E se per un momento ci dimenticassimo di pensare ai problemi legati ai rom e provassimo a immaginare le città che vorremo? Sarebbe un esercizio creativo con il quale potremmo pensare i quartieri con verde pubblico, orti, giardini, dove le persone si ritrovano a passare i pomeriggi, a «perdere tempo», ovvero a conoscersi, conversare.
Se provassimo a immaginare come i nostri desideri più profondi realizzassero di colpo, quartieri puliti, colorati con murales, dove le persone usano il verde anche per coltivare insieme e fare pranzi e cene, riscoprendo la convivialità? E se per un momento a queste immagini aggiungessimo persone di tutti le origini? E allora gli aromi potrebbero moltiplicarsi, forse inizieremo anche a vedere che da qualche parte si gioca a cricket e si preparano le deliziose papas a la huancaina insieme alle grigliate romane, sentiremo suonare un violino rom, e vedremo qualcuno danzare a piedi nudi sull’erba nei giorni di primavera…
Tutto questo potrebbe chiamarsi pensare Contro-campo. E se vi dicessimo che accade già da qualche parte, in questa Roma massacrata di luoghi di sofferenza come sono i campi rom? Se vi dicessimo che in alcuni quartieri di questa città i bambini rom, insieme alle loro famiglie si prendono cura di giardini e orti urbani? Passeggiano nei parchi e nelle strade principali di questi quartieri, giocano a pallone, suonano, ridono, insieme al resto delle persone che vivono li? E se vi dicessimo che questa Italia che verrà non è cosi lontana, ma che tutti possiamo cominciare a fare nei nostri quartieri uno sforzo per aprire spazi e attività a questi gruppi che non vedono l’ora di ricevere una proposta diversa da quella che il razzismo istituzionale gli ha propinato fino ad oggi?
Per adesso non sveliamo dove si svolgono queste attività perché in realtà potrebbero realizzarsi ovunque, vi diciamo solo che è più facile di quanto pensiate e che la società civile può e deve iniziare ad avanzare proposte di Contro-campo, di contro Apartheid, nelle quali mettersi in gioco e rompere l’isolamento angosciante dei campi. Non possiamo più guardare da un’altra parte. Alla protesta, alla denuncia (leggi anche il dossier La guerra di Alemanno contro i rom), devono seguire proposte conrete: non sarà la prima volta che la società civile fa un passo in avanti rispetto alla politica. In questo momento, in questa situazione il passo in avanti è più necessario che mai! Dipende da noi. Comune-info aderisce alla provocazione dell’Associazione 21 Luglio, e v’invita a condividere questa giornata di Contro/campo il prossimo 16 ottobre al Teatro Palladium (a partire dalle 16,30).
Questa giornata viene promossa per ricordare la deportazione degli ebrei e dei rom dalla città di Roma, avvenuta nel 1943: sarà una serata di approfondimento, dibattito, cultura e musica per riflettere su quali siano le migliori politiche da mettere in campo, per un superamento definitivo dei «mega campi monoetnici» all’interno dei quali, negli ultimi decenni, sono state confinate in Italia, le comunità rom e sinte.
Parteciperanno tra gli altri: Dezideriu Gergely (direttore del Centro europeo per i diritti dei rom); Emma Bonino (vice presidente del senato); Nando Sigona (ricercatore presso il Centro studi sui rifugiati dell’Università di Oxford); Pietro Marcenaro (presidente della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del senato) e tanti altri. Concerto dei Musikanti di Balval, del maestro Jovica Jovic e del sassofonista Gabriele Coen.
La serata è a sostegno della Campagna Stop Apartheid
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