Roma ha un giardino meraviglioso che è anche il più grande parco pubblico della città e si chiama Villa Doria Pamphili. In tempi di pandemia e cambiamenti climatici, a prendersi cura di questo giardino c’è anche Zona Verde, un movimento, spiegano, nato dalla “consapevolezza dell’assoluta necessità di salvaguardare e valorizzare l’ambiente e il patrimonio arboreo e boschivo…”. Il rischio, spiegano, è che le tradizionali “riqualificazioni” si traducano anche a Villa Pamphili in cemento e capitozzature… C’è un’altra idea di cura da coltivare
Foto di Matteo Nardone (che ringraziamo)
“Zona verde” è un movimento nato dalla consapevolezza dell’assoluta necessità di salvaguardare e valorizzare l’ambiente e il patrimonio arboreo e boschivo, di ridurre le emissioni inquinanti, di prevenire il dissesto idrogeologico, di migliorare la qualità dell’aria, e prenderci cura come comunità dei beni comuni. Siamo cittadine e cittadini di Monteverde e altre zone di Roma, insegnanti, giuristi, genitori, medici, studenti, agronomi, giornalisti, psicoterapeuti, operatori del benessere, dirigenti aziendali, impiegati, lavoratori intermittenti, del turismo, architetti, paesaggisti, sociologi, lavoratori dallo spettacolo e della cultura, artisti, attivisti, commercianti, pensionati e bambini: ci siamo uniti per condividere valori ecosofici e tutelare Villa Pamphilj, in particolare gli alberi e le piante, patrimonio collettivo che viene quotidianamente danneggiato per lavori di “riqualificazione” che non tengono contro della flora preesistente.
Osserviamo che per allargare una strada dentro la villa Pamphilj è stato inserito del cemento, addirittura a ridosso dei tronchi, e buttati gli scarti sulle aiuole. I lavori di manutenzione del verde, nel 2021, dovrebbero tener conto dell’ecosistema tutto e conciliare gli interessi delle pratiche umane (piccole manutenzioni, emergenze) con quelle della natura che è l’unica vera protagonista dei parchi urbani. Riqualificazione dovrebbe significare cura e attenzione per il paesaggio, per i beni comuni, negli interessi della cittadinanza e delle generazioni future, non certo speculazione. A volte basta cambiare il tracciato di una strada di pochi metri per salvare un albero che ha impiegato tanti anni e tanta energia per costruire la sua struttura, e ci ripaga in ossigeno e bellezza se lo lasciamo vivere. Non è sufficiente sostituire alberi anziani con nuovi alberi, spesso le specie e le varietà storicamente presenti nei parchi oggi sono introvabili, portare nuovi alberi può significare portare nuovi problemi: proprio così – introducendo nuove piante, provenienti spesso da altri continenti – abbiamo introdotto organismi alieni, che oggi distruggono le siepi di bosso come la piralide o le palme come il punteruolo rosso.
Foto di Dario Naglieri
Il cambiamento climatico non ci permette di avere garanzie sul futuro: da ora è necessario prediligere lavori di piccola manutenzione alle “grandi opere”; è giusto che i disabili possano attraversare il parco pubblico, non è giusto però utilizzare il cemento per le strade e non rispettare gli alberi. Ci sono molti modi di realizzare una strada in un parco: le terre stabilizzate consentono ormai da anni ottimi risultati. Il cemento in un parco è preistoria! E se proprio fosse necessario per sopportare il transito di grandi mezzi, esistono cementi speciali con additivi che permettono permeabilità e traspirazione, fondamentali per la salute del terreno e delle piante che ospita. Anche le potature aggressive, spesso capitozzature, non tengono conto delle necessità climatiche oltre che del benessere degli alberi, sono solo sintomo di ignoranza o peggio menefreghismo da parte di progettisti e operatori.
Con l’aiuto di esperti, paesaggisti e agronomi, abbiamo osservato i danni causati dalla strada di cemento anche per il flusso dell’acqua, non a caso si è creata una palude accanto a questa nuova strada in cemento e pozzolana, nonostante il tentativo di risolvere il problema con canalizzazioni e tubi di drenaggio che sono stati interrati sacrificando molte bellissime piante o danneggiando le radici degli alberi adiacenti. Utilizzando tecnologie più moderne ed eco-compatibili non ce ne sarebbe stato bisogno. Il cemento tra l’altro cambia completamente – in peggio – l’immagine e la percezione di un parco grande e importante come questo, che è (e non vorremmo dire.. era..) una porzione di campagna dentro la città.


Abbiamo visto, non solo a livello locale, anche grazie alla pandemia, come tutto sia interconnesso, come la nostra salute psicofisica dipenda anche dal rispetto della natura e dell’ecosistema intero. Proprio questo problema globale sta indirizzando lo sviluppo delle città verso la realizzazione di numerosi spazi comuni all’aperto, possibilmente verdi, dove incontrarsi serenamente respirando aria pulita, garantendo una migliore igiene ambientale e sicurezza anche in prospettiva negli anni a venire, per prevenire in modo semplice e naturale il ripetersi di quello che stiamo vivendo, malattie e perdita di libertà. Ora abbiamo un nuovo motivo, importantissimo, per difendere gli spazi verdi. Continuando a distruggere e saccheggiare il pianeta Terra anche l’umanità rischia seriamente di estinguersi.
È il momento di entrare in azione per il futuro di questo bellissimo parco e – in prospettiva – del verde di tutta la città e del pianeta che ci ospita.
Domenica 28 marzo ore 12, a Villa Pamphilj ecopicnic. Per informazioni: https://www.facebook.com/groups/833866853902468 e per la posizione precisa contattare su What’s Up: 3407915916 Zona Verde Villa Pamphilj
Una bella iniziativa a cui intendo partecipare. Bravi.
Completamente a sostegno di questa iniziativa.
Bravi, anche io sono rimasta basita di fronte a questo scempio di lavori, frutto di baratto politico per le prossime elezioni amministrative. C’è da inorridire… Vi stimo e vi incoraggio.
Questo è il grande movimento che aspettavamo dopo le iniziative di pochi cittadini arrabbiati per lo scempio in opera nel parco
bellissima inuziativa parteciperò
Bravi, spero che la vostra iniziativa sia di esempio e stimolo per tante altre realtà romane verdi da tutelare.
Continuate così, io non abito vicino, ma la mia famiglia senz’altro parteciperà e vi potrà sostenere.
Bravissimi! Per favore, continuate ad amare così la nostra città