Che si tratti di un cambiamento iniquo è sicuro, ciò non toglie che apra lo stesso prospettive inedite a proposito di altra mobilità e della relazione tra cittadini e territori. Ecco stralci della notizia (diffusa da linkiesta.it).
Tra il costo dei pedaggi stradali alle stelle e il prezzo della benzina che sale ogni giorno, ad Atene in molti hanno deciso di appendere la macchina al chiodo e affidarsi ai pedali. Come riporta Reuters, le statistiche parlano chiaro: il numero di automobili per le strade greche è calato del 40% all’anno negli ultimi due anni, mentre la vendita delle biciclette nel 2011 è cresciuta del 30% in più dell’anno precedente (lo scorso anno ne sono state vendute 200 mila). (…) Ogni ateniese ha ormai almeno un negozio di biciclette nel proprio quartiere.
Ma nella Grecia dell’austerità, le città non sono pronte a ospitare così tanti ciclisti come nelle altre capitali europee. Lungo le poche piste ciclabili disponibili si trovano alberi e macchine parcheggiate, così molti ateniesi sono costretti a districarsi tra i clacson e le manovre azzardate degli automobilisti indisciplinati. «Questa non è Berlino», dicono in tanti, «e andare in bici qui è rischioso». Ma i neociclisti prodotti dalla crisi sono ottimisti e credono che anche in Grecia la cultura delle due ruote crescerà come in Germania e in Olanda.
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