di Paolo Mai*
La scuola, dice Tiao Rocha (antropologo e educatore brasiliano ndr), non è il servizio militare obbligatorio, la scuola potrà dire di aver raggiunto i suoi obiettivi, aggiunge il maestro brasiliano, quando bambini e genitori vi andranno così volentieri da reclamarne l’apertura anche nei giorni festivi.
Noi siamo proprio d’accordo con lui e non lo siamo solo perché ci piace vedere i bambini sorridere, cosa che non nascondiamo di amare proprio, ma anche perché secondo le ultime ricerche delle neuroscienze e gli studi della psicologia positiva, i processi di apprendimento sono realmente efficaci quando si parte dalle passioni dei bambini e quando la piacevolezza colora di sé l’esperienza.
La scuola che abbiamo in mente e su cui stiamo lavorando parte proprio da questi principi e si articola su diverse idee anch’esse certificate a livello scientifico: l’importanza della relazione, il ruolo centrale dell’educazione emozionale e una didattica che privilegi l’esperienza diretta e un ruolo attivo dei bambini sia in fase decisionale che di approfondimento delle diverse esperienze. Ovviamente tutto il progetto si svolge il più possibile all’aria aperta perché crediamo che la bellezza sia un elemento irrinunciabile nella vita di chiunque e perché ci pare poco saggio ingabbiare in un’aula la curiosità, la fantasia e la creatività dei bambini. La scuola per noi non è un edificio ma un ambiente umano ricco, dove poter fare esperienze significative. Per questo portiamo spesso i bambini agli scavi archeologici, al mercato o nel bosco perché per noi l’aula è la città tutta.
Viviamo ormai un’epoca dove per raggiungere una qualsivoglia informazione è sufficiente spingere un bottone del nostro leggerissimo smartphone e allora che senso hanno gli zaini pieni di libri e il maestro che ci fa ripetere la lezione? I libri sono uno strumento anacronistico e il maestro deve scendere dalla cattedra, mettersi in mezzo ai bambini e cominciare a stimolare domande più che pretendere risposte.
Il sistema basato sui voti, i giudizi e le pagelle invece ha come effetto quello di acccendere un’inutile competizione senza che i bambini vengano stimolati veramente ad amare la conoscenza per la ricchezza intrinseca che reca con sé. La preoccupazione principale degli studenti in questo quadro è quella di studiare per non essere giudicati male dalla maestra o dai genitori col risultato che i nostri ragazzi cominciano ad odiare la scuola.
Ora noi non pensiamo che il nostro modello educativo sia la soluzione di tutti i mali ma siamo convinti della necessità di costruire un nuovo paradigma educativo perché quello che c’è non funziona.
Qualcuno ci giudica dei folli, solo perché la nostra proposta è lontana da quella attualmente più in voga qui in Italia, mentre noi siamo semplicemente maestri e maestre appassionate che ogni giorno cercano la strada migliore per garantire il maggior benessere possibile ai bambini e alle bambine. Ci sentiamo di aggiungere che di pazzi come noi ne abbiamo conosciuti tantissimi in questo anno nel quale abbiamo avuto la fortuna di girare un po’ tutta Italia per parlare della nostra scuola e tutti questi pazzi hanno raggiunto la consapevolezza che si può costruire una scuola a misura di bambino e che è necessario solo un po’ di coraggio per riuscirci. Quel coraggio che Michele Corsi descrive in maniera magistrale e poetica
“il coraggio di scegliere di andare assai spesso (o quasi) controcorrente, di sfidare l’esistente e di proporre l’utopia, di insegnare a combattere per i propri sogni e a non rinunciarvi, a credere e sperare, in virtù dell’impegno, in un mondo migliore […]. Il coraggio della libertà da tutti i possibili condizionamenti interni ed esterni, dal calcolo delle convenienze e delle utilità immediate o remote… e continuare comunque ad amare “.
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* Tra i fondatori della prima scuola primaria pubblica italiana che si ispira ai principi pedagogici delle scuole nel bosco, la scuola di campagna di Ostia Antica (Roma). Paolo parteciperà a “L’educazione prende corpo”, l’incontro nazionale annuale della Rete di cooperazione educativa (Bastia Umbra, 24 e 25 ottobre); ci sarà anche Comune.
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In cammino a passo lento tra contrade, boschi, formaggi
Come ripensare il mondo a partire della scuola? Servono pensiero critico e spazi comuni
valentina dice
Io vedo una tale ricchezza fra queste parole e questi intenti…. ci vediamo a Bastia!