Il messaggio è che non ci sono più tabù
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Lo spettacolo offerto dal Senato della repubblica al momento del voto sulla commissione contro odio e razzismo proposta da Liliana Segre non va sottovalutato. Tutti i senatori della destra si sono astenuti e hanno anche platealmente evitato di applaudire la senatrice a vita, rimanendo seduti mentre gli altri senatori si alzavano in piedi come forma di apprezzamento per Liliana Segre, finita ad Auschwitz da ragazzina e fra le poche sopravvissute ancora in vita. Una donna che con la sua sola presenza dà lustro allo screditato parlamento italiano.
Il gesto dei senatori della destra non risponde a una banale logica parlamentare – il no, anzi l’astensione rispetto a una proposta della maggioranza – ma serve a rendere evidente, addirittura clamorosa la scelta di campo compiuta dalla destra. Il messaggio è che non ci sono più tabù: non il razzismo, non l’antisemitismo, non i discorsi d’odio. Di questo si tratta e non c’è da scrollare le spalle come se tutto fosse già noto, perché la certificazione con un voto parlamentare e l’aggiunta dello sgarbo plateale alla senatrice Segre segnano una linea di demarcazione che va oltre l’ammiccamento, lo sproloquio, la violenza verbale in rete.
Negli ambienti della destra da tempo si coltiva una mitologica narrazione secondo la quale la libertà d’opinione sarebbe compressa dall’ideologia del politicamente corretto, imposta – secondo questa teoria – da una dittatura culturale che fa capo a una generica sinistra intellettuale. Dal rifiuto di questa dittatura, deriverebbe la natura libertaria (e liberatrice) del gergo estremo e scurrile caro ai quotidiani vicini alla destra e ai politici, militanti e simpatizzanti della destra-destra. In questo brodo di coltura hanno preso piede i discorsi d’odio, molte fake news di stampo razzista e – non ultima – la deriva antiprofessionale di alcuni quotidiani e singoli giornalisti. Ora tutto ciò viene rivendicato con il gesto compiuto al Senato.
Gli sforzi per frenare la violenza verbale dominante nei social network e ampiamente accettata nel dibattito politico (se ancora vogliamo chiamarlo così) diventano una semplice azione politica di parte, da respingere senza esitazioni (in questo caso con una benevola astensione per addolcire un po’ la pillola rispetto all’estremismo della posizione assunta).
Sappiamo che il discorso d’odio, il ricorso agli stereotipi discriminatori, il lessico razzista, l’avversione per lo straniero sono in questi anni circolati ben oltre i confini della destra politica, trovando spazio – per dire – anche nei mezzi d’informazione considerati progressisti (da leggere e rileggere Lessico del razzismo democratico di Giuseppe Faso). A maggior ragione è urgente cercare strumenti capaci di denunciare questa prassi e richiamare chi ha facoltà di parola in pubblico al senso della misura e della responsabilità, anche alla luce dei mezzi fallimenti registrati in ambito giornalistico (altro che dittatura del politicamente corretto!).
La Commissione Segre, potenzialmente, è uno di questi strumenti, ma intanto la sua istituzione è stata un’occasione per spostare ancora più avanti la linea dell’impossibile – dell’insopportabile – che diventa lecito. Quei senatori rimasti seduti mentre gli altri applaudivano Liliana Segre sono il sintomo (ma anche i protagonisti) di un degrado politico, culturale e morale che dura da tempo e che rischia di aggravarsi ulteriormente. Proprio come sostiene la senatrice Segre, espulsa bambina dalle scuole italiane e spedita nel lager, oggi testimone incompresa – o forse compresa fin troppo bene – di un pericoloso declino della nostra vita democratica.
Tra le tante colpe della Sinistra c’è quella, tragica ed esiziale, di aver sottovalutato l’ignoranza degli italiani (i’Italia è uno dei paesi più ignoranti d’Europa, con 6 milioni di analfabeti totali e 30 milioni di analfabeti funzionali); il che vuol dire 36 milioni di ignoranti, che sono facile preda dei vari populisti (Renzi, Berlusconi, Bossi, Salvini, Meloni, ecc.) capaci di parlare alla pancia della gente. C’è un solo modo per contrastare i populismi, i sovranismi, i razzismi, gli antisemitismi ed è SCUOLA, SCUOLA, e ancora SCUOLA ! ! ! Ed è quello che avrebbe dovuto fare la Sinistra nei decenni, in cui è stata al potere. Oggi, con una Destra forte, che ha imparato come si parla alla pancia di 36 milioni di ignoranti, tutti suoi potenziali “clienti”, sarà tutto molto, ma molto più difficile !
La sinistra non è stata decenni al potere, casomai quella è la DC…il problema forse è che dopo la caduta del muro di Berlino la Sinistra è pian piano entrata in una crisi d’identità sempre più profonda ed è prevalsa in tutto il mondo l’ideologia liberista che ha creato le diseguaglianze economiche e sociali che sono sotto gli occhi di tutti e così, come dopo la crisi del ’29, in una società sempre più fragile e spaventata, prevalgono ideologie che tendono al totalitarismo: le società impoverite e spaventate cercano rifugio nell’uomo forte che, in nome della sicurezza, sacrifica i princípi democratici…la sinistra deve ritrovare la sua identità nei valori della democrazia e della maggiore eguaglianza sociale per riacquisire la forza ed il coraggio perduti…