L’imprevista, creativa e ostinata assemblea del Presidio sorto il 9 agosto 2021 in piazza Duomo a Brescia per difendere il fiume Chiese non sembra per nulla rassegnata. Anche per questo stringe relazioni significative, come quella con il Collettivo della Gkn di Campi Bisenzio

Se cinquecento giorni non bastano, allora l’assemblea del Presidio sorto il 9 agosto dello scorso anno in piazza Duomo a Brescia per difendere il fiume Chiese continuerà a oltranza. Raffaella e le altre signore che gestiscono i fogli del calendario delle presenze, giorno e notte, almeno due persone per turni di tre ore, hanno già pronti gli elenchi dei volontari per le prossime feste di Natale. Ma non basta stare fermi lì, al freddo o al sole, sotto le finestre della Prefettura nominata Commissario del Governo per realizzare in fretta e furia due inutili e pericolosi mega depuratori a Gavardo e Montichiari, per trasferire i residui fognari dal bacino idrografico del lago del Garda e del Mincio a quello del Chiese (la sovranità della cacca in questo caso non conta). Occorre smuovere le acque anche a Milano alla Regione Lombardia (la richiesta è che venga realizzato uno studio scientifico indipendente sulla sostenibilità del carico inquinante dei fiumi interessati) e continuare a sensibilizzare la cittadinanza di una terra (l’intera Pianura padana) che sembra rassegnata a giocare il ruolo di “zona di sacrificio” per insediamenti industriali, zootecnici, centri logistici e infrastrutture ad elevato impatto ambientale. Da qui l’idea della Corsa per la vita podistica e ciclistica di 30 chilometri che si è tenuta domenica 18 dicembre da Salò a Montichiari.
Ma non basta ancora. Questa straordinaria – ma non troppo, nel devastato panorama italiano – esperienza di partecipazione attiva della cittadinanza ha via via preso consapevolezza della distorsione di un modello di crescita economica del tutto incurante dei bisogni reali delle popolazioni. Da qui gli inviti al Presidio 9 agosto ad altre realtà sorelle, ad altri “carichi (sociali) residuali” che non trovano spazio nelle economie di mercato e nelle politiche di “sviluppo” dei grandi poteri economici-finanziari. Dario Salvetti del Collettivo della fabbrica metalmeccanica Gkn di Campi Bisenzio ha raccontato in piazza Duomo la storia di un altro presidio, pressoché coevo, sorto nel luglio del 2021 fuori dai cancelli della fabbrica chiusa per impedire lo svuotamento dei macchinari e tracciare la strada per una “riconversione industriale dal basso”, integrata socialmente e capace di dare risposte ai bisogni delle popolazioni insediate. È il grande tema del rapporto natura ed economia, ecologia e politica. È la risposta civica, operaia e popolare alla soppressione anche nominale della “transizione ecologica” dall’agenda del nuovo governo.


“Vogliamo difendere la natura con l’uomo dentro”, ha strillato Giorgia Meloni nell’atto del suo insediamento a palazzo Chigi, polemizzando con “l’ambientalismo ideologico” che, secondo la vulgata, avrebbe più a cuore i panda che non i redditi della povera gente. I presidi come quelli di Brescia e della Gkn sono lì a dimostrare che le condizioni di vita e di lavoro degli esseri umani sono parti inseparabili e dipendenti dal buon funzionamento degli ecosistemi, della biosfera, della rete della vita che tiene tutto assieme. Difficile credere che sia possibile vivere in buona salute in un mondo malato – disse papa Bergoglio in piazza san Pietro deserta in piena pandemia. Difficile credere che sia possibile produrre ricchezza e benessere in un “Bel Paese” dove il 94 per cento dei comuni è minacciato da frane e allagamenti, dove il 10 per cento del suolo è stato “consumato”, dove i Siti inquinati di interesse nazionale non vengono bonificati (ne sanno qualche cosa proprio a Brescia con la Caffaro), ma dove anche continua a morire sul lavoro una persona ogni otto ore e altre 2.900 in media l’anno muoiono per mesotelioma da amianto. Il tutto mentre il 34 per cento dei giovani sotto i ventiquattro anni non lavora, non studia, si arrabatta – forse – nella giungla del precariato. E pensare che hanno intestato a loro i fondi del Next Generation Plan europeo. Così come i piani nazionali di investimento avrebbero dovuto essere ispirati al Green Deal. Il nostro Pnrr, ricco di 200 miliardi, ne riserva all’ambiente solo il 2 per cento. Non crediamole: non c’è contrapposizione ontologica tra lavoro e natura, ma tra natura e profitto.
Ottimo articolo che testimonia l’ esperienza del presidio 9 Agosto.
Sono una delle attiviste del Presidio 9 agosto. Ho la gioia di annunciare che i 3 giorni di mobilitazione straordinaria hanno portato un primo importantissimo risultato. Regione Lombardia ha stanziato una somma per finanziare uno studio approfondito sullo stato ecologico del fiume Chiese. Ora ci impegneremo con maggiore determinazione a far revocare la nomina del Commissario straordinario. Adelante!
Avanti tutta!