di Gabriele Mandolesi
L’aumento della povertà in Italia e in Europa sta raggiungendo livelli non accettabili per la dignità dei cittadini, e in questo contesto di continua emergenza si crea lo spazio per accettare qualunque compromesso, T-tip compreso. C’è una parola che in Italia è ancora tabù: povertà. Forse facciamo fatica ad accettare che, dentro i confini italiani, possa essere presente questa piaga che nel nostro immaginario ha riguardato sempre e solo gli altri, Africa, Asia, Sud America, ma noi no, noi siamo l’Occidente, siamo nel G8, siamo tra le nazioni “sviluppate”, la povertà non ci riguarda. Noi siamo il bel paese.
Eppure i dati sono chiari, e sono messi in fila nel dossier prodotto dalla Campagna Miseria Ladra promossa da Libera: “I numeri più asettici del rapporto Istat 2013 ci informano come anche quest’anno rispetto all’anno precedente la situazione sia nettamente peggiorata. Se nel 2012, 9 milioni e 563mila persone pari al 15,8% della popolazione erano in condizione di povertà relativa, con una disponibilità di 506 euro mensili (erano 8,173 milioni nel 2011 pari al 13,8% della popolazione), il rapporto Istat 2013 denuncia come siano oggi 10 milioni e 48 mila. In condizione di povertà assoluta nel 2012 si trovavano invece 4 milioni 814mila persone, pari al 7,9% della popolazione italiana (nel 2011 erano 3,415 milioni pari al 5,2% della popolazione). Il rapporto 2013 denuncia purtroppo come oggi siano oltre 6 milioni e 20 mila le persone in povertà assoluta, cioè impossibilitata ad accedere a quei beni e servizi che assicurano un minimo di dignità umana”.
Numeri che arrivano come un pugno nello stomaco, e aspettiamo con preoccupazione quelli 2014. Se allarghiamo l’orizzonte all’Europa, la situazione è sconfortante: ” In tutta Europa infatti gli effetti della crisi e le risposte sbagliate messe in campo hanno provocato un aumento della povertà che oggi investe 126 milioni di europei, circa il 25%. La Croce Rossa Internazionale denuncia allo stesso tempo come anche la povertà assoluta sia in forte aumento, arrivando a colpire ben 43 milioni di cittadini europei. Siamo quindi dinanzi ad una crisi che è conseguenza diretta ed indiretta dell’aumento delle diseguaglianze. Sulla base dei dati in continuo e costante peggioramento, possiamo affermare come le risposte messe sin qui in campo si siano dimostrate inadeguate o addirittura controproducenti”.
Arriviamo allora a parlare di queste risposte messe in campo sinora: austerità, che si è rivelata uno “Tsunami Sociale” (così definito dall’europarlamentare Cercas) e continue azioni in nome dello stato di emergenza. Ma proprio questo ci preoccupa molto, moltissimo. Sono anni oramai che il messaggio è questo: la situazione è talmente tragica che dobbiamo accettare misure dure pur di ripartire. E allora via, con l’austerity perchè il debito deve essere sostenibile, via con la riduzione dei salari e delle tutele sul lavoro perchè altrimenti le nostre imprese non sono competitive, via il diritto di votare un parlamento perchè se si va alle urne la crisi peggiora, vai con i tagli lineari ai servizi essenziali, perchè sennò non siamo credibili per i mercati finanziari.
In questo contesto ecco allora che arriva l’accordo Usa/Ue sul commercio T-tip. Durante un recente convegno Emma Mercegaglia lo ha detto in modo chiaro: considerata la crisi, la stagnazione dell’economia reale e la disoccupazione, il T-tip porterebbe effetti positivi. Poco importa se rinunceremo alla nostra sovranità, se perderemo il diritto di autodeterminarci rendendo gli interessi delle multinazionali più importanti di quelli dei cittadini. Siamo disperati e poveri, dobbiamo accettare di tutto pur di uscire da questa situazione, come una persona indebitata che per disperazione accetta i tassi usurai dei cravattari.
Di povertà e T-tip si parlerà giovedì 18 dicembre a Roma, in vicolo del Grottino 3B alle 18,30 in un incontro organizzato da Econo)mia:)Felicità e Next Nuova Economia x Tutti. Ospiti Giuseppe de Marzo della campagna Miseria Ladra (su povertà in Italia) e Monica di Sisto di Fairwatch/Comune-info, che ci racconterà a che punto siamo con i negoziati e i rischi legati al T-tip.
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