
di Alain Goussot*
Di fronte all’attacco esplicito a tutto il sistema dei diritti umani – diritti sociali, diritto ad un lavoro dignitoso per una vita dignitosa, diritto a curarsi, diritto ad essere assistito, diritto all’istruzione, diritto a partecipare alle scelte collettive e a fare vivere la democrazia e la la sua essenza pluralistica, diritti civili e eguaglianza a prescindere dalle origini sociali o etnico-culturali – condotto dagli ambienti finanziari e dei suoi esecutori servili come l’attuale governo italiano, sembra che non ci sia nulla da fare e che i potenti, i governi addomesticati agli interessi dei gruppi multinazionali della finanza e delle banche, possono decidere e fare quello che vogliono. Al cittadino rimarrebbe solo da piegarsi e da accontentarsi della nuova servitù che sta configurando il neoliberismo e i suoi paladini nella politica e nei media.
Sembrerebbe che il caso greco, dopo la vittoria di Syriza e della sinistra antiliberista (qui un’analisi molto interessante di I movimenti sociali e il governo di Syriza, ndr) che si deve piegare ai diktat della troika per non affamare il popolo (nessuno s’indigna di fronte alla violenza praticata dalle banche e dalla Banca centrale europea verso il popolo greco minacciato di morte), confermi effettivamente la tesi che non c’è nulla da fare. Eppure le cose non sono così semplici e lineari come lo vorrebbero i “cani da guardia”, per usare l’espressione dello scrittore francese Paul Nizan, dell’aristocrazia finanziaria che sta dominando.
,Nella vita quotidiana c’è molta rassegnazione ma c’è anche tanta gente che continua a lottare, a resistere, ad organizzarsi in modo autenticamente cooperativo, e a sperare: ogni giorno nelle scuole devastate dalle politiche di austerità governative nonché dal progetto esplicito di non educare al pensiero vi sono insegnanti che trasmettono calore e speranza, nei quartieri delle città degradate dall’assenza di politiche sociali, culturali e dalla povertà vi sono cittadine e cittadini che si organizzano per combattere la barbarie che avanza (con le spinte all’intolleranza e al razzismo), nel mondo del lavoro pubblico e privato ci sono tante lavoratrici e lavoratori che fanno il loro lavoro con onestà e si oppongono allo sfruttamento.
Insomma l’utopia di una società più giusta e umana, fatta di eguaglianza e solidarietà pulsa nella coscienza e il cuore di tante cittadine e di tanti cittadini, e si materializza ogni giorno nelle loro pratiche.
L’anomia, come Émile Durkheim chiamava l’assenza di valori, dei governi, a cominciare da quello italiano attuale, scozza con la testarda resistenza etica di milioni di donne e di uomini che continuano a sperare e a praticare nelle loro vite l’utopia concreta che ha segnato in diversi momenti la storia dell’umanità da Socrate in poi. Le classi dominanti lo sanno e temono un nuovo Rinascimento e il risveglio delle coscienze.
La speranza non è morta.
* Alain Goussot è docente di pedagogia speciale presso l’Università di Bologna. Pedagogista, educatore, filosofo e storico, collaboratore di diverse riviste, attento alle problematiche dell’educazione e del suo rapporto con la dimensione etico-politica, privilegia un approccio complementaristico e interdisciplinare (pedagogia, sociologia, antropologia, psicologia e storia). Ha pubblicato: La scuola nella vita. Il pensiero pedagogico di Ovide Decroly (Erickson); Epistemologia, tappe costitutive e metodi della pedagogia speciale (Aracneeditrice); L’approccio transculturale di Georges Devereux (Aracneeditrice); Bambini «stranieri» con bisogni speciali (Aracneeditrice); Pedagogie dell’uguaglianza (Edizioni del Rosone). Il suo ultimo libro è L’Educazione Nuova per una scuola inclusiva (Edizioni del Rosone, 2014).
DA LEGGERE
La possibilità di un cambiamento radicale, profondo, sorge dal basso, da ciò che è nascosto, latente. Il capitalismo lotta continuamente per trovare una più profonda subordinazione della vita alla sua necessità di dominare ed espandersi. La sua dominazione, tuttavia, è inconcepibile senza la resistenza. Il signore dipende dai suoi sudditi. Ed è in questa dipendenza che si trova la chiave per comprendere la crisi del suo dominio. Il nostro “mettere in comune” è il movimento della crisi
Ricordando Ernst Bloch, il grande filosofo della speranza, dell’utopia e della liberazione umana qui e ora
Mondi diversi già esistono. Noi proviamo a raccontarli
Con ostinazione alcuni continuano a praticare speranza e calore per un luogo che prima o poi ci dovrà pur essere. Intanto cancellano e ridisegnano la mappa. Grazie Comune. Ho molto gradito
Ho molto gradito anch’io.
Chi crede che il mondo sia sempre migliorabile, che la democrazia sia sempre in fieri, non può che continuare a lottare. E vorrei dire anche che lottare non è solo fatica, è vita,è creatività, e sentirsi attivi e partecipi, è ricerca e tante altre cose ancora…
Il mondo non sarà mai quello che vorremmo che fosse e non dobbiamo stupirci se la politica di chi governa non fa quello che noi vorremmo, ma la politica siamo anche noi… Grazie Comune