Appunti di economia critica. Stralci da «Lavoro e ambiente: un conflitto che deve trovare una sintesi», di Giorgio Nebbia.
La marcia dei lavoratori dell’acciaieria di Taranto, il 21 marzo 2012, in difesa del posto di lavoro “contro” gli “ambientalisti” merita qualche considerazione più generale (…) Tutta la storia dell’industrializzazione moderna ha visto, in generale, la ricerca, da parte degli imprenditori, di alti profitti sia per una loro crescente avidità, sia anche solo per sanare errori del passato, a spese degli altri due diritti fondamentali: la salute dei lavoratori e la salute dell’ambiente, che vuol poi dire la salute delle famiglie degli stessi lavoratori, al di fuori della fabbrica, e dell’intera comunità (…)
Credo soltanto che la grande sfida, anche per uscire dalla crisi europea attuale, consista proprio nel cercare di conciliare dei diritti oggi contrapposti (…) Ci sono tutte le condizioni e le conoscenze tecniche, scientifiche e biologiche per produrre merci e energia senza avvelenare le persone e l’ambiente, senza distruggere beni collettivi (…)
L’occupazione non si garantisce accettando che tonnellate di polveri entrino ogni anno nei polmoni degli operai della cokeria e degli altiforni dell’acciaieria di Taranto e piovano sui terrazzi e nei polmoni degli abitanti di Tamburi, accettando la deturpazione delle cave ridotte a discariche, con lo sfruttamento degli immigrati nei disumani lavori nei campi, con le costruzioni di palazzoni sulla riva di cave abbandonate, con parcheggi scavati nelle falde idriche sotterranee, eccetera
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