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Descrizione
Questo quaderno, frutto della collaborazione tra Comune e Rete di Cooperazione Educativa (alla Rce aderiscono insegnanti, educatori, ricercatori, genitori), nasce per ripensare il cosa e soprattutto il come apprendere, ma anche il come costruire mondi nuovi. Si legge camminando intorno al tema della Terra.
Nella prima sezione, Pensare, si racconta di una straordinaria scuoletta della libertà nata tra le comunità indigene zapatiste del Messico (Raúl Zibechi) e di nuovi “semenzai” con cui ripensare il mondo (Gustavo Esteva), si ragiona inoltre della gioia di educare (con un articolo di Antonio Vigilante dedicato al maestro e dirigente scolastico Gianfranco Zavalloni), di beni comuni creati e difesi dagli assalti del mercato e degli Stati (Silvia Federici e George Caffentzis), di nuovi immaginari da coltivare (Serge Latouche).
Gridare mette insieme, invece, alcuni ambiti in cui sono più evidenti i mali che affliggono la Terra (cambiamenti climatici, stili di vita occidentali, etc.) e le responsabilità di chi li produce. Gli interventi sono di Guido Viale, Giorgio Nebbia, Silvia Ribeiro, Alberto Castagnola, Gustavo Duch, Michael Zezima, Maria Rita D’Orsogna.
Fare, infine, è la sezione che raccoglie più articoli. Qui si parla di merende con pane e olio (Maria De Biase), di giardinieri sovversivi (Gianluca Carmosino), di maestri del bosco (Paolo Mai) e di maestri asini (Marco Boschini), di mense da autogestire (Sabina Calgero) e di mense senza sprechi (Giampiero Monaca), di orti e lezioni all’aperto (Luciana Bertinato, Valentina Guastini, Alex Corlazzoli, Mariella Bussolati), di banche dei semi (Eva Polare, Daniela Di Bartolo), di scuole a due ruote (Anna Becchi), di vecchi casali di campagna e di fumetti (Andrea Saroldi), ma anche di alberi (Marco Geronimi Stoll, Franco Arminio, Maria G. Di Rienzo). E ancora di montagne che tornano a vivere grazie a una scuola (Paolo Cacciari) e di scuole che tornano a vivere grazie a cibo e pentole (Federica Buglioni, Enza Migliaccio), degli insegnamenti della Terra (Monica Guerra, Margherita Frison) e di università della terra (Claudio Orrù, Irene Ragazzini), di gesti del pane (Rosaria Gasparro), ma c’è anche molto altro.
I cambiamenti raccontati nel quaderno provano a ripensare l’arte di apprendere per salvare la Terra e per creare mondi nuovi, e mostrano che gli esiti di quei percorsi non si possono programmare e forse neanche produrre. Meno ancora, ovviamente, vengono proposti modelli da replicare. Si tratta di seminare insieme, di coltivare e “cucinare” (Bloch) speranza ogni giorno.
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