Il progetto Reti Solidali Competenti aiuta a formare le competenze per rendere più forti le reti di solidarietà che esistono in ogni angolo del territorio italiano. Quelle reti sono state tessute pazientemente per essere le fondamenta di una rigenerazione del modo di produrre e consumare orientata al contrasto delle disuguaglianze e a una dimensione sempre più attiva della cittadinanza. Per fermare la guerra, difendere la vita sul pianeta e ricostruire i legami sociali spezzati dalla pandemia, dobbiamo cessare di guardare a quel che avviene con gli occhi di uno spettatore. E dobbiamo cominciare a ridare un senso universale a una parola di sole tre lettere, una parola essenziale quanto deformata: noi
Chissà quante volte lo si è detto, ma è assai probabile che mai come oggi l’idea dell’esistenza stessa di un futuro da immaginare sia dipesa tanto da quel che riusciremo a fare concretamente adesso. Se c’è qualcosa che le crisi che si susseguono, in questo secondo decennio del nuovo secolo, sembrano indicarci con estrema chiarezza è che questi non sono tempi da vivere da spettatori.
Prima la pandemia, con il suo carico di dolore, la dissoluzione della socialità quotidiana e la dimensione mediatica planetaria, poi la recrudescenza della possibilità quanto mai concreta di un terrificante ritorno della guerra a scala mondiale. E infine – prima, durante e dopo le altre crisi – la consapevolezza che le conseguenze devastanti dei cambiamenti climatici stanno mettendo a rischio la vita di molte delle specie viventi sul pianeta.
Per una volta, ben al di là della retorica di certe scontate affermazioni epocali, non sembrano davvero esserci molte alternative: abbiamo un assoluto e immediato bisogno di ritornare a pensare a un radicale cambiamento di rotta del procedere quotidiano delle nostre esistenze e alla costruzione di modi di organizzare la società diversi da quelli che ci sono stati imposti fin qui.
Non partiamo da zero. Da diversi anni sono in campo, anche in Italia, straordinarie esperienze associative e di movimento che hanno messo la solidarietà, la difesa del bene e del fare comune, la cura dei legami sociali e la sostenibilità del proprio agire al centro di un impegno personale e collettivo coraggioso e ricco di competenze e culture della convivenza in comunità aperte.
Questo straordinario patrimonio ha saputo costruire negli anni, in ogni angolo della penisola, reti cittadine o territoriali stabili quanto inclusive. Reti tessute pazientemente per essere le fondamenta di una rigenerazione del modo di produrre e consumare orientata al contrasto delle disuguaglianze e a una dimensione sempre più attiva della cittadinanza in chiave locale e globale.
L’accelerazione dell’intensità delle devastazioni ambientali e sociali che abbiamo registrato in questi ultimi anni impone oggi un notevole rafforzamento di quelle reti. E rende quanto mai necessario un nuovo lavoro di formazione, in particolare tra le generazioni più giovani, capace di ampliare e approfondire le competenze e la conoscenza delle complessità che investono i temi chiave dell’economia, del sociale e della difesa dell’ambiente.
Il progetto “Reti Solidali e competenti: pratiche di Sosten-Abilità e Cura”, finanziato attraverso un bando del Ministero del Lavoro e promosso in tutto il territorio italiano suddiviso in tre macro-aree geografiche, nasce con questi intenti. Sta offrendo gratuitamente tre distinti percorsi formativi da completare tra aprile e dicembre del 2022.
Lo curano, in modalità on-line, Arcs Arci Culture Solidali APS, Patatrac, Comune-info e Arci Nazionale (percorso sociale); A Sud Ecologia e cooperazione Onlus, Tamat, Fair Watch (percorso economico); Laudato Si’e A Sud Ecologia e Cooperazione Onlus. Si tratta di soggetti che hanno fatto lunga esperienza, ciascuno nel proprio campo di intervento, della qualità di un impegno appassionato e autorevole, un carattere essenziale del proprio contributo all’azione diretta e alla formazione del pensiero critico.
Esattamente quel che serve oggi per vivere da protagonisti un cambiamento che allarghi gli orizzonti alle pratiche e alle visioni di un futuro che restituisca un senso alla parola “noi”.
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