Tratta da pixabay.com
In questa dichiarazione di Environmental Peacebuilding (Open letter) – una associazione che si propone di “incorporare la gestione delle risorse naturali nelle attività e nelle strategie di sostegno alla sicurezza e agli obiettivi umanitari e di sviluppo” – appare uno dei rari, benché brevi accenni alla distruzione ambientale (zone umide protette del Mar Nero) che non sia ricondotta esclusivamente alle sue conseguenze sull’umanità, ma al valore degli ecosistemi in sé e alla vita animale.
Mentre è stato dato ampio spazio sulla stampa alla sorte degli animali domestici in Ucraina, il tema dell’estinzione della vita selvatica dovuta alla guerra raramente è stato toccato benché i conflitti tra il 1998 e il 2018 abbiano avuto un drammatico impatto sul 75% dei mammiferi e degli uccelli. Lo ha affermato Priya Chauhan l’11 marzo 2022 nell’articolo Endangered Species in Ukraine Facing Extinction amid Russian Invasion sul sito “Planet Custodian”.
Al contrario, il tema della responsabilità penale per i danni ambientali durante il conflitto sollevato in questa dichiarazione è stato ripreso in due articoli: quello della giurista Rachel Killean, The Conflict Reveals the Limits of State Accountability for Environmental Harm in War sulla punibilità del crimine di ecocidio del 7 marzo e quello di Isabella Kaminski, Could Russia Be Prosecuted for Environmental Harm in Ukraine? Del 24 marzo.
Lettera aperta sulle dimensioni ambientali dell’invasione russa in Ucraina (3 marzo 2022)
Noi, 902 firmatari individuali e 156 organizzazioni di oltre 75 paesi, scriviamo per esprimere la nostra solidarietà con il popolo ucraino di fronte all’invasione aggressiva del loro paese da parte della Federazione russa in esplicita violazione del diritto internazionale e dei diritti fondamentali dei popoli ucraini all’autodeterminazione democratica. Esprimiamo inoltre la nostra solidarietà con le migliaia di cittadini-e coraggiosi-e che in Russia hanno levato la loro voce contro questa guerra in violazione del diritto internazionale. Questa guerra colpisce al cuore l’ordine mondiale affermatosi dopo la Seconda guerra mondiale.
Come cittadini-e e professionisti-e che hanno dedicato le loro vite e le loro carriere all’impegno per la pace nel mondo, siamo profondamente consapevoli delle connessioni profonde tra i conflitti e l’ambiente, della importanza vitale di un ambiente sano per la pace e la stabilità dopo il conflitto, e di conseguenza, dell’importanza fondamentale di affrontare le dimensioni ambientali della guerra.
L’invasione russa dell’Ucraina ha conseguenze immediate sui diritti umani e sulle vite umane. Questi impatti saranno ampliati dai potenziali impatti catastrofici della guerra che in se stessi pongono minacce immediate e a lungo termine ai diritti umani, alla salute, al benessere e alla sussistenza umana.
L’intenzionale acquisizione e occupazione del sito del disastro nucleare di Cernobyl crea rischi profondi e potenzialmente a lungo termine alla popolazione ucraina e alle nazioni europee. Le operazioni militari russe hanno già sollevato polveri radioattive e aumentato radiazioni, suscitando serie preoccupazioni sulla possibile diffusione di materiale radioattivo in nuove aree dalle truppe e dagli equipaggiamenti militari russi. Ancora più inquietante è l’acquisizione russa di un deposito di materiale nucleare che non costituisce obiettivo militare e che dovrebbe sollevare le preoccupazioni di tutte le nazioni.
Né Cernobyl è il solo sito nucleare a rischio. L’Agenzia internazionale per l’energia atomica ha rilevato che i missili sono caduti nelle vicinanze di due diversi siti di smaltimento nucleare. Le operazioni militari in un paese con 15 reattori nucleari attivi pone rischi senza precedenti che potrebbero mettere a repentaglio la salute pubblica e l’ambiente dell’Ucraina e di vaste zone dell’Europa per generazioni.
I rischi ambientali dell’invasione ucraina vanno bel al di là del potenziale disastro nucleare dovuto a cause intenzionali o involontarie. Le operazioni militari russe in un paese altamente industrializzato e densamente popolato con numerose raffinerie, industrie chimiche e metallurgiche aumentano le minacce che queste ostilità pongono al popolo ucraino e al loro ambiente per anni a venire. Attacchi ai siti civili e militari hanno causato enormi incendi nei depositi di carburante inquinando gravemente l’aria, il terreno e l’acqua, mentre durante i combattimenti a Charkiv è stata colpita una tubatura di gas. Siamo anche preoccupati che la contaminazione causata dalle munizioni con uranio impoverito si possa aggiungere alla eredità tossica dell’invasione.
Attacchi diffusi alle infrastrutture civili, incluse le condotte d’acqua senza un preciso vantaggio militare, sono chiare violazioni del diritto internazionale. Inoltre, i combattimenti presso le dighe rischiano di causare una catastrofe.
I combattimenti nella Riserva della biosfera del Mar Nero – la più ampia area protetta dell’Ucraina e inclusa nella Convenzione di Ramsar sulle zone umide – ha causato incendi visibili dallo spazio. La guerra minaccia anche la sicurezza alimentare di milioni di persone in Ucraina e in molti altri paesi che dipendono da grano e mais.
Se per qualche tempo non conosceremo la reale dimensione degli impatti di questa guerra, la storia dimostra che gli effetti saranno vasti e di lungo periodo. Pertanto è necessaria una rapida valutazione ambientale, un monitoraggio a lungo termine, e criteri di responsabilità.
Infine, e fondamentalmente, l’invasione russa dell’Ucraina e la militarizzazione economica delle risorse di gas russo contro quelle nazioni che andrebbero in aiuto all’Ucraina ci ricordano le ricorrenti connessioni tra le risorse fossili e i conflitti violenti. Mentre l’IPCC pubblica il suo ultimo forte monito a proposito di quello spiraglio che si sta chiudendo di opportunità per impedire un vero caos climatico, catastrofico e irreversibile, l’invasione russa dell’Ucraina è un cupo avvertimento della vitale importanza e della necessità di porre fine all’uso dei combustibili fossili.
Esprimiamo il nostro fervente desiderio di pace e sollecitiamo la comunità internazionale affinché agisca rapidamente per restaurare la pace, la libertà e la sovranità dell’Ucraina. Esprimiamo la solidarietà con il popolo ucraino – inclusi molti colleghi e amici che hanno dimostrato uno straordinario coraggio e resilienza di fronte all’invasione. Esprimiamo la nostra solidarietà con tutte le popolazioni e le nazioni del mondo, inclusi innumerevoli cittadini russi, che hanno fatto appello alla Russia affinché ponga fine a questa guerra in violazione del diritto internazionale e richiami le sue truppe dall’Ucraina. Inoltre, rivolgiamo un appello:
- alla Russia affinché cessi immediatamente di colpire le installazioni chimiche e nucleari e di combattere nelle loro vicinanze […]
- alla Russia affinché chiarisca se le sue forze armate hanno usato o schierato armi all’uranio impoverito in Ucraina.
- alla comunità internazionale affinché riconosca e protegga coloro che difendono l’ambiente in Ucraina.
- alla comunità internazionale affinché destini risorse finanziarie e conoscenze tecniche per una rapida valutazione ambientale del conflitto, sostenga gli sforzi locali per identificare e monitorare i danni ambientali legati alla guerra e promuova le competenze per la bonifica.
- alle importanti autorità – inclusa la Corte penale internazionale, l’Alto commissario ONU per i diritti umani, e il Programma per l’ambiente delle nazioni Unite – affinché tengano sotto osservazione e indaghino sulle potenziali violazioni del diritto internazionale a protezione dei diritti umani e dell’ambiente durante il conflitto armato.
[Questa pagina fa parte di Voci di pace, spazio web
di studi, documenti e testimonianze a cura di Bruna Bianchi]
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