Anche a Roma e nel Lazio, dopo la grande manifestazione nazionale del 28 aprile ai Fori (foto-reportage), promossa per chiedere «città a misura di bicicletta», e in attesa della «Critical mass interplanetaria» del 25/27 maggio continuano le iniziative promosse dal movimento Salvaiciclisti. Domenica 20 in molte città di tutta Italia quelli di Salvaiciclisti si sono dati appuntamento davanti ai municipi, per andare oltre la conoscenza via web che ha caratterizzato finora il movimento e «cominciare un percorso comune». I sit-in sono stati silenziosi, per espriemere solidarietà dopo le tragedie di Brindisi e del terremoto. Intanto, secondo Ecf (European cyclists’s federation), la federazione dei ciclisti europei che raduna tutte le associazioni che si occupano di ciclabilità in Europa, la campagna italiana Salvaiciclisti «è pazzesca e potrebbe aver già eclissato la campagna sorella britannica».
Ora l’obiettivo è promuovere inziative a livello locale. «Perché ormai abbiamo capito che non possiamo lasciare tutto nelle mani di sindaci e assessori che, in molti casi, conoscono la bicicletta solo per sentito dire», si legge in una nota diffusa on line. E nel caso di Roma la preoccupazione è quanto mai adeguata. I risultati immediati da raggiungere restano, tra gli altri, la modifica della segnaletica per gli incroci più pericolosi e la «costruzione» di percorsi ciclopedonali in centro.
Città invisibile è un piccolo collettivo attento ai temi sociali e della decrescita, nato all’interno dell’omonima libreria (info [at] editoriadellapace [dot] org) dell’ex mattatoio di Testaccio.
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