Siamo di fronte a una tragedia generata da una lotta di potere, un braccio di ferro insensato tra imperi nucleari con la popolazione dell’Ucraina come vittima e oggetto. Questa prova di forza tra potenze armate quanto irresponsabili offre vitamine a una NATO da molto tempo in crisi, consolida e rafforza il nazionalismo ucraino antirusso ma presenta anche rischi enormi per il regime di Putin e tutto il suo Paese. Da un’aggressione del genere non si torna indietro: si vince o si perde. E non è detto che il risultato iniziale resti lo stesso nel lungo periodo. Non è possibile dirsi contrari agli imperi e non provare disgusto per ciò che sta accadendo
Con il suo attacco all’Ucraina, il presidente Putin ha attraversato il Rubicone della violenza militare diretta contro uno Stato sovrano. È la nefasta aggressione di una potenza imperiale contro un paese molto più debole e più libero della Russia. La nostra solidarietà va al popolo ucraino attaccato da un prepotente criminale. Non puoi essere antimperialista e non provare ripugnanza per ciò che sta accadendo. Ma cosa accade e fino a dove andrà?
Quello che sta avvenendo è esattamente quanto annunciato: quelle “misure tecnico-militari” che Mosca ha minacciato a dicembre nel caso in cui gli Stati Uniti e la NATO non avessero risposto alla sua richiesta di negoziare un ripensamento generale della sicurezza europea e, soprattutto, l’insensato e provocatorio assedio militare contro la Russia intrapreso fin dagli anni Novanta.
Putin ha detto: “Non invaderemo l’Ucraina”, l’obiettivo della sua “operazione militare speciale” è la “smilitarizzazione” e la “de-nazificazione” di quel Paese.
Per quanto riguarda la prima affermazione, l’esercito russo ha attaccato i punti di comando militari ucraini a Kiev e Kharkov, sei aeroporti e altre infrastrutture militari sparse in varie aree del Paese. La Russia sta distruggendo coi missili risorse militari in grado di ostacolare avanzamenti di terra su larga scala e generali. “La popolazione civile non è minacciata”, ha detto il portavoce militare russo, Konashenko, ma il primo giorno dell’attacco ci sono già decine di vittime. Per quanto riguarda la seconda affermazione, il messaggio è evidente: “De-nazificazione” significa un cambio di regime a Kiev.
A un altro livello, più alto, di lettura, siamo di fronte a un braccio di ferro tra imperi nucleari con l’Ucraina come vittima e oggetto. Questo braccio di ferro offre vitamine a una NATO in crisi, consolidamento e rafforzamento del vettore antirusso del nazionalismo ucraino e rischi enormi per la Russia.
L’obiettivo della Russia non è uno scontro militare con l’Occidente, ma il negoziato contenuto nei punti del 17 dicembre – la neutralizzazione dell’Ucraina e il ritiro della NATO dai suoi dintorni – ma qualsiasi battuta d’arresto militare si rivolterà immediatamente contro il regime perché creerà un grande reazione sociale nella stessa Russia.
Bombardare, invadere e cambiare i regimi è cosa che in Occidente conosciamo bene. La pratichiamo da 200 anni. La Russia ha la capacità e la potenza per emulare i disastri dei suoi avversari in Jugoslavia, Iraq, Afghanistan, Libia, ecc.? Le brevi guerre vittoriose possono sfuggire dalle mani di coloro che danno loro inizio, possono prendere vita propria e uscire dai copioni pianificati.
La distanza tra la popolazione e il governo russo è latente, ampia e grigia. Nessuno può prevedere oggi come evolverà. Il calcolo del Cremlino secondo cui l’avversario euro-atlantico non oserà intraprendere azioni militari e non andrà oltre le sanzioni è insieme razionale e ad alto rischio. Dopo l’attacco non si torna indietro: o vinci o perdi. Per ora, perde l’Ucraina, ma come farebbe il più grande prepotente del mondo, responsabile di oltre il 50% della spesa militare mondiale, ad adattarsi a una battuta d’arresto in Europa? Se Stati Uniti e NATO perderanno la faccia in Ucraina, i segnali per la correlazione globale delle forze e per la ricomposizione delle alleanze del mondo multipolare saranno inequivocabili e disastrosi per l’egemonismo.
Il grande pericolo di questa partita insensata è, ovviamente, quello di una grande guerra tra potenze nucleari. Ma l’ipotesi del crollo della Russia ne fa parte.
Fonte: Ctxt
Traduzione per Comune-info: marco calabria
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