Il primo bambino ha ricevuto qualche riga di incipit, ne ha aggiunte altre cinque e ha spedito al secondo compagno. E questo al terzo e così via, fino alla diciannovesima bimba. Scrive la maestra Sonia Coluccelli: “Il nostro primo, straordinario esperimento di scrittura a staffetta, per rimanere classe nonostante le distanze, mi commuove di nostalgia e meraviglia…”. Qui il frutto del pensare e scrivere insieme e a distanza della IV Montessori dell’I.C. Beltrami di Omegna
Scrivevo pochi giorni fa dei tre pilastri su cui credo si regga il fare ed essere scuola sempre, e oggi in particolare, per non perdere la bussola tra le tante possibilità date dai pochi strumenti che abbiamo nella nostra forzata clausura.
Scrivevo della relazione tra noi e i bambini e dei bambini tra loro, dello sviluppo di competenze culturali, del crescere come cittadini di una comunità di cui sentirsi responsabili.
Ne scrivevo mentre da una casa all’altra dei miei alunni rimbalzavano parole che davano vita a una storia.
Una scrittura a staffetta affidata a loro dopo poche righe di un incipit che speravo evocativo per continuare nell’opera più importante di questi anni, quella del pensare insieme e nel cerchio di ogni giorno mettere insieme i punti di vista, le idee, gli sguardi sul mondo. Il primo bambino ha ricevuto quelle prime righe, ne ha aggiunte altre cinque e ha spedito al compagno secondo in ordine alfabetico e il secondo al terzo e così via, fino alla diciannovesima bimba, Marta, pronipote di Gianni Rodari…
Due sere fa ricevo la sua mail con il lavoro finito, leggo il testo tutto di un fiato, ogni parte preceduta dal nome dell’autore.
La relazione, le competenze di contenuto e di forma, la responsabilità verso la famiglia umana, ecco qui, non manca nulla.
Mi scorrono uno per uno davanti agli occhi e poi tutti insieme a gambe incrociate a terra, dove iniziamo le nostre giornate e dove discutiamo e impariamo le cose più importanti.
Il nostro primo, straordinario esperimento di scrittura a staffetta per rimanere classe nonostante le distanze mi commuove di nostalgia e meraviglia.
Nota: Il testo non ha ancora titolo, è in corso una consultazione a distanza, sono certa che qualcuno avrà l’idea giusta e che tutti la riconosceranno.
Sonia Coluccelli, maestra
È mattina, Luca ed Elisa si alzano dal loro letto, fuori il cielo è grigio e si annuncia un’altra giornata senza scuola per colpa di un virus che ha un nome che sa un po’ di favola ma che fa diventare seri i visi di tutti i grandi. Che noia! È tutto chiuso e poi è meglio evitare di trovarsi in troppi nello stesso posto, così hanno detto i medici. Ma chissà cosa sta succedendo là fuori? Vorrebbero tanto avere qualche potere magico per volare in alto, invisibili, lo vorrebbero proprio. E lo sappiamo, i desideri quando sono intensi hanno potere di fare miracoli e così, senza nemmeno accorgersene, Luca ed Elisa si trovano per aria, leggeri come un aquilone che sorvola la città. Succede proprio ora, mentre tu stai leggendo, in questo giorno dove tutto è un po’ diverso dal solito. Si guardano sbalorditi un po’ spaventati; Elisa guarda il suo fratellone: “e ora, dove andiamo Luca?”.
Luca risponde: “Prendiamo il nostro atlante e scegliamo un posto!”. Elisa prende l’atlante e lo sfoglia. “Qui!“, dice, “andiamo alle Canarie “. “Andiamo!”, dice Luca e volando veloci come piccioni arrivano nel deserto. Elisa è delusa: “Ma non c’è niente qui…”. “Allora, rotoliamo sulle dune di sabbia“. Rotolando e ridendo, arrivano fino all’oceano con le tasche piene di sabbia. Il mare è pieno di pesciolini e delfini. “Ma io mi annoio!!! non c’è nessuno qui!”, “allora partiamo!“ dice Luca.
Insieme chiudono gli occhi e pensano ad un nuovo luogo dove andare ma tutto ad un tratto il vento del deserto fa volare via l’atlante lontano.
“Andiamo a prenderlo“ dice Luca; Elisa invece è stanca e scoppia a piangere. Luca la prende per mano e comincia a raccontare le storie che la mamma le racconta prima di addormentarsi. Elisa si tranquillizza e poi esclama: “Luca, guarda, brilla qualcosa là in fondo, andiamo a vedere cos’è!”.
Vanno a vedere. C’è un anello d’oro. Luca dice: “Magari è un anello magico!”. Elisa lo mette al dito e lo gira e rigira, poi succede che li trasporta al Polo Nord. Lì hanno freddo ed Elisa dice: “Prendiamo le nostre giacche”. Una volta coperti, vanno in giro a vedere se trovano l’atlante. Cammina e cammina, finalmente trovano l’atlante sul ghiaccio! Stanno per prenderlo, ma all’improvviso un orso bianco glielo porta via. E dice: grrrrrr e questo cos’è? Un atlante? Vediamo dove posso andare! Con la zampa gli dà un colpo, lo fa girare e l’atlante si ferma ai tropici. E l’orso esclama: andiamo al caldo, prendo il costume!
Luca ed Elisa dicono “ok va bene, però portati un po’ di ghiaccio, perché con tutto quel pelo avrai molto caldo”. Elisa gira l’anello, come per magia si ritrovano su una tavola da surf a cavalcare le onde dell’Oceano. Luca ad un certo punto esclama: “Elisa guarda una tartaruga marina”.
“Wow! che bella!” Piano piano Elisa e Luca si avvicinano per accarezzarla e si accorgono che vicino a lei ci sono tanti cuccioli. L’orso chiede ad Elisa: ”sono stanco, andiamo in un altro posto? Allora Elisa gira l’anello, e si ritrovano nella giungla con tantissimi animali e Luca si ritrova seduto sulla schiena di una pantera nera.
Luca si spaventa facendo un balzo e corre via per la giungla. Elisa e l’orso lo inseguono. Mentre lo rincorrono trovano un biplano abbandonato e provano a metterlo in moto. Elisa gira l’anello e si ritrovano in Mongolia in una tenda colorata e misteriosa con all’interno tanti bambini che giocano. Luca ed Elisa chiedono loro: “Avete qualche antica medicina per sconfiggere il virus?”.
Subito i bambini li accompagnano da un vecchio stregone, e lui si mette a parlare con la sua sfera magica. La sfera indica un posto in Egitto sotto una delle piramidi, dove ci poteva essere una delle pietre luccicanti che unite alle altre formano l’antidoto per il virus. Luca, Elisa e l’orso si prendono per mano e girando l’anello magico si trovano subito in Egitto e insieme iniziano la ricerca della pietra.
Dopo 30 minuti di camminata, arrivano davanti a due piramidi. Entrano in una ma non c’è nessuna pietra. Elisa dice: “Forse siamo entrati in quella sbagliata entriamo nell’altra”. Quando entrano nell’altra piramide trovano la pietra. E tutti e tre ne sono felici. Luca dice: “Finalmente siamo sulla strada giusta”. Ed Elisa risponde: “Si ma come facciamo a sapere dove sono le altre?”.
Luca dice che forse sono nella piramide di Giza, Elisa esclama “però è un po’ lontana” e allora gira l’anello ma finiscono a Miami. Dopo aver rigirato l’anello si ritrovano ancora in Egitto. I ragazzi sono molto stupiti, Luca allora pensa che forse Elisa con l’anello li poteva trasportare in posti molto lontani e invece lui con l’anello li trasportava in posti più vicini. Luca dice ad Elisa di dargli l’anello. Luca si infila l’anello e dopo si ritrovano davanti alla piramide di Giza e una volta arrivati lì entrano in una piramide e li trovano la seconda pietra, ma non basta: dovevano cercarne ancora una. Allora Luca gira l’anello e dice: “Andiamo in Marocco, a Marrakech, al mercato”. Ma il mercato è completamente vuoto, per colpa del virus. Però in un angolo vedono un vecchio incantatore di serpenti che suona il suo flauto. Elisa si spaventa quando il cobra esce dalla cesta, allora l’incantatore si accorge della loro presenza e chiede: “Cosa ci fate qui?”. Elisa gli spiega tutto e il vecchio allora dice che un suo amico, forse, li può aiutare…
E succede proprio così, l’amico dell’incantatore li aiuta dicendo loro tutti i pericoli del virus:
1 purtroppo il virus non è visibile ad occhio umano,
2 il virus è molto potente anche essendo piccolo
3 il virus vaga in giro per il mondo.
E allora Elisa dice “perché non cambiamo posto?” Però l’amico del vecchio incantatore, di nome Adenane, gli dice “potete restare qui visto che voi siete i benvenuti e io potrei mostrarvi tutte le bellezze del Marocco: il deserto, la campagna, il mare, le montagne. Decidete voi dove volete che vi porti!”. Luca ed Elisa rispondono: “noi vogliamo vedere tutto il Marocco” e allora Adenane dice “andiamo!!!” e si dirigono verso il posto più vicino alla loro posizione: il mare. Quando arrivano a destinazione si siedono ad ammirare la bellezza delle onde, uno spettacolo meraviglioso che di certo avrebbero potuto vedere una sola volta nella loro vita, poi si dirigono verso le montagne, Elisa dice: “che bella la neve soffice e morbida!” subito si mettono a giocare con la neve facendo una battaglia di palle di neve. Dopo aver giocato si siedono ad ammirare il panorama, che è bellissimo e Adenane dice: “andiamo nel mio posto preferito, il deserto!” e lì cavalcano cammelli e guidano le moto di sabbia. Alla fine Adenane dice: “adesso è l’ora che voi torniate in Italia perché dobbiamo accettare il nostro paese, quando c’è il male e quando c’è il bene “, quindi Luca gira l’anello per tornare in Italia e Luca e Elisa dicono arrivederci ADENANE! grazie mille per il tour viaaaaaaa!
Una volta arrivati in Italia Luca ed Elisa si accorgono che il virus è quasi sparito, gli ospedali non sono più pieni come prima e la gente comincia ad uscire, ma non si è ancora trovata una cura. Luca ed Elisa allora decidono di andare in ospedale e portare le pietre che avevano trovato ma Elisa si ricorda che ne manca una. Un medico che aveva ascoltato Luca ed Elisa dice loro che la pietra mancante è a Barcellona e che appartiene a un mendicante. Allora Luca gira l’anello e si ritrovano a Barcellona dentro allo stadio Camp Nou completamente vuoto con solo delle persone che stanno sistemando il prato. Chiedono alle persone che sono lì se conoscono un mendicante con una pietra magica e loro gli dicono che quell’uomo non è più a Barcellona ma a Valencia.
Un altro giro di anello e si ritrovano a Valencia, loro conoscevano già questa città, perché c’erano stati con i loro genitori e per questo non è difficile trovare Josè, una delle persone più famose di Valencia. Josè li porta dal mendicante e recuperano la pietra… ma attenzione, Josè li avvisa di portare la pietra a Milano e consegnarla ad un medico, ma non si ricorda il suo nome…
Allora decidono di andare subito a Milano e girano l’anello. Elisa e Luca però non fanno attenzione a un particolare: non sanno il nome del dottore a cui dare la pietra. Infatti quando arrivano a Milano si accorgono subito di questo fatto e vagano per ore per la città, fino a fermarsi vicino alla “Fabbrica del vapore”. Allora Luca dice a Elisa: Perché non andiamo all’ospedale Sacco? lì c’è un grande medico che si chiama Giuseppe, forse possiamo dare le tre pietre a lui.” Allora vanno all’ospedale Sacco e chiedono informazioni a una dottoressa. Ma proprio in quel momento sta arrivando verso di loro il dottore Giuseppe! Lui chiede: “cosa volete?” ed Elisa risponde: “noi cerchiamo il dottore che sappia unire le pietre magiche per sconfiggere il virus” Giuseppe dice loro che non è lì a Milano la persona giusta ma che devono andare a Roma.
Allora Luca chiede al dottore: dove si trova questa persona a Roma? lui risponde: si trova in via Il virus numero 19, ma non è un umano, è un folletto di nome Flip, è uno scienziato! Elisa guarda sbalordita Luca mentre gira l’anello per il prossimo viaggio.
Luca ed Elisa arrivano in via Il virus, al numero 19, suonano il campanello e si trovano di fronte ad uno scienziato …. subito lo scienziato li saluta: “ciao mi chiamo Flip, avete bisogno qualcosa? Ho visto che avete delle pietre a cosa servono?”. Luca ed Elisa rispondono: “ci hanno detto che tu con queste tre pietre riuscirai a trovare l’antidoto per sconfiggere il virus”. Flip dice: “prego, entrate, proviamo!” Dopo 15 minuti di esperimenti esce dal barattolo una nuvola di vapore piena di brillantini d’oro, che riempie il barattolo di un liquido color arancione. Tutti esclamano “è riuscito l’esperimento! evviva evviva! credo proprio che riusciremo a salvare il mondo!”. Luca passa l’anello a Flip, lui gira l’anello e….
…improvvisamente, si sente un rumore sempre più vicino, come dei passi e poi un gran frastuono. Luca ed Elisa sentono un vento freddo. E una voce che dice: “Luca… Elisa… è ora di andare. Svegliatevi, pigroni! Dai, che finalmente si torna a scuola!” E’ la loro mamma che intanto sta tirando su la tapparella della camera e apre la finestra. Luca ed Elisa si guardano meravigliati e Luca chiede a Elisa: “Ma allora era un sogno? Tu cosa hai sognato?“ Elisa risponde: “Io ho sognato di salvare il mondo dal virus con te, un orso bianco, tanti personaggi simpatici e un folletto di nome Flip. E tu?” “La stessa cosa” risponde Luca sorpreso. “Ma allora il virus?” chiedono entrambi alla mamma. “E’ STATO SCONFITTO, grazie agli scienziati, ai medici, agli infermieri, a chi ha permesso a tutti di avere cibo e medicine… e anche alle tante persone che sono state a casa come voi.” Luca ed Elisa si guardano e si abbracciano gridando di gioia, felici che la realtà sia più bella del sogno che avevano fatto. Si alzano dal letto e vanno in cucina per fare colazione. Sul tavolo c’è un anello d’oro…
Sonia Coluccelli e i bambini e le bambine della classe IV Montessori dell’IC Beltrami di Omegna.
Loredana Terrassan dice
Cara Silvia bel lavoro! ti chiedo il permesso di usare il tuo incipit per avviare l’attività con i miei ragazzi.
Buona giornata
Loredana
vittoria dice
INIZIATIVA MERAVIGLIOSA. GRAZIE ALLE PERSONE CHE SOGNANO E CHE FANNO SOGNARE
Angela dice
Complimenti ai bambini, complimenti agli insegnanti. Leggendo mi veniva in mente il discorso del papa ‘nella tempesta non siamo soli” e vedevo abbattuti tutte le barriere sociali e culturali tutti i confini territoriali che in natura non esistono. E poi ripensavo al mondo dei videogiochi che sono tanta disprezzati da noi adulti che abbiamo paura della tecnologia del nuovo. Ebbene i nostri figli invece che non hanno questi timori imparano anche da quelli che spesso, hanno un contenuto davvero notevole di storie appartenenti alle culture che hanno sfidato i secoli e che trasmettono messaggi di forza e di coraggio, di solidarietà e di condivisione. Abbiamo forse valutato male le risorse dei nostri figli? “Nella tempesta non siamo soli” potrebbe essere un bel titolo?
rossella kohler dice
Complimenti Sonia, a te e alla classe, gran bel lavoro!