di Luciana Bertinato*
Una buona scuola già esiste
Si è da poco concluso il IV convegno nazionale della rete di cooperazione educativa “C’è speranza se accade @” (qui la pagina facebook) ed è ancora vivo l’entusiasmo in chi ha partecipato a questo appuntamento ricco di proposte, suggestioni e passioni. Ci ha accolto la terra di Zavalloni (leggi La gioia di educare. Il maestro Zavalloni), là dove le sue tracce sono tangibili ed evidenti anche solo a posare sguardi e piedi; abbiamo ricordato Gianfranco in una serata indimenticabile gustando con lentezza le sue parole, i ricordi di Stefania e degli amici accompagnati da musica, castagne e vino.
“Lo spazio dell’educazione” ha visto la presenza di numerosi insegnanti e genitori che da tutte le parti d’Italia, il 18 e 19 ottobre, si sono riuniti a Santarcangelo di Romagna e San Mauro Pascoli per condividere pratiche educative di una buona scuola che esiste già! La nostra apertura è stata dedicata a due grandi maestri: don Lorenzo Milani (con la presentazione della graphic novel Bestie uomini e Dio, edita da Becco Giallo editore) e, naturalmente, Mario Lodi che considerava lo spazio dell’educazione coincidente con il mondo intero.
Il cerchio di donne e uomini formatosi sul prato della scuola “Montessori” che ci ha ospitati, a conclusione di due giorni d’intenso lavoro coordinato da Carlo Ridolfi, ha racchiuso idealmente una molteplicità di esperienze: i luoghi degli invisibili nei primi mille giorni presentati dal “Melograno” e quelli dei bambini nelle carceri con Lia Sacerdote, la straordinaria scuola ecosostenibile del sud di Maria De Biase, la scoperta degli spazi di mezzo insieme a Paolo Moscogiuri, la riscrittura di una città accogliente con Michele D’Ignazio e la Casa-officina di Palermo, le creazioni riciclate a salvaguardia dell’ambiente con Massimo Ivaldo, i giochi autunnali di terra di Paola Tonelli, il vertiginoso valzer del giocattolaio Roberto Papetti, l’uscita alla scoperta dei sentieri perduti dell’Appennino in compagnia di Carla Iacono Isidoro e… molte altre ancora raccontate da Radio Magica.
Insieme abbiamo ragionato di stanze perché l’educazione non ha spazio solo a scuola, di aule progettando come potrebbero essere, di piazze intese come luoghi di incontro e di affermazione di punti di vista, di orti e giardini da far fiorire e, infine, delle nostre città così carenti di spazi della cooperazione.
Cartoline per la pace
Tra le mille iniziative nate attraverso gli scambi della rete, l’estate scorsa ho preso spunto dal lavoro di Emanuela Bussolati, autrice di libri che ha avuto la possibilità di lavorare per un breve periodo in Palestina con i bambini beduini, poiché desideravo proporre alla classe una riflessione sul difficile tema dei conflitti. Insieme ad altri illustratori Emanuela aveva realizzato una serie di cartoline di pace, tra cui una raffigurante una bambina dai capelli verdi costellati di giochi e sogni.
A scuola abbiamo osservato il suo disegno, letto alcune notizie sui giornali, cercato sul mappamondo i Paesi dove vi sono guerre in atto, conversato a lungo. Quindi ho proposto ai bambini di scrivere e illustrare una cartolina, da inviare a coetanei vittime della guerra dell’agosto scorso che ha distrutto numerose scuole nella striscia di Gaza.
I pensieri di conforto sono scaturiti spontanei: “Abbi fiducia in te stesso. Costruisci la pace” (Cesare). “Finiamola con le guerre, chiediamo insieme un mondo migliore” (Nicole), “Com’è bella la pace!” (Zeno), “Fidati di te e non avere paura” (Giacomo), “Con questo disegno ti auguro pace e amore” (Benedetta), “Non rattristarti, c’è ancora una speranza. Ti voglio bene” (Riccardo), “Mi chiamo Caterina, anche se non vi conosco, per me siete amici” (Caterina), “ Io ti auguro una buona vita” (Federica).
La mia scuola ha fatto propria l’iniziativa preparando un lungo striscione con la parola “Pace” scritta nelle lingue del mondo parlate dagli alunni (è la prima immagine che vedete in alto); purtroppo non senza difficoltà perché non tutti sono pronti ad avere coraggio di dare spazio alla pace, confrontarsi, dire quello che si pensa.
La speranza era che le nostre cartoline, inviate il primo giorno di scuola ad alcune Ong impegnate nei territori di guerra in Palestina, Ucraina, Afghanistan, Iran, Iraq, Libia, Siria, Sud Sudan, Nigeria, Somalia, Pakistan… giungessero a destinazione! I pensieri delle Coccinelle erano partiti in aereo insieme a Barbara Archetti, volontaria dell’associazione “Vento di Terra” , con destinazione i bambini e le maestre di una scuola di Gaza, rasa al suolo dai bombardamenti, che era stata un gioiello di architettura consapevole e rispettosa del territorio, fulcro di una intera comunità: il centro per l’infanzia “La terra dei bambini”, punto di riferimento per l’intero villaggio.
La pace è una festa di felicità
Sapevamo che non sarebbe stato facile superare posti di blocco e perquisizioni, perciò immensa è stata la nostra gioia quando alcuni giorni, fa attraverso Fb, ci sono giunti da Barbara i seguenti messaggi accompagnati da due foto: “I vostri lavori sono arrivati a destinazione! Consegnati ieri con grande emozione alle maestre… abbiamo letto e tradotto ogni singola parola, le maestre si sono soffermate ammirate su ogni singolo disegno… ora stiamo preparando da qui una sorpresa per voi!”. “Oggi le maestre hanno mostrato le cartoline ai bambini! Cosa vedi nel disegno? Un albero, un sole, una bambina che gioca…. tante tante riflessioni (soprattutto quando una classe intera si alza per vedere i dettagli dell’unica cartolina in cui la guerra è disegnata proprio come la vedono loro…) e tanti tanti colori. L’arcobaleno della pace è per voi, per tutti i bimbi della vostra meravigliosa scuola! Al mio rientro (in privato) i dettagli”.
In attesa di ricevere i materiali e magari altre restituzioni, abbiamo raccontato l’esperienza ai genitori e agli amici attraverso “Coccinelle news”, il nostro giornale di classe fresco di stampa che riporta notizie, curiosità e coccole. “La pace è una festa di felicità, la guerra è uccidere le persone. È la pace che noi vogliamo!”, hanno scritto a chiare lettere i bambini nell’articolo di apertura.
A scuola dovremmo ricominciare proprio da qui, da un’educazione alla cittadinanza attiva fondata su percorsi di conoscenza reciproca e di accoglienza delle diversità poiché, come mi scrive Emanuela: “La pace non è cosa scientifica. Come nel caso del coraggio, la sua qualità non è nella negazione del suo contrario ma nella capacità di gestirlo e governarlo, con attenzione verso gli altri e verso se stessi”.
Fonte: La Vita Scolastica, magazine online dedicato a chi insegna nella scuola primaria.
DA LEGGERE
Abbiamo bisogno di ragionare sul senso ultimo della scuola. Servono domande difficili, pensiero critico, creatività, spazi dove mettere in comune ogni giorno sguardi diversi sul mondo. Si tratta di diffondere le occasioni dell’apprendimento nel rapporto con gli altri, la città, il tempo, creare quelle che Ivan Illich chiama “trame dell’apprendimento”
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