La nascita di un Gruppo di acquisto solidale, in tempi di mercificazione e austerity, resta una buona notizia. Quando il Gas viene promosso da alcuni spazi sociali in una città ferita come Roma, sceglie di chiamarsi Gas Santiago Maldonado e comincia subito a camminare insieme a un’esperienza straordinaria come la fattoria senza padroni Mondeggi bene comune, appare evidente che l’arte di resistere e creare un mondo nuovo continua a essere coltivata in molti modi. Scrivono i “Maldonado”: “Vogliamo organizzare incontri sul tema della terra: per ridare dignità al lavoro contadino e raccontare come all’agricoltura si leghino i cambiamenti climatici, lo sfruttamento del lavoro e la tutela dei beni comuni…”. Ci vediamo al Tufello
di Alessia Manzi
“Lontano dai ritmi alienanti della frenesia cittadina, vogliamo che questo luogo diventi uno spazio di condivisione e in cui trascorrere del tempo tutti e tutte insieme. Crediamo che il compito del nostro Gas non sia solo quello di offrire un servizio al territorio ma crei, invece, un luogo di riflessione e dibattito sulle buone pratiche legate al consumo critico e ai modi alternativi di vivere e rapportarsi. Di mangiare. Un gesto quotidiano, divenuto di routine e compiuto quasi senza pensarci”. È una fredda e uggiosa domenica romana. L’inverno è agli sgoccioli ma al centro sociale La Torre il grigiore della giornata viene spazzato via dalla grinta del Gas Santiago Maldonado e dai suoi messaggi di presentazione. Nato solo qualche mese fa dall’unione di tre noti spazi sociali – Brancaleone, Astra e La Torre -, il nuovo Gruppo di acquisto solidale dedicato alla memoria del giovane argentino scomparso dopo aver lottato al fianco del popolo Mapuche contro gli interessi della Benetton, mostra avere le idee ben chiare del lavoro da svolgere sul territorio romano.
“Sebbene il culto del cibo sano e biologico domini buona parte del mercato alimentare e delle discussioni mainstream, l’etichetta ‘bio’ non sempre è sinonimo di cibi provenienti dalla filiera corta e del rispetto verso il lavoro contadino – spiegano quelli del Gas in un flyer – Dietro a un pomodoro maturato al sole delle campagne foggiane o di un’arancia raccolta nella Piana di Gioia Tauro, tante volte ci sono storie di sfruttamento. Anche per questo vogliamo organizzare incontri sul tema della terra: per ridare dignità al lavoro contadino e raccontare come all’agricoltura si leghino i cambiamenti climatici, lo sfruttamento del lavoro e la tutela dei beni comuni”. E su questi intrecci, i “Maldonado” hanno presentato il loro primo evento. A narrare la propria esperienza di Tierra y Libertad è stata invitata Mondeggi Bene Comune, la Fattoria senza Padroni che si trova sulle colline a sud di Firenze.
Mondeggi: dalla riqualificazione della villa-fattoria alla comunità diffusa
In questi quattro anni di attività, cittadini e studentesse, lavoratrici e contadini – come sanno bene i lettori di Comune -, hanno riportato in vita l’antica villa fattoria di Mondeggi; che negli anni Sessanta la Provincia di Firenze aveva convertito nell’azienda agricola a partecipazione pubblica “Mondeggi&Lappeggi srl”. Nel 2009, però, dopo una cattiva gestione, la società ha dichiarato il fallimento e l’intero patrimonio è stato messo all’asta. Sull’intera tenuta è calato il sipario tirato nuovamente su solo nel 2012, quando sull’onda della campagna “Terra Bene Comune” – lanciata dalla rete Genuino Clandestino in opposizione all’articolo 66 del Decreto Monti (che vorrebbe ripagare i debiti statali vendendo il patrimonio agricolo pubblico – per Mondeggi si è aperta una nuova stagione. “Verso Mondeggi Bene Comune” è il nome del comitato che decide di dare forma a una prima idea di recupero agricolo dell’intera tenuta seguendo i canoni dell’agricoltura contadina e biologica. Semine e raccolte collettive, un incontro nazionale sui beni comuni portano centinaia di persone alla tenuta.
A questo primo, grande, straordinario passo se ne aggiunge uno successivo. È un caldo fine settimana alla fine di giugno del 2014, quando circa venti persone decidono di stabilirsi nei casali della fattoria come “presidio contadino permanente”. Mondeggi Bene Comune comincia il proprio lungo e splendido cammino (leggi anche Una comunità straordinaria).
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“Durante questi anni di lavoro siamo riusciti a riportare in produzione quasi il 63 per cento dei duecento ettari degli appezzamenti agricoli. La terra ci restituisce molti prodotti che distribuiamo presso il nostro spaccio, il circuito dei gas e dei mercati contadini ottenendo dei proventi con cui è stato possibile sistemare le quattro strade comunali e fare dei lavori di manutenzione alle abitazioni”, racconta Antonio, uno dei ragazzi del progetto invitato al centro sociale La Torre per descrivere cosa sia Mondeggi.
Buona parte dei terreni sono infatti stati destinati alla coltura dell’orzo e del grano, poi trasformati rispettivamente in birra e pane. Su altri poderi ci sono un frutteto, degli orti, lo zafferano e si producono anche miele e prodotti erboristici. L’attività agricola più importante, però, è il Mo.Ta. (Mondeggi Terreni Autogestiti). “Almeno trecento persone partecipano all’assemblea del Mo.Ta e si occupano delle particelle di oliveta loro affidate. In questo modo non solo è stato possibile salvare diverse piante di olivo, ma si è creata una partecipazione attiva alla vita della tenuta – prosegue Antonio – Se oggi Mondeggi esiste e resiste come comunità, il merito è soprattutto delle persone che attraversano questo luogo sentendosene parte. Senza la gente non avremmo fatto niente e la terra- questo ci teniamo a ricordarlo- è di tutti quelli che vogliono coltivarla”.
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Ma come ogni sogno in grado di poter restituire una realtà “bella e rivoluzionaria”, c’è sempre qualche incubo pronto a disturbarlo. “Le istituzioni continuano a non voler riconoscere la nostra comunità”- prosegue il giovane attivista -e da mesi cercano in ogni modo di farci terra bruciata attorno. Da qualche tempo poi, la città metropolitana sta raccogliendo delle manifestazioni di interesse per creare un bando ad hoc per l’asta. Ma noi non ci arrendiamo. Da gennaio stiamo organizzando incontri e assemblee pubbliche presso le case del popolo e i circoli della di Firenze. Qui stiamo incontrando la popolazione, invitandola a partecipare alle lezioni libere e gratuite della Scuola Contadina (che si svolgono collaborando anche l’università del capoluogo toscano) – , al Mo.Ta. e a proporre idee che vorrebbero realizzare. Perché senza la gente non si fa niente!”. Al momento, infatti, cinque sono le risposte giunte all’amministrazione fiorentina per un ipotetico acquisto della tenuta: l’azienda vinicola Chianti Ruffino; un privato cittadino; la comunità di Mondeggi Bene Comune; My Group, una società operante nel settore finanziario in sostegno alle imprese; BI Consulting, una società di costruzioni e investimenti immobiliari. Soggetto più accreditato pare sia proprio la Chianti Ruffino, che punterebbe all’agriturismo. Insomma, date le premesse e la tipologia degli acquirenti Mondeggi, come bene comune, sarebbe destinato a sparire; portando via con sé il modello di socialità e partecipazione civica e politica fino ad ora sperimentato.
Difendiamo Mondeggi, difendiamo le esperienze contadine
Mondeggi rappresenta un’esperienza agricola di autogestione, riqualificazione e mutuo soccorso unica. È un esperimento di gestione civica partito dal basso e attento, quindi, a i bisogni della collettività; quale unico soggetto in grado di decidere e agire sul proprio territorio. Seguendo le tracce dell’Ex Asilo Filangieri di Napoli e il Complesso di Montevergini di Palermo – realtà autogestite e formalmente riconosciute dalle rispettive amministrazioni locali -, la Fattoria Senza Padroni ha redatto la “Dichiarazione per la gestione civica di un bene comune”, più volte presentata a una città metropolitana sorda e interessata solo a eventuali proposte speculative. Oltre duecento persone fra ricercatori, giuristi e studiosi anno sottoscritto l’appello promosso da alcuni accademici affinché questo laboratorio di democrazia diretta prosegua lungo la sua strada: sicuramente distante dalla via della speculazione. “Mondeggi è un esempio da conoscere e ripetere in giro per l’Italia, supportandola in ogni modo”, dicono dal Gas Maldonado, che proprio in questi giorni si occupa della distribuzione della melata prodotta nella campagna toscana.
Per ritirare i cibi biologici e genuini provenienti da Mondeggi Bene Comune e da altre realtà contadine presso il “Maldonado”, basta creare il proprio account collegandosi al sito biosolidale.it e recarsi presso il centro sociale Astra in via Capraia 19 (Tufello) dalle 13 alle 19 ogni venerdì.
Per maggiori dettagli, invece, si può scrivere una mail a: gasmaldonado@autistici.org e cliccare “mi piace” sulla pagina facebook.
A Mondeggi, invece, aspettano chiunque abbia voglia di approfondire, imparare o avvicinarsi all’agricoltura per la prima volta con gli incontri della Scuola Contadina. E poi, tutti e tutte al corteo del prossimo 28 aprile quando, durante la tre giorni di Genuino Clandestino, si scenderà per le strade di Firenze a gridare che Mondeggi non è in vendita!
….. i migliori auguri di buon proseguimento. fossi a Firenze verrei a trovarvi ma qui in periferia e senza macchina non mi è possibile, ciao