di Renato Sacco
Lunedì scorso a Presadiretta, Raitre, dopo aver parlato di terremoti e corruzione, Riccardo Iacona ha accolto in studio Francesco Vignarca, coordinatore di Rete Disarmo, per parlare del nuovo aereo da guerra F35, costoso, ‘fragile e inaffidabile’ secondo il Pentagono. Molto interessante. Bravi.
Ma quello che mi ha colpito e angosciato è stato il servizio, fatto molto bene, sulla fiera delle armi a Parigi Eurosatory. In pochi minuti il conduttore è riuscito a far percepire i grandi affari che ruotano intorno alle armi, presentate come veri gioielli. Centinaia di espositori e migliaia e migliaia di vistatori (sempre in aumento) e di compratori: i Governi e gli Stati. Una Fiera della guerra. Con tanto di campi di battaglia veri per presentare la potenza e il fascino di queste nuove armi, pesanti e leggere. Mi chiedevo ‘è un film o è tutto vero’? Un’esposizione di missili, carriarmati, pistole e fucili presentati come qualsiasi altro oggetto bello da apprezzare… e vendere. Come una moto, un computer, una borsetta. E così in un espositore di vetro si potevano ammirare alcuni proiettili, disposti a raggiera, come se fossero delle preziose penne stilografiche o rossetti di grandi marche. Bellissimi!
E ti trovi in questa situazione surreale, come mi era già capitato entrando nell’aeroporto di Cameri dove si producono gli F35, dove il fascino delle armi e la tecnologia cancellano il vero e unico motivo per cui queste armi vengono costruite: uccidere le persone. Se dimentichi questo ‘piccolo particolare’ è la fine. Se dimentichi i volti delle persone incontrate a Sarajevo, Mostar, Prishtina, Ngozi, Murehe, Baghdad, Mosul, Kabul, Jenin, Ramallah (per citare solo luoghi che ho conosciuto personalmente), dimentichi di essere un uomo. Dimentichi l’invito a ‘restare umani’, come diceva Vittorio Arrigoni.
Ieri sera mi ha preso un insieme di angoscia e di rabbia.
Poi mi è venuto in mente Gianni Rodari, con i suoi racconti e poesie. “Il comandante Pestafracassone ordinò di fare un supercannone ‘Giù tutte le campane anche quelle lontane mi serve il bronzo non voglio il pane!’”. Il finale non lo svelo, andate a leggerlo, è molto bello.
Mi sono venuti in mente i padri costituenti: se sono arrivati a scrivere che l’Italia ripudia la guerra (art. 11 Cost.) è perché avevano negli occhi, nel cuore il sangue, la distruzione e la morte causata dalla guerra. Lo hanno scritto mettendo al centro la persona, non le armi. Sì, perché la corsa agli armamenti è “Aggressione che si fa crimine: gli armamenti, anche se non messi in opera, con il loro alto costo uccidono i poveri, facendoli morire di fame”. E a dirlo è un documento della Santa Sede del 3 giugno 1976. E mi è venuto in mente papa Francesco a Lampedusa: “Chi di noi ha pianto per questi nostri fratelli?”.
Se dimentichi le persone e i morti, le armi diventano belle. Anzi, affascinanti.
Quasi un desiderio morboso, come la guerra.
* sacerdote, Mosaico di pace
DA LEGGERE:
Armiamoci e cooperate
Noi insegniamo la vita, signore
Armi, politica. Ribelliamoci, ora
Fabio Gladio dice
Non ci siamo, non ci siamo proprio.
L’accostamento tra F35 e mondo delle armi in generale é fazioso e generalista come potrebbe esserlo quello tra cani da combattimento e mondo degli aninali domestici in generale.
Non avrei nulla in contrario a questi articoli se per una volta nella vita vi degnaste di essere piú precisi e specifici.
Gli F35 sono aerei da combattimento, probabilmente strumenti di morte e sicuramente una badilata di miliardi buttati nel cesso in un momento in cui proprio non se ne sentiva il bisogno.
Ma non possiamo, proprio perché l’autore stesso ha menzionato i padri fondatori nostrani, dimenticare che per esempio i padri fondatori dei nostri cugini statunitensi, con le armi ci abbiano fondato una nazione. Che le abbiano impiegate a garanzia di indipendenza e libertà, e che le abbiano inserite nella costituzione a tutela della democrazia e della sovranità popolare.
Le armi possono togliere delle vite ma possono ugualmente salvarne. E non vale l’utopistico discorso del “se non ci fosse nemmeno un’arma nel mondo, non ci sarebbe bisogno di difendersi da nessuno” perché la storia (e la preistoria) ci insegnano che non é l’arma a fare l’omicida, ma la mente sbagliata dell’essere umano.
Se non ci fossero le pistole ci ammazzeremmo con i martelli, e se non ci fossero quelli useremmo i cacciaviti.
Insomma benvengano le critiche agli sperperi insensati del nostro governo, ma non si commetta l’errore di demonizzare l’oggetto pittosto che la mente malata che ha effettuato l’acquisto. Sarebbe come demonizzare tutto il mondo dell’automobile perché Fiorito si é comprato un suv da 60 mila euro con i nostri soldi.
Il mondo delle armi é fatto anche e soprattutto da onesti che le impiegano per tutelare la sicurezza dei propri familiari e dei cittadini italiani (forze dell’ordine in primis). Attaccare per partito preso qualcosa che ci rassicura quando é nella fondina di un agente é concettualmente sbagliato.
gabriele dice
E’ già, non ci siamo proprio, signor Gladio (nomen omen è proprio il caso di dire). “La legge nasce da battaglie reali: dalle vittorie, dai massacri, dalle conquiste che hanno le loro date e i loro orrifici eroi; la legge nasce dalle città incendiate, dalle terre devastate; la legge nasce con quei celebri innocenti che agonizzano nell’alba che sorge” (Michel Foucault, Bisogna difendere la società, Corso del 1976, Feltrinelli, 1998, p49). Che la fondazione di una nazione sia basata sulla morte, sul sangue e sull’uso della violenza è un dato storico, ma soltanto un boia potrebbe avere l’impudicizia di sostenere che sia giusto. La fondazione degli stati uniti poi, richiama alla memoria (di chi certe cose le sa, naturalmente) tra le peggiori pagine della storia dell’umanità. Comincia con lo sterminio di un intero continente, prosegue con la schiavitù e culmina con una guerra civile. Appellarsi a questo mi sembra veramente ridicolo e poco lungimirante. Tra l’altro proprio negli stati uniti c’è un’emergenza dovuta alla circolazione delle armi, alla violenza e all’abuso di autorità da parte dello stato, quindi se proprio voleva prendere un esmpio, ha scelto veramente quello sbagliato. Che l’essere umano abbia una “mente sbagliata” è un’affermazione tristemente approssimativa, ma a parte questo, non si capisce allora per quale cazzo di motivo dobbiamo mettergli in mano una pistola. Dopodiché signor Gladio io la invidio, non perché il suo universo di significati è piccolo, comodo e confortante come la poltrona di casa (e mi sono trattenuto), ma perché lei si sente rassicurato dalla pistola nella fondina di quell’agente.
Fabio Gladio dice
Certo che non è giusto, né tantomeno eticamente piacevole, che la nascita di una nazione sia basata sulla morte e sulla guerra.
Siete talmente acculturati e utopistici, voialtri anti-armi, che spesso vi sfugge da sotto il naso LA LOGICA.
Ovvero: quando le parole, le votazioni, gli scambi epistolari, le manifestazioni e qualsivoglia altra espressione pacifica della volontà di un popolo, si traducono in NIENTE, resta purtroppo un solo modo di garantire l’esistenza o il recupero dell’essenza di uno stato DEMOCRATICO (Lei che ha un universo grandissimo, sicuramente non avrà bisogno che Le spieghi il significato reale della parola).
Un modo brutto, eticamente scorretto, umanamente ed economicamente costoso, ma necessario ed inevitabile come un bisturi e una chemioterapia per guarire un cancro.
Vede, oltre a richiamare alla memoria le terribili devastazioni su cui Lei ha la grazia di erudirci, gli Stati Uniti sono esempio di una delle popolazioni con il più forte e determinato senso di libertà e sovranità popolare del mondo.
Lei che conosce pressoché tutto, nel suo universo grandissimo, sicuramente saprà che l’arcinoto “Second amendment” nasce proprio intorno alla volontà di garantire la libertà, la democrazia e la sovranità del popolo onesto, contro minacce esterne ed INTERNE.
Difficile, per chi ha passato la vita in un grandissimo universo lontano da quello dove vivono tutti gli altri esseri umani, comprendere il concetto di sovranità popolare e libertà.
Difficile, ammettere di aver scritto una cazzata per essere documentato più dai luoghi comuni che dalla realtà dei fatti, riguardo al problema della presunta emergenza sulla circolazione di armi negli stati uniti, dato che in solo 4 dei 52 stati la circolazione di armi è libera, e dato che gli stati con il più alto numero di crimini violenti sono proprio quelli con le normative più restrittive sulle armi.
Oltre a me, il perchè può spiegarglielo anche Cesare Beccaria, del quale non cito l’intero scritto per necessità di spazio e perché sicuramente Lei lo consocerà a memoria (giusto il tempo di recuperarlo all’interno dell’universo grandissimo): “perché è maggiore la confidenza nell’assalire i disarmati che gli armati”.
Ora, se ha intenzione di rispondere che non necessariamente è vero ciò che ha scritto qualcuno di importante, la informo subito che il giochino l’ha cominciato lei.
Se invece ha voglia di ragionare con la logica e con quella parte di cervello che non ha disperso nell’universo grandissimo, la informo che il “cazzo di motivo” per cui dobbiamo mettere in mano una pistola ad un essere umano (onesto) è per difendersi da un altro essere umano (criminale).
Anche qui, le blocco in anticipo le obiezioni possibili:
1) Chi ha detto che servono le armi per difendersi? Nessuno. Ma come ben sa difficilmente i ladri nelle case entrano armati solo delle cattive intenzioni. Se Lei ritiene opportuno difendersi con una citazione di Foucault da un intruso con una calibro 9, faccia pure. Ma le consiglio di preparare il testamento come primo impegno quando si sveglia domani mattina.
2) Se nel mondo non ci fossero armi, nemmeno i ladri le avrebbero.
Certo, vero. Come è vero che “Se mio nonno aveva le ruote era una carriola”.
Piaccia o no, le armi esistono. E non è vietandone la detenzione agli onesti, che si fa passare la voglia di usarle ai violenti.
Inoltre, un’arma (convenzionale) non è nient’altro che una macchina termica. Una metaforica evoluzione di un coltello, di una mazza o di un sasso lanciato. Se qualcuno moltissimi anni fa avesse deciso che le armi sono cattive nell’essenza e non a seconda dell’uso, avrebbe dovuto bandire completamente dal globo terracqueo la termodinamica (per le armi), la metallurgia (per i coltelli) e la cinetica (per i sassi lanciati).
Non sto scherzando, provi a ragionare. Posto il fatto che l’uomo da sempre (Caino e Abele, ha presente?) ha innata una parte comportamentale che può portarlo a nuocere ad un altro individuo (e questa, cari miei, potete proibirla per legge ma le cose non cambiano), è evidente che si attrezzi con il metodo più idoneo all’uopo. Senza pistole, usa i colteli, senza coltelli (e qua sembra facile ma provi Lei ad affettare un salame con una citazione di Foucault), usa i cacciaviti, senza cacciaviti (va beh, le viti e avvitiamo con Dante e Boccaccio) …. e così via.
Insomma è abbastanza chiaro che, se si è onesti e non si vuole soccombere sotto una piccolissima parte di umanità che non riesce a controllare la parte comportamentale aggressiva e violenta, sia necessario attrezzarsi almeno allo stesso livello di chi è intenzionato a minare la altrui incolumità, sicurezza, e LIBERTA’.
E quella di supporre che prima o poi potremmo incontrare sulla nostra strada qualcuno che senza ragionevoli motivazioni metta in pericolo la nostra incolumità, non è paranoia, è coscienza della realtà e sicurezza. (Non dico “li guarda i telegiornali?” perché magari è informazione distorta, ma le domando semplicemente “Si è mai guardato attorno?!”)
È sicurezza così come lo è mettere le cinture quando si va in automobile. Gli incidenti possono non capitare per tutta la vita oppure capitare una volta al mese. La realtà dei fatti ci dice questo, e a questo siamo ragionevolmente costretti a provvedere.
Per concludere, pur avendo io un universo piccolissimo, la informo che conoscendo i protocolli di addestramento delle nostre comuni forze dell’ordine sono più tranquillo se la fondina che contiene la pistola è la mia. Ma, ho scritto l’ultima frase del mio precedente intervento in prima persona plurale, per includermi (narrativamente) nella categoria dell’italiano medio che ritiene le armi sicure solo nella fondina degli agenti di pubblica sicurezza. Non sapendo, nella maggior parte dei casi, che questi sono poco (se non meno) avvezzi ed addestrati all’uso delle armi di qualsiasi comune cittadino in possesso di regolare licenza e minimo allenamento.
Ci sono altri milioni di argomentazioni che potrei esporre, ma mi fermo qui perché l’obbiettivo del mio intervento non è certo quello di farLe cambiare idea (ad un onnisciente come lei, figuriamoci, non ci proverei nemmeno), ma di combattere la disinformazione e i luoghi comuni che purtroppo ruotano attorno alle armi.
Con le strade e le case sempre meno sicure, ed un governo che ci tratta come limoni da spremere e latrine su cui orinare, noi oplofili possiamo solo cercare di diffondere la coscienza armiera degli onesti, in modo da diventare sempre più numerosi e garantire la libertà e la tranquillità anche a persone come lei.