Il comune di Matera fa parte della Rete dei Comuni Solidali (Recosol) e, come noto, sarà capitale europea della cultura nel 2019. Recosol, in accordo con gli amministratori locali, vuole far diventare la città di Matera anche capitale della solidarietà.
Con trecento Comuni aderenti in tutta Italia, la Rete dei Comuni Solidali da dodici anni reinventa il significato di cooperazione decentrata e promuove progetti in alcune comunità impoverite del sud del mondo. Negli ultimi anni Recosol ha anche avviato progetti di accoglienza per richiedenti asilo e profughi.
In un periodo così difficile per l’universo dei migranti e dei richiedenti, un vero passaggio epocale, un numero importante di amministratori locali, associazioni e cittadini non rinuncia a fare rete, a confrontarsi sulla gestione dell’accoglienza. Venerdi 9 e sabato 10 ottobre a Matera si svolge un incontro fra amministratori e operatori sociali sui temi della solidarietà e sui progetti di accoglienza, in collaborazione con lo Sprar (Sistema richiedenti asilo) e con la partecipazione dell’Asgi (Associazione studi giuridici sull’immigrazione), di Libera Basilicata, di numerosi sindaci, amministratori e associazioni (hanno aderito anche l’Osservatorio Migranti Basilicata, la rete dei Comuni virtuosi e l’associazione Avviso pubblico). Un momento che mette a confronto le diverse esperienze fra chi deve amministrare la cosa pubblica e rispondere ai cittadini provati dalla recessione e gli operatori che gestiscono i progetti per i richiedenti asilo.
Nonostante la pesante campagna in atto – richiedenti asilo presentati come “invasori” e beneficiari di privilegi in contrapposizione con i cittadini italiani in difficoltà -, l’Italia continua a vivere un vero miracolo ed essere promotore di un civile rapporto di convivenza. Città e paesi restano tutto sommato territori tranquilli grazie agli sforzi e alla messa in atto di buone pratiche sociali (poco visibili) di tanti operatori, volontari e amministratori di Comuni, costruttori di un Paese sempre più multietnico e interculturale. Ovunque amministratori e operatori, malgrado si trovino spesso in totale solitudine, sono capaci di inventare strumenti non solo lavorativi, ma veri percorsi culturali di mediazione in un clima sempre più difficile. Sono loro il primo argine al diffondersi del razzismo. Esistono insomma numerosi presidi “umani” (“restiamo umani”), cioè progetti di accoglienza in grado di coinvolgere territori, scuole, associazioni, nuclei famigliari per favorire la conoscenza di richiedenti asilo e migranti e di governare così un processo di cambiamenti epocali inarrestabili.
L’incontro di Matera è l’occasione per avere un confronto costruttivo tra amministratori e operatori sociali, per analizzare le difficoltà di chi amministra un territorio coinvolto nei progetti di accoglienza, per permettere uno scambio di valutazioni e per trovare soluzioni fra chi gestisce la cosa pubblica, chi deve rispondere ai cittadini disorientati e sempre più in difficoltà per la grave crisi, e chi opera ogni giorno con i richiedenti asilo.
Quello a Matera è dunque un incontro e un’occasione di formazione per tutti gli operatori, ma anche un momento per dare visibilità a una narrazione diversa su questi temi e per accompagnare la rete solidale concreta e attiva che esiste in tutte le regioni. Sì, esiste una dimensione fatta di fatica e impegno, molto diversa da quella raccontata dai “grandi” media in seguito agli scandali romani di Mafia capitale.
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