La vita in qualche modo riprende in Siria, in diverse città è stato perfino revocato il coprifuoco. In queste ore però sono tanti che guardano con rancore quanto accade, senza avere la capacità di soffermarsi sui volti di chi si sente liberato da una lunga dittatura: . Troppi sono irritati soltanto “perché la rivolta siriana non porta su di sé il marchio del Sol dell’avvenire – scrive Peter Freeman – Jihadisti, a loro basta la parola, sono indispettiti…”
La speranza è un sentimento che poco si concilia con le ragioni della politica. Ma nel guardare agli eventi siriani la speranza è un buon punto di equilibrio: laggiù potrebbe finire bene oppure male, anzi malissimo.
Appartengo a una generazione che pur avendo scansato la guerra mondiale tuttavia ne ha viste un po’. Rivoluzioni finite in merda, controrivoluzioni, rivolte nazionali e lotte di liberazione malamente abortite, la lista è lunga. Perciò a un ottimismo ingiustificato noi boomers preferiamo una prudente speranza: la cautela è d’obbligo.
In questi giorni ho letto – soprattutto su facebook – un po’ di commenti sulla Siria. Mi hanno confermato che non stiamo bene. Alcuni di questi commenti andrebbero scolpiti su un’immaginaria colonna infame dedicata alle colpe della mia generazione. Non mi riferisco a chi ha scelto la prudenza, a chi pratica le giuste cautele, ai pessimisti o agli scettici. Mi riferisco ai rancorosi, a quelli che non si sono nemmeno per un secondo soffermati sui volti felici di chi si è sentito liberato da una dittatura durata mezzo secolo. A chi ha appena aggrottato un sopracciglio di fronte alle immagini di quel carcere infame che per anni ha prodotto torture ed esecuzioni a ritmi industriali. A chi è stato indifferente di fronte ai parenti degli scomparsi, dei torturati, dei sepolti vivi. Sono certo, ci metterei la firma, che sono gli stessi che si sono indignati davanti alle immagini di Guantanamo o di Abu Grhaib, o commossi nel ricordo dei desaparecidos e delle madri della piazza de Mayo. Si chiama doppia morale e come tutte le doppie morali fa schifo.
Costoro non si sono nemmeno sforzati di argomentare, hanno solo esternato il loro dispetto perché la rivolta siriana non porta su di sé il marchio del Sol dell’avvenire. “Jihadisti”, a loro basta la parola. Sono indispettiti.
L’ho detto: rifiuto l’ottimismo e temo sempre il peggio perché questo la storia mi ha insegnato. E penso che la mancanza di memoria finirà per esserci fatale. Ma lo sguardo sprezzante, la mancanza di empatia è un peccato non emendabile. Poveracci e un po’ meschini, figli di cento sconfitte mai elaborate, non comprendono che il loro dispetto non li pone dalla parte della ragione ma li condanna a stare sul culo a tutti.
Ed dice
CHI è questo Peter Freeman.Pietro uomo libero?
Anna Maria Portera dice
Grazie. Concordo nell’amarezza di aver notato l’indifferenza per anni agli orrori del regime degli Assad (non di rado apprezzato a destra e a sinistra) che si rinnova rispetto alla sua caduta. Un momento di sollievo, nonostante la prudenza o diffidenza sul futuro.