Mi chiedo perché leggo e sostengo Comune da anni e come sempre mi vengono in mente tante cose.
Che nel 2000 vivevo in una città (Bologna) spaccata in due da un inedito incontro tra potenti di tutta la terra chiamato “Ocse” e da inedite proteste legate al fatto che questo incontro si presentava “come un momento di elaborazione delle strategie di dominio dei poteri finanziari, senza alcuna attenzione né alle conseguenze umane ed ecologiche della spoliazione dei paesi poveri del sud del mondo, né alle esigenze di invertire, anche nei paesi di capitalismo avanzato, una logica di sviluppo che riduce l’occupazione condannando larghe fasce di giovani ad un futuro senza prospettive…”.
Che nel 2001 eravamo a Genova, ma abbiamo detto e scritto tanto su quello che forse non serve aggiungere altro, se non che quest’inverno è uscito un bellissimo film diretto da Claudia Cipriani che finalmente ci ha raccontato la vita di Carlo Giuliani dopo decenni in cui vedevamo solo il “logo”. E noi eravamo e siamo quelli del “no logo”. E quello che dicevano i social forum qualche anno fa sono la vita e la politica di adesso, smascherata in quei giorni sulle strade di Genova. Non è il passato, è la realtà attuale di oggi.
Che oggi vivo in Puglia e ieri sera (14 giugno) ero per caso all’aeroporto di Brindisi dove per andare a fare un semplice check-in aeroportuale e partire bisognava superare un check-point di sirene blu che sembrava di stare in mezzo a un bosco di lucciole (se volevi vederla in positivo) oppure in una guerra psico-sociale, se ripensavi a quello che da quasi trent’anni sono questi vertici. Aerei cancellati e disagio vario del “popolino” costretto a inchinarsi davanti al dispiegamento di forze armate che devono difendere l’indifendibile. Sette tristi valvassini dell’economia globale – non mi importa quale sia la loro posizione politica nella fiction elettorale democratica – si incontrano ancora una volta per celebrare il mandato dei loro padroni dell’economia predatoria mondiale, si cibano per quattro giorni di prodotti “tradizionali” e “green”, mentre radio e televisioni fanno deviazionismo sulle loro frequenze per depistare quello stesso popolino che intanto ha perso aerei e treni e vive notti di disagio a causa del nuovo ennesimo stato di emergenza.
Radio e televisioni celebrano ancora – dopo quasi trent’anni di incontri in cui si decidono le sorti del mondo fuori dalla democrazia e da qualunque logica – i gossip mediatici di questi tristi personaggi: nuovi nobili che portano in giro per il regno globale il neo-feudalismo dell’economia tardocapitalista del terzo millennio, sempre più violenta perché in crisi, che in meno di metà di un decennio (2020-2024) ha impoverito come mai nella storia contemporanea i servi della global life con continue scuse emergenziali inventate ogni sei mesi ad hoc (devo nominarle?).
Accendo una radio a caso mentre sono sulla superstrada, stanno elencando il loro menù di venerdì, a tema “vacanze al sud”: piatti pugliesi, piatti campani, piatti calabresi, con i soliti nomi da gourmet acchiappa-polli per servirti al triplo dei prezzi quello che i nostri nonni mangiavano gratis perché se lo producevano. Mi viene in mente il monologo di Mattia Torre letto da Valerio Mastrandrea (Gola, si trova su youtube) sul rapporto tra gli italiani e il cibo: “Anche dei grandi vertici internazionali, non sappiamo mai cosa si sono detti, sappiamo solo il menù”. Servi della global life e dell’infodemia.
Per questo servono voci libere, per uscire da questa servitù ed avere una visione globale, sistemica e anche olistica, mi viene da dire, del buco profondo in cui si è cacciata l’economia e di conseguenza il nostro modo di vivere. E costruire alternative concrete, per noi e per il futuro. Per smettere di essere popolino, massa alienata, e tornare popolo.
[Gianluca Ricciato]
Tutte le adesioni alla campagna Partire dalla speranza e non dalla paura
Due links sul Coordinamento GSIM contro il G7 a Borgo Egnazia (Fasano/Brindisi):
Il “neo-feudalismo” mi pare un”ottima similitudine: rappresenta l’INUTILE per la politica e per la democrazia.
Che cosa ci dobbiamo aspettare nei prossimi anni?
Che cosa avranno i miei nipoti? Boh! 🌸