Da oltre un anno, scrive Guido Viale, le truppe ucraine sparano 9mila cannonate al giorno – non solo contro obiettivi militari – tanto da esaurire persino le scorte di proiettili degli Stati uniti su un territorio che considerano loro. E le truppe russe ne sparano altrettante al di là del fronte, contro un paese che considerano nemico, anche se non gli hanno mai dichiarato guerra. Quello che non viene messo in discussione è un dogma: l’idea che a ogni guerra non ci sia altra alternativa che più guerra. Invece le alternative ci sono
È verosimilmente doloroso per tutti constatare quanto nel corso degli anni i nostri modi di pensare si siano allontanati non solo tra di loro, ma anche da quanto davamo per scontato, forse avventatamente, in un periodo di intenso coinvolgimento collettivo, non solo politico, ma anche personale ed esistenziale. Certo, dopo il dissolvimento di quella stagione, ciascuno ha preso la sua strada; strade differenti e spesso divergenti, contrassegnate per anni da figure e personaggi inconsistenti e spesso ridicoli, incapaci di creare incomprensioni reciproche radicali. Anche perché poi di fatto il loro operare non divergeva granché. Ma ora che di mezzo c’è il massacro dei migranti, la guerra mondiale alle porte e l’imminente distruzione della vita umana sulla terra, ritrovare quell’afflato che ci aveva tenuti uniti è più difficile per tutti. Ora ci vien detto di difendere i valori occidentali contro la barbarie che viene dall’Est; nel frattempo, sul fronte sud che ci separa dal mondo dei sommersi, facciamo valere quegli stessi valori affidando la soppressione di migliaia e migliaia di vite ai silenzi del deserto e del mare (il quale a volte urla, inascoltato, quando i naufragi avvengono troppo vicino alle “nostre” coste). Mentre sulla “rotta” dei Balcani affidiamo a polizie nazionali, intergovernative (Frontex) e private un corpo a corpo con quei nemici dei nostri valori fatto di bastonate, furto di soldi e miseri valori, distruzione di documenti e cellulari, abbandono nella neve di gente nuda e scalza, graffiata dal filo spinato che ha già cercato decine di volte di passare, insieme a mogli e figli, a vecchi e bambini. Siamo pieni di Lager, non solo in Libia, ma anche ai confini interni dell’Europa, e facciamo finta di non vederli.
Do comunque per scontata – c’è chi lo richiede – la regola di non ridurre ciò che precede a causa di ciò che segue; altrimenti –
si è detto – dovremmo risalire a Caino (che forse aveva i suoi “buoni
motivi”, ma non per questo una giustificazione) e Abele (che forse
qualcosa avrà fatto pure lui…). Quindi, tabula rasa del passato,
anche se per me il primo aggressore in questo conflitto non è stata la
Russia di Putin contro l’Ucraina, ma questa contro la sua stessa
popolazione del Donbass, perché di lingua, cultura e sentimenti
filorussi. Dal 2014 ci sono state in Domnbass 14mila vittime di guerra.
LEGGI ANCHE QUESTO ARTICOLO DI FRANCO BERARDI BIFO:
Alcune, certo, tra le milizia (naziste) di Kiev; altre nel suo esercito;
molte tra le milizie (non esenti da presenze naziste anch’esse) delle
regioni che aspiravano all’autonomia; altre ancora tra le truppe russe
di supporto. Ma la maggior parte tra la popolazione civile di quei
territori, ucraina ma russofona, costretta per otto anni a vivere come
topi nella cantine di case bombardate un giorno sì e l’altro anche. E
da chi? Da chi stava aspettando, anzi, si stava adoperando, perché la Russia di Putin scendesse in guerra. D’altronde la Nato stava da tempo armando l’Ucraina come se fosse già un suo membro e la stessa Merkel (non una “guerrafondaia”) ha ammesso che gli accordi di Minsk, che prevedevano una forte, ancorché indeterminata, autonomia del Donbass, erano stati sottoscritti e disattesi “per prendere tempo”: in attesa di una guerra provocata dagli Stati già inclusi nella Nato, “abbaiando” ai confini della Federazione russa. Ma da oltre un anno le truppe ucraine sparano 9mila cannonate al giorno tanto da esaurire persino le scorte di proiettili degli Stati uniti su un territorio che considerano loro. E le truppe russe ne sparano altrettante al di là del fronte, contro un paese che considerano nemico, anche se non gli hanno mai dichiarato guerra. Sappiamo, ce lo raccontano ogni giorno TV e quotidiani, i danni e i morti che provocano i russi; anche deliberatamente. Ma i 9mila proiettili ucraini (cioè della Nato) colpiscono invece solo obiettivi militari? Non distruggono anche loro edifici e infrastrutture, non ammazzano persone, non inquinano campi, fiumi e falde, ora anche con proiettili all’uranio impoverito? Proprio quelli che hanno provocato 8mila cancri e 400 morti ai soldati italiani impegnati a suo tempo in Serbia; e chissà quanti – si dice 30mila all’anno, da allora e “per sempre” – tra la
popolazione civile. Gli stessi con cui sono stati devastati per sempre
anche l’Iraq e la sua popolazione… Che senso ha, allora, difendere – anzi, voler riconquistare – i confini di un territorio proprio mentre lo si sta distruggendo? Che “amor di patria” è mai quello che spinge a trasformarne una parte in una gigantesca Chernobil? Vediamo in TV molti testimoni delle persecuzioni inflitte dai russi, per lo più a popolazioni che anche il governo ucraino si era già premurato di perseguitare. Ma come verranno trattati i profughi ucraini russofoni, “rifugiati” in Russia per amore o per forza, se mai potranno fare ritorno in quei territori martoriati, una volta che vengano restituiti alla loro matrigna madrepatria? E quando? E come?
Si invoca il diritto all’autodifesa. Sacrosanto. Ma difesa di che? Di un territorio che intanto viene distrutto e reso inabitabile da chi lo rivendica, facendo pagare il prezzo di questa distruzione anche a chi, da questa parte del fronte, subisce un trattamento corrispondente ad opera dell’artiglieria e dei razzi russi? Che cosa rimarrà dell’Ucraina dopo una vittoria che più viene invocata e più si profila lontana?
Il fatto è che si discute di questo conflitto, che sta costando centinaia di migliaia di morti (Quanti? Non si sa. Abbiamo le stime, spesso farlocche, diffuse dal governo ucraino; ma anche quelle dei servizi segreti Usa trafugate dai russi, anch’esse probabilmente farlocche) come se l’alternativa fosse solo tra “vittoria” e “resa”. Quale vittoria? La resa di Putin? Il suo disarcionamento ad opera di Prigozin e soci? La dissoluzione della Federazione russa e la sua trasformazione in una immensa Libia a disposizione degli appetiti di Nato, Cina, Turchia, Pakistan e – perché no? – Isis? O, estrema ratio – ma non più tanto estrema – una bomba atomica che scateni l’Armageddon? O quale resa? L’occupazione militare permanente di una popolazione che ci viene raccontata indomita da parte di truppe mercenarie, o inconsapevoli, o insofferenti, reclutate ai margini dell’impero russo? Una Grozny permanente al centro dell’Europa, destinata poi a moltiplicarsi per cento, fino alle coste atlantiche del
Portogallo? È fin troppo chiaro, allora, perché nessuno si spinga a spiegare che cosa significa vittoria e che cosa significa resa in questo
frangente. Quello che in questo modo non viene messo in discussione è un dogma: non quello della pace perpetua di Kant, ma l’idea che a ogni guerra non ci sia altra alternativa che più guerra.
Invece le alternative ci sono. Intanto il cessate il fuoco: il risparmio di decine se non centinaia di migliaia di altre vite umane e dei pochi habitat ancora vitali. E l’allontanamento dell’”opzione” atomica. Poi la mediazione: ieri gli accordi di Minsk; oggi una soluzione che salvaguardi le condizioni minime di vivibilità delle popolazioni restituite ai loro territori. Con una garanzia internazionale della loro autonomia, in attesa che l’ossessione dei confini si allenti. Poi, forse, la ricostruzione. Ma quale, su un suolo irreversibilmente inquinato? E pagata da chi? E come? Con una nuova Versailles a spese della popolazione russa? E le armi? Truppe, mezzi e
atomiche lungo questa nuova cortina di ferro che divide l’Europa da se
stessa? Ma che non divide più capitalismo (e “democrazia”) da comunismo (e “totalitarismo”), bensì due imperi, non meno nocivi uno dell’altro per le popolazioni a essi soggetti: dalla Siberia alla Terra del fuoco. E poi? Non siamo forse alle soglie di una catastrofe climatica e ambientale? Ed è forse con le bombe, i cannoni, i tanks e i razzi che intendiamo sventarla? E non è forse questo – sventarla – il compito prioritario di chi ci governa? Ovunque e comunque? Ma quanti “convinti ambientalisti se ne sono dimenticati…
Inviato anche a Pressenza
G.Papa dice
Grazie per le riflessioni.
Giovanni
stella gaetano dice
LE GUERRE SONO TANTE. IL GOVERNO DELLA “fascista” MELONI le sta facendo tutte. Non c’è nessuna opposizione “istituzionale” reale. Prenderne atto collegare i diversi aspetti della REALTA’ EFFETTUALE. Negata e manipolata dal REGIME MEDIALE in atto…con propaganda quotidiana di armi orrori mercificazione consumo della vita … MA REAGIRE é fondamentale con pensiero criticità autonomia riflessione immaginazione …e capacità di MOVIMENTO REALE e pratica concreta di UN ALTRO MONDO POSSIBILE. Se abbiamo perso per strada ex compagni di viaggio…non è colpa “nostra” , CARO GUIDO…
CARI SIGNORI, I VANDALI SIETE VOI E NON CHI LOTTA PER IL CLIMA L’AMBIENTE LA NATURA LA VITA IL FUTURO
CARI SIGNORI , I VANDALI SIETE VOI e non i “ragazzi”che lottano per fermare la CRISI CLIMATICA il RISCALDAMENTO GLOBALE e salvare LA NATURA L’AMBIENTE LA BIODIVERSITA’ LA VITA IL FUTURO. Non c’è un solo atto del vostro operato che non sia un atto di GUERRA. Avete fatto la guerra ai RAVE, agli studenti della SAPIENZA che esprimevano “dissenso”alla vostra agiografia del CAPITALISMO, al Reddito di Cittadinanza misura lenimento alla povertà (che coinvolge attualmente 5,6 milioni di persone …come mai!) e non all’evasione fiscale che da anni ammonta a oltre 120 miliardi l’anno, agli ULTIMI DELLA TERRA e alle ONG che salvano persone mentre voi sovvenzionate torturatori stupratori e vampiri libici che li massacrano (come hanno fatto i vostri predecessori!), fate LA GUERRA-GUERRA continuando a mandare armi (di cui noi non sappiamo “niente”) violentando LA COSTITUZIONE e il suo art. 11 (come i vostri predecessori!), fate la guerra alla STORIA alla MEMORIA e ALLA VERITA’ prima minacciando una PRESIDE che aveva osato dire-raccontare cosa è stato e come è nato IL FASCISMO dei vostri pro-genitori politici ai suoi “ragazzi”… poi violentando VIA RASELLA LA RESISTENZA e il suo significato e valore nella lotta di LIBERAZIONE. Ma ci sono alcuni atti gesti decisioni che vi qualificano e dimostrano la vostra TOTALE INDEGNITA’ MORALE. L’avere CAUSATO LA MORTE di più di 90 persone per usarle come deterrente e freno (?)…ma lo spettacolo di morte quotidiana di disperati in cerca di vita … attraverso i vostri schermi mediali ci sommerge e ci angoscia ci divora e ci rende spettatori impotenti di UNA NUOVA SHOAH. Abbietto è mandare navi che salvano esseri umani… in porti a migliaia di chilometri. E voi, cari signori, avete dimostrato la vostra caratura morale quando siete andati a fare i gradassi a CUTRO nel LUOGO DEL DELITTO e non avete trovato il tempo per un “fiore”per i morti. VERGOGNA! Il vostro disprezzo ha raggiunto l’apice nel tentativo di “colpevolizzare” i “genitori” per la morte dei loro figli. E ora, con l’attacco e la guerra ai ragazzi che lottano per FERMARE LA CRISI CLIMATICA forse quell’apice l’avete pure superato. Perché tutte le azioni realizzate non hanno prodotto un solo guasto definibile irreparabile. Ma la farsa che si ripete è quella che vi vede artefici del rovesciamento della REALTA’ EFFETTUALE. VOI SIETE GLI INQUINATORI CHE FINANZIANO ANCORA FOSSILI . E con le trivellazioni che continuano i gassificatori e il gas che ci state imponendo ( anche la frasetta TRANSIZIONE ECOLOGICA è scomparsa e il suo “gestore”inquinatore sta passando a LEONARDO a “fabbricare” armi e distruzione…come si “conviene”…)…voi state decidendo l’aumento di Co2 e climalteranti riscaldamento globale accellerato e futuro negato alle nuove generazioni. E’ UNA FOLLIA. E il PIANO-MATTEI (povero MATTEI!) per il gas lo esemplifica bene. E gli ultimi dati dell’IPCC lo dimostrano inequivocabilmente. E’ per tutto questo che VE NE DOVETE ANDARE. Prima possibilmente dello sfascio definitivo del paese. Anche perché L’ITALIA E’ UNA REPUBBLICA NATA DALLA RESISTENZA ANTIFASCISTA E ANTINAZISTA e voi nelle parole nei gesti nei comportamenti e nelle decisioni siete FASCISTI . E lo rivendicate . INVITO QUELLI CHE NON HANNO VOTATO all’ultima ELEZIONE-TRUFFA e che non si riconoscono negli “eletti” dell’attuale Parlamento a porsi come obiettivo del 25 APRILE la richiesta perentoria delle DIMISSIONI DI BENITO-LA RUSSA per le ripetute dichiarazioni fatte. E’ d’altronde chiaro ed evidente che chi non ha mosso e non sta muovendo un dito per CACCIARE dalla seconda carica dello stato UN INDEGNO è vostro “complice” e invito a GRIDARLO.
Gaetano Stella – Lago di Chiusi-13-04-23
-passaparola!- blog.gaetanostella.it
Antonietta Lelario dice
Faccio notare a Viale che non c’è bisogno di arrivare a Caino e Abele, basterebbe fare una lettura storiografica che tenga conto anche delle logiche patriarcali e del loro tramonto per uscire da un contesto geopolico chiuso su se stesso.
luciano dice
Propongo di organizzare in p. Rossa,una manifestazione per la Pace.
Si potrebbero noleggiare un paio di pullman.
Cosa ne pensate?