Gli Stati Uniti, naturalmente, non sono solo Trump o Hillary Clinton. Basta vedere come funziona in California l’azienda agricola Swanton. E’ diventata la prima fattoria certificata biologica della California nel 1987. Nel 1998 è stata la prima azienda biologica che ha firmato un contratto con la United Farm Workers., i suoi dipendenti sono stati fin da allora iscritti al sindacato, cosa che non avviene spesso nel mondo delle imprese bio. Negli Stati Uniti sta però crescendo un movimento di imprese di produttori agricoli che hanno adottato una nuova etichetta per valorizzare eticamente i loro prodotti: Cibo Certificato Giusto

di Nick Romeo*
A quasi dieci miglia a nord di Santa Cruz, un furgone giallo e nero molto rovinato sta arrugginendo tra l’erba a lato di una meravigliosa visione dell’autostrada costiera della California. Dal suo pianale si erge una grande sagoma a forma di fragola, di legno dipinto di rosso, con ciuffi verdi che spuntano dalla cima per imitare le foglie. Una scritta sulla parte posteriore del l’autocarro dice “Jam Tasting”, gustate le nostre marmellate, e indica un antico granaio di legno dove funziona il quartier generale della Swanton Berry Farm, la prima azienda biologica sindacalizzata degli Stati Uniti.
I termini “biologico” e “sindacalizzato“ raramente si incontrano insieme e c’è una ragione. Conseguire la certificazione per il biologico e rispettare gli accordi sindacali per i lavoratori è costoso e prende molto tempo. Per i produttori agricoli che già operano con dei modesti margini di guadagno, la prospettiva di rispettare le due normative può spaventare. Bruce Goldstein, presidente dell’organizzazione non a scopo di profitto di Washington D.C. “Giustizia per i lavoratori delle aziende agricole”, calcola che dei circa 2,5 milioni di lavoratori agricoli in America, soltanto 25.000 sono iscritti a un sindacato. E soltanto una piccola percentuale di questi 25.000 lavora in una azienda agricola biologica.
“A me sono simpatici i produttori agricoli che ritengono di poter sostenere di pagare meglio i loro dipendenti”, dice Jim Cochran, il proprietario di una azienda agricola che ha fondato Swanton nel 1983 ed è oggi un uomo energico dai capelli bianchi di 69 anni. “Io sto cercando di dimostrare che è economicamente fattibile offrire buoni tutele contrattuali e un salario per vivere, e poter ancora guadagnare senza ricevere alcun sussidio”.
La soluzione, dal produttore direttamente al consumatore
Una delle maniere che ha trovato valide è costituita dal vendere circa il 75% di ciò che produce direttamente ai consumatori. Uno strano negozio ad una sola porta collocato dietro un granaio vende i prodotti freschi della Swanton e i suoi prodotti trasformati. All’interno colpisce lo stile familiare rustico elegante del nord della California: palchi di corna, giganteschi ceppi di pino, stivali da cavaliere, carte geografiche, e un antico orologio che decora le pareti di legno. Barattoli di vetro pieni di mirtilli, di ollalieberry (un incrocio tra due varietà di mirtilli) e di marmellate di fragole riempiono gli scaffali e sono ammucchiati in cesti ridipinti; spremute di aranci “kabocha” sono impilate in cesti di vimini; e fette di torte di noccioline, mele e frutti di bosco, fatte in casa, sono allineate sugli scaffali di un frigorifero.
Ma mescolato con tutte le cose stravaganti di campagna c’è un problema più politico. Davanti al bancone entrale c’è una vecchia rivista del 1969 con il profilo di un leggendario organizzatore di sindacati, Cesare Chazez. Sulla parete dietro la “cassetta d’onore”, – di cui parleremo più avanti – pende la ben nota bandiera rossa e nera dei Lavoratori Uniti Agricoli, che ha al centro un’aquila ad ali spiegate, il simbolo che Chavez sperava avrebbe ispirato coraggio ai lavoratori agricoli. Una insegna sopra la porta d’entrata dice. “Ogni cosa qui è fatta in casa da lavoratori sindacalizzati e può essere acquistata usando il sistema d’onore”.
Mentre la soluzione di vendere direttamente ai consumatori vincola la distribuzione ad un’area limitata, elimina anche la percentuale di ciascuna vendita che va agli intermediari, che significa un maggior percenutale per dollaro incassato per Swanton. Swanton vende una parte dei suoi frutti di bosco alla Whole Foods, un negozio che Cochran afferma sia contento di pagare un prezzo alto poiché crede negli stessi valori della fattoria. Ma le vendite dirette – nella forma dei mercati contadini –, i campi per la raccolta stagionale dei frutti di bosco e il negozio della stessa Swanton, rappresentano le categorie più redditizie. (Consulta “La Guida del Consumatore alle Etichette Alimentari)
Cochran ha perfino eliminato la funzione del cassiere nel suo negozio: i clienti pagano per le torte, i prodotti freschi, le marmellate, le zuppe e il caffè inserendo la giusta cifra dovuta nella “Cassetta dell’Onore”, una scatola di legno collocata all’ingresso del negozio. Le cifre superiori ai 20 dollari sono inserite in una piccola fessura dietro la cassetta, ma i clienti sono invitati a prendere il loro resto dal mucchio non sorvegliato di monete collocato sul bancone.
Una concezione errata molto comune
La storia di Swanton è un susseguirsi di prime volte: E’ diventata la prima fattoria certificata biologica della California nel 1987. Nel 1998 è diventata la prima azienda biologica che ha firmato un contratto con la United Farm Workers., e i suoi dipendenti sono stati fin da allora iscritti al sindacato. Nel 2005, i lavoratori hanno cominciato a ricevere dei premi in azioni che permettevano loro di conseguire parte della proprietà dell’azienda. Oggi, i 24 dipendenti fissi della Swanton ricevono dei salari orari che variano, in rapporto all’anzianità di servizio, dai 10,75 ai 15,50 dollari. Ricevono anche una assicurazione completa per le cure mediche, una assicurazione per le cure dentarie, giorni di malattia pagati e godono di vacanze pagate, straordinari e bonus. Il compenso medio complessivo si aggira sui 18 dollari all’ora. (Confronta “Come aggiornare “Raccolti di vergogna” per il 21° secolo”)
“Io credo che la “Food Justice” sia oggi dove il biologico era nel 1979” racconta Elizabeth Henderson, Cofondatrice del Progetto per una Agricoltura di Giustizia”
Molti dei raccoglitori di frutti di bosco in California sono pagati in base a quanto raccolgono – un sistema che incentiva la rapidità del lavoro e favorisce i giovani e le persone sane. Mentre è possibile per i raccoglitori veloci guadagnare un compenso orario decente, questo tipo di occupazione vale solo per i lavori stagionali, mentre sono costretti a spostarsi o a trovare altri lavori per il resto dell’anno. Al contrario, tutti i lavoratori della Swanton hanno dei contratti a pieno tempo, e sono occupati per tutto l’anno, e molti di loro sono ormai alla Swanton da molti anni. Oltre ai frutti di bosco, la Swanson produce anche piselli, meloni, zucche, broccoli, cavolfiori e altri vegetali, quindi tra la semina, la raccolta, la manutenzione e la trasformazione , hanno abbastanza lavoro durante tutto l’anno.
Il lavoratore più anziano alla Swanton è un uomo di 53 anni che si chiama Porfirio. E’ stato in azienda per più di 20 anni e come altri 17 dipendenti della fattoria, vive in una abitazione che Cochran mette a disposizione per soli 90 dollari al mese. “A me piace che i frutti qui siano biologici, e mi piace che Jim si prenda buona cura delle persone”, dice. Egli ha anche lavorato in una azienda non sindacalizzata della California, che non era biologica. “ I frutti puzzavano a causa dei pesticidi e le stagioni erano più corte”, egli dice,. “Dovevi lavorare dieci ore al giorno per sei giorni alla settimana, senza avere le tutele, magari solo per quattro mesi all’anno. Qui è molto meglio”.
Swanton è una delle poche aziende, peraltro in aumento, che adottano una nuova etichetta per i consumatori chiamata “Il cibo giusto certificato”. Il Progetto non profit Agricultural Justice” controlla questo tipo di certificazione sorvegliando e fornendo consigli alle aziende per garantire che esse rispettino dozzine di rigidi standard che coprono la sicurezza dei lavoratori, i compensi, la trasparenza e la correttezza dei rapporti. La cofondatrice Elizabeth Henderson, anch’essa produttrice biologica, spera che l’etichetta possa correggere un errore molto comune: quello di credere che il cibo etichettato come biologico sia anche stato prodotto da lavoratori trattati correttamente e che ricevono un salario decente.
Attualmente vi sono sei aziende Certificate Cibo Giusto nel Nordamerica, ma sono più di 25 quelle che stanno realizzando i necessari miglioramenti e sottoponendosi alle ispezioni obbligatorie per ottenere l’etichetta. “Io sto realizzando una agricoltura biologica dal 1979”, dice la Henderson, “Ma ci sono voluti venti anni per vedere effettivamente riconosciuto il termine. Io penso che Food Justice è arrivata oggi dove il biologico era nel 1979”. (Vedere “Gettare fango sopra l’etichetta di organico”).
Da parte sua, Cochran ha cercato di rendere la Swanton redditizia attraverso gli anni con il suo sacrificio personale ma anche con pratiche di gestione innovative. Circa dieci anni fa, dopo che un fungo aveva distrutto un intero raccolto, aveva offerto la sua casa come garanzia collaterale per un prestito che permettesse all’azienda di continuare a funzionare. Egli ancora oggi ha uno stile di vita molto semplice. L’anno scorso ha guadagnato circa 45.000 dollari. Mentre questa cifra avrebbe potuto essere molto più grande se avesse pagato meno i suoi dipendenti, Cochran crede veramente nel diritto dei lavoratori agricoli ad un compenso giusto. “Voglio che essi diventino classe media”, dice, “credo che se lo meritino”.
Porfirio, che spera in futuro di gestire una sua fattoria in Messico, aveva una visione filosofica del perché così poche aziende agricole sono così generose come la Swanton. “Ogni persona ha un cuore differente”, dice, “ Jim ha un cuore buono, ma le persone buone sono rare”
*Nick Romeo collabora regolarmente con National Geographic. Vive a Palo Alto, California
Fonte :nationalgeographic.com
Traduzione per comune info di Alberto Castagnola
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