In Italia il sistema di accoglienza non funziona. Non da ora, da sempre. Non lo hanno indovinato né i governi di centrosinistra né quelli di destra né “i tecnici”. Tutti ugualmente succubi di una logica emergenziale.
Mercoledì 15 dicembre ho assistito all’evento conclusivo del progetto FAMI “Dalle Esperienze al Modello: l’accoglienza in famiglia come percorso di integrazione”, promosso da Refugees Welcome Italia. Un progetto che si incastra proprio in questo tipo di scenario, cercando di ribaltare quella logica, costruendo un sistema di accoglienza pubblico attraverso una coraggiosa innovazione politica che sappia parlare di convivenza e di interculturalità.
Numeri e qualità che fanno la differenza quelli restituiti: dal 2019 sono state accolte 113 persone, il 90 per cento delle rifugiate e dei rifugiati accolti – in tre anni di progetto – hanno raggiunto piena autonomia, 754 famiglie sono pronte a diventare affidatarie aprendo le porte delle proprie case, 140 sono le persone formate dall’associazione, operatori, operatrici, attiviste e attivisti. L’accoglienza in famiglia diventa allora modello innovativo, nuova frontiera di un welfare territoriale capace di rendere protagonista allo stesso tempo chi accoglie ma, soprattutto, chi viene accolto. È a questo allora che dobbiamo puntare, istituzioni, enti locali, associazioni: un nuovo modo di immaginare politiche per arrivare a una vera interazione tra persone rifugiate e società civile. Oltre l’integrazione. Oltre l’emergenza.
[Marta Bonafoni, consigliera Regione Lazio]
Sono dunque 113 le convivenze attivate a partire dal 2019 grazie al lavoro di Refugees Welcome Italia, associazione che promuove l’accoglienza dei rifugiati in famiglia, coinvolgendo in modo attivo cittadini e cittadine appositamente formati. Quello di Refugees Welcome Italia è un percorso sperimentato insieme ai comuni di Roma, Palermo, Bari, Ravenna e Macerata e all’Università romana di Tor Vergata. La forte relazione con le amministrazioni locali ha trovato l’approdo nell’Albo delle Famiglie Accoglienti, promosso dai comuni di Ravenna e Bari e approvato anche dal Comune di Roma in una memoria di giunta.
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