La speranza è una forza testarda e contro corrente. Nulla oggi spingerebbe a sperare, neppure ingenuamente. Se guardiamo solo in superficie, la paura sembrerebbe essere ovunque; i muri, gli egoismi, l’indifferenza, il profitto, il disastro che incombe, che è già qui. Ma se guardiamo meglio, più in profondità … nei muri si aprono crepe, che potremmo forzare, estendere. Mettere in comune. Se guardiamo meglio, più in profondità … ma chi ha detto che non c’è?
Le resistenze al disastro della società del profitto e della guerra si annidano nelle buone pratiche cooperative e mutualistiche, processi aperti e in divenire, mai definiti. Germogliano nella cura dell’altro, dell’altra, del pianeta; cura che si fa consapevolezza, che si fa lotta: generativa, trasformativa. Sono resistenze fragili, complesse, forse disperse, deboli e indebolite, a volte molto “locali”. Ma sono le nostre speranze, le nostre scommesse, le nostre vie. E non possiamo fare altro che percorrerle. Sono piccole e grandi forze testarde e controcorrente: grazie a Comune che le racconta e le lega tra loro. Forse, la speranza più grande.
[Roberto De Lena]
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