo piccolo borghese a un totale analfabetismo rispetto alle battaglie politiche che attraversano da anni il nostro paese. Piazze completamente gestite dalla destra. Quella dei partiti che ammiccano dalla rete e dalla televisione col supporto concreto di quella dal manganello facile che va a sporcarsi le mani e la fedina penale.
Poi a un certo punto si spara nel mucchio, si vietano i cortei. Tutti. Quelli dei qualunquisti allo sbaraglio, ma anche quelli che da vent’anni fanno battaglie serie. Con la scusa di arginare i primi, si colpiscono gli altri.
La naturale cornice di questa strategia è la contestualizzazione in un panorama criminale. Dunque i No Tav sarebbero “quanto resta del terrorismo italiano degli anni Settanta”.
Un milione di volte è successo. E per l’ennesima volta ci troviamo a dover smascherare questa tattica mistificatoria.
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Quasi daccordo Ascanio, sempre puingente e preciso, ma i qualunquisti non te li perdono, perchè questo è il risultato dell’aver lasciato solo chi dissente su una cosa preziosa come la cura e l’uso del proprio corpo! La sinistra istituzionale ha abbandonato le battaglie che escono dal recinto di legge e ordine, lo stato è diventato un feticcio e cui inchinarsi anche quando è governato da questa gente, fai accordi con i fascisti nel palazzo, e poi te la prendi con la gente che protesta perchè l’unica sponda che trova, e bella equivoca e pericolosa, la trova con questi che fino a ieri consideravamo impresentabili, e lo sono ancora, ma mascherati molto bene e infiltrati dentro le difficoltà e il dolore delle persone. Così le lotte si rimescolano e ne esce un magma poco comprensibile e uno scontro tra persone che difficilmente sarà sanato, e così avanza la repressione, con la scusa della protezione impresentabile e imprescindibile. Sono addolorata e preoccupata da questa deriva, vorrei che fossimo almeno tutte e tutti più critici, meno inchinati al potere costituito, e vorrei che alzassimo il velo della pandemia e della protezione per vedere i meccanismi che muovono questa cosa a livello mondiale. La repressione delle minoranze , la violenza con i diversi è estremamente pericolosa ed apre falle che sarà difficile riparare, mentre il disastro avanza.
Mi permetto di mettere il link al mio post sul blog, per non farla troppo lunga qui…
https://ragionandoci.wordpress.com/2021/11/12/mi-fido-non-mi-fido-potremmo/
Nicoletta, la cosa peggiore non sono i qualunquisti allo sbaraglio, ma che “la scusa per arginarli” sembrerebbe una buona motivazione, se non che poi si attaccano anche i movimenti SERI..
Celestini decide chi ha il diritto di dissentire, e chi no. E chi manifesta per una questione relativa alla sua salute (o Celestini fa ancora finta di credere che sia un fatto di salute pubblica, visto che il cosiddetto vaccino non vaccina, e non evita i contagi nè blocca l’epidemia), non ha diritto.