«Siamo il grande assente nel dibattito sulla riforma del mercato del lavoro». Comincia così un appello diffuso dalle lavoratrici e dai lavoratori della conoscenza, dello spettacolo, della cultura e della comunicazione, della formazione e della ricerca, autonomi e precari del terziario avanzato. «Questo – scrivono – è il momento di promuovere, oltre i confini delle singole categorie, la consapevolezza di un obiettivo comune: creare il diritto effettivo e universale di cittadinanza e un dovere di solidarietà sociale». E su questi temi lanciano anche un’assemblea il 5 maggio (dalle 10 alle 14) alla Città dell’altra economia a Roma.
Si tratta insomma di coloro che sopravvivono con la partita Iva, i contratti di collaborazione, le borse di studio nonostante ogni giorno producano beni comuni «intangibili e necessari: intelligenza, relazioni, benessere sociale».
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