Quando visiti la Palestina il muro ti entra dentro. Vivi un istante di dramma inconsolabile, di una ingiustizia tagliente, di una speranza attiva. Vivi nel racconto carico di forza di chi sta soffrendo, nel sorriso acceso delle donne, negli occhi neri e profondi dei bambini e delle bambine, nella simpatia di chi lotta. Vivi l’accoglienza di un popolo fiero e antico, di uno sguardo stanco e mai arreso, nell’operositá di donne colme di dignità.
Quando visiti la Palestina il muro ti entra dentro. Vivi la lotta nonviolenta nell’orgoglio di generazioni che guardano al cielo, che hanno mani ruvide e del colore rossastro della terra, perseveranti come la roccia, ovunque presente, come il vento che ti frusta il volto. Vivi la sprezzante presunzione di chi occupa la terra, condizionando il giorno e la notte nella umiliazione e nel sangue. Vivi lo stato di occupazione, i militari dappertutto, le assurde costruzioni di coloni aggressivi e potenti.
Quando visiti la Palestina il muro ti entra dentro. Vivi la poesia e le parole fatte di pietre e di sconfinata tenerezza, Vivi, senza comprendere, il senso di quella segregazione e mutilazione, sociale, economica e politica. Vivi quel muro alto e irragionevole che delimita il diritto dall’anarchia statale di chi impone e occupa, vivi il muro come un mostro incombente, come una cesura e rottura, come un coltello tagliente, come un fuoco che soffia solo da una parte. Vivi i giovani che lottano stanchi e delusi, privati di diritti e ricchi di povertà, miseria, visioni possibili e azioni concrete, dentro una economia subordinata, dipendente e asimmetrica.
Quando visiti la Palestina il muro ti entra dentro. Vivi il fastidio dei controlli, della sicurezza idolatrata, dei mitra esposti, dei soldati troppo giovani per avere quel potere. Vivi l’ostinazione e l’amore di un popolo laborioso che costruisce una economia di pace, una società della cura, di chi non vuole avere nemici, di chi studia azioni nonviolente, ma che comprende la resistenza limitata, nonché la più diffusa resistenza popolare civile nonviolenta. Vivi il cibo offerto, semplice e autentico, di persone al servizio dello sviluppo di un paese che ti entra dentro e prende il posto di un muro osceno e barbaro che non può resistere all’ardore di una popolazione che ha il diritto di resistere e esistere.
Quando visiti la Palestina, un popolo coraggioso ti entra dentro.
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Antonella Doria dice
È semplicemente una VERGOGNA!
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