Non c’era bisogno del ritorno della guerra in Europa per sapere che il rifiuto della cultura di guerra è un processo e che si nutre soltanto di esperienze importanti. A Roma alcun enti che gestiscono il servizio civile hanno fatto nascere un coordinamento e lo hanno chiamato “Le Vie della Nonviolenza”. 71.550 ragazze e ragazzi residenti in Italia – dunque anche ragazzi e ragazze di altre nazionalità – avranno la possibilità nei prossimi mesi di sperimentarsi nel Servizio Civile Universale: è il bando con il numero più alto di posti di sempre

Una grande opportunità. Per la pace, la cittadinanza attiva, la solidarietà. Vivendo relazioni, praticando nonviolenza. Parole impegnative, altisonanti, certo non retoriche. Parole di sfida, sfida al presente per costruire un futuro diverso. Parole impegnative per chi le pronuncia come per chi le ascolta, perché bisogna imparare a pronunciarle insieme. Perché bisogna continuare a sognarle per poterle costruire.
71.550 ragazze e ragazzi residenti in Italia – dunque anche ragazzi e ragazze di altre nazionalità – avranno la possibilità nei prossimi mesi di sperimentarsi nel Servizio Civile Universale: è il bando con il numero più alto di posti di sempre, da quando esiste in Italia questo istituto, tuttavia l’esperienza ci dice che non tutti coloro che lo desiderano potranno effettivamente vedere concretizzato il proprio desiderio di farlo.
C’è tempo fino al 10 febbraio per candidarsi: un tempo da sfruttare per conoscere, capire e scegliere.
Noi a cui il Servizio Civile ha davvero cambiato la vita, facendone un’esperienza da tramandare e condividere per costruire un pezzo di storia di pace sognando un mondo di giustizia, abbiamo il dovere di continuare a far sì che questa esperienza resti fedele a quello la Legge ha ratificato grazie alla testimonianza ed all’impegno nonviolento di molti: l’essere “finalizzato, ai sensi degli articoli 52, primo comma e 11 della Costituzione, alla difesa non armata e nonviolenta della patria, all’educazione, alla pace tra i popoli, nonché’ alla promozione dei valori fondativi della Repubblica, anche con riferimento agli articoli 2 e 4, secondo comma, della Costituzione”.
A Roma da alcuni mesi abbiamo dato vita a un Coordinamento tra diversi enti – – che da sempre promuovono, organizzano e gestiscono il Servizio Civile convivendo questi valori. Abbiamo scelto di camminare insieme perché il Servizio Civile non sia una gara ad accaparrarsi il maggior numero di giovani, ma un percorso da condividere, offrendo a ognuno la possibilità di individuare l’esperienza migliore per sé stesso, per dare al meglio il proprio contributo nella costruzione di un’alternativa a una cultura di sfruttamento e distruzione dell’altro e dell’ambiente in cui viviamo. Lo abbiamo chiamato “Le Vie della Nonviolenza” perché crediamo che la pace si costruisca nella storia percorrendo strade che si allargano, si incontrano e si intersecano verso un orizzonte condiviso di nonviolenza, orizzonte che può essere raggiunto solo camminando nello stesso stile di nonviolenza.
Abbiamo da poco celebrato i primi cinquant’anni del Servizio Civile in Italia. Guardiamo ai prossimi cinquant’anni con la fiducia di sempre che, con le parole di Alberto Trevisan nel suo libro-testimonianza Ho spezzato il mio fucile:
“Ogni progetto di trasformazione radicale della società per essere vincente, per produrre vero cambiamento, deve anche essere o diventare di massa, una possibilità alla portata di tutti, pur sapendo che per arrivare a tutti si deve passare attraverso la testimonianza personale”.
Lascia un commento