Sì, è vero, qualcosa di veramente grave è avvenuto, sabato, con l’assalto alla Cgil. Non si tratta certo di un episodio, comportamenti e pensiero fascisti, con tratti nuovi, differenti da quelli novecenteschi, sono evidenti da anni nella società, nella politica e anche nelle istituzioni italiane. Non saranno cancellati, purtroppo, né cantando Bella Ciao né mettendo al bando qualche disgustosa forma organizzata. Bisogna andare in profondità. Dobbiamo cercarne le radici nel deserto della vita di ogni giorno che il dominio del liberismo ha scavato nel cuore e nella mente di molte persone. Semplificare la portata di questo fenomeno guardando solo alla piazze senza interrogarsi sul perché e da chi sono state lasciate vuote sarebbe ora ancora più imperdonabile. Così come lo sarebbe cedere a nuove assurde semplificazioni del tipo «chi è contro il Green Pass è fascista. Adesso basta!”, oppure “Vado in piazza con chiunque si opponga a un governo liberticida”. Il conto che ci presenta il sabato fascista romano è molto più salato, pone domande difficili quanto dolorose e, per molti versi, rappresenta la rovinosa caduta di molte illusioni, una sorta di perduta e ingenua fanciullezza. La festa del sabato del villaggio, quella in cui ci sentivamo comunque protetti dagli antidoti di una democrazia conquistata dalla ribellione dei padri, delle madri e dei nonni è finita da tempo. La domenica ci impone “la scoperta del vero”, il coraggio di guardare bene in faccia, nel caos sistemico, i nuovi fantasmi di un passato che solo gli ingenui potevano credere sepolto per sempre. Dovremo farlo senza reticenze, senza pessimismo cosmico e senza paura. La riflessione di Niccolò Bertuzzi, comparsa stamattina su Giap, ha il grande pregio di cominciare a porre con lucidità alcuni punti fermi del discorso e di ristabilire il senso delle priorità e delle proporzioni, a cominciare dall’urgenza ormai quasi drammatica di ricostruire un approccio critico verso l’informazione mainstream

Articolare compiutamente quanto avvenuto sabato a Roma, discuterne le conseguenze e cercare di uscire dal vicolo cieco in cui ogni giorno di più ci stiamo infilando – quello di un conflitto sociale ai piani bassi della piramide, mosso da ragioni inedite e soprattutto produttore di fratture inedite – è difficile ma necessario.
Per ecologia mentale inizio riassumendo il ragionamento per punti, che cerco poi di sviluppare in seguito.
1. È retorico ma imprescindibile iniziare dicendo che i fascisti che hanno occupato la sede nazionale della CGIL sono nostri nemici senza se e senza ma.
2. Il «green pass» è uno strumento da combattere, oggi come ieri. Questo non cambia di una virgola dopo sabato, anzi.
3. Questa presunto movimento “no-vax” / “no green pass” – sul confine c’è sempre più confusione – va studiato con attenzione. È un fatto che da settimane, ogni sabato, ci sono decine di migliaia di persone nelle piazze italiane in assenza di una reale organizzazione partitica o di movimento che le mobiliti.
4. Mi pare sia in corso un’enorme operazione che definirei di «redwashing», volta a riabilitare – spesso tramite retoriche legate alla Resistenza – un pezzo di “sinistra” (sindacale e politica) le cui colpe, specie in anni recenti, non si possono dimenticare.
5. A fare il paio con quanto sopra, c’è il rischio di un’ulteriore legittimazione delle politiche draghiane, già sostenute non solo da Confindustria ma in gran parte anche dai sindacati confederali e da buona parte di quella sinistra, non solo il Pd ma anche un po’ di mondo “a sinistra del Pd”. Ricordarsi sempre che il fascismo fa schifo, ma la tecnocrazia sviluppista neoliberale non è il nostro alleato.
6. Last but not least, l’aspetto su cui negli ultimi anni abbiamo completamente perso la guerra (e spesso la faccia): il ruolo giocato dall’informazione. Con tutta la consapevolezza di passare per «complottista», questa grande fiducia di molte/i compagne/i nel condividere contenuti di Repubblica, Corriere, Linkiesta, Huffington Post continua a lasciarmi piuttosto spaesato.
Fatta la scaletta, cerco di svolgere i sei punti.
Milano, 8 agosto 2021.
1. Il fascismo fa schifo, tocca perfino ribadirlo…
Il fatto di dover iniziare un pezzo come questo, su un blog come questo, puntualizzando l’ovvietà per cui i tizi di Forza Nuova che hanno occupato la sede CGIL sono dei nemici giurati, la dice lunga sulla deriva che ha preso il discorso pubblico.
Qualche anno fa, ma letteralmente nel 2019, questo era assodato. La premessa antifascista era data per sottintesa. Ancor più non c’era bisogno di spendere cinque righe di captatio benevolentiae antifascista per poi dire che comunque si è contro le politiche e la visione del mondo propugnata dall’ex presidente della BCE, da Brunetta e da Confindustria.
LEGGI ANCHE Oltre la soglia pandemica Franco Berardi Bifo
Comunque poco male: ribadire il fatto che i fascisti fanno schifo è un sacrificio che tutto sommato si fa sempre volentieri. Aggiungo: Forza Nuova andava sciolta anche prima, se quest’episodio servisse ad accelerarne la scomparsa, “ben venga”.
2. Non per questo il lasciapassare e la post-democrazia diventano belli
Il fatto che il fascismo faccia schifo non toglie che a partire da venerdì 15 ottobre saremo l’unico paese del “mondo sviluppato” a vincolare l’esercizio di una qualsiasi professione dipendente all’esibizione di un lasciapassare che certifica l’assenza di una singola malattia. C’è chi ne è fiero, e in generale questo non stupisce.
Non stupisce, ad esempio, che ne sia fiera Confindustria, ossia il soggetto che ha governato la pandemia in Italia quantomeno a partire dall’estate 2020… ma anche prima, se includiamo la sua opposizione alle zone rosse nel bergamasco.
Stupisce invece che alcune/i compagne/i siano innamorati del green pass, e che esultino all’idea di lavoratori e lavoratrici che perderanno lo stipendio – ed eventualmente il posto di lavoro, se non in certi casi il permesso di soggiorno.
Essere riusciti a incartarsi così tanto da non opporsi a questa barbarie è stato un esercizio che ha richiesto un certo sforzo. Lontani i tempi in cui si potevano accusare gli aperturisti e i “no vax” di «pensare solo all’aperitivo» o sminuire la questione perché «al massimo non andranno al cinema o al ristorante». Si poteva continuare a mantenere quella posizione, ma almeno opporsi all’utilizzo del lasciapassare come certificato-bis di idoneità al lavoro.
Su questo punto – opinione personale e assolutamente opinabile, forse anche ingenua – il problema non è nemmeno di tipo politico ma proprio di tipo psicologico: mi pare che molti/e siano proprio ormai incapaci o totalmente restii all’ipotesi di cambiare idea o semplicemente contestualizzare le situazioni al di là di una logica binaria bianco/nero, buoni/cattivi, ossia quella dipinta dall’informazione mainstream (vedi punto 6). Ricorda molto la terza superiore quando a scuola si sapeva chi era il tuo nemico e, anche se per caso diceva qualcosa su cui eri tendenzialmente d’accordo, gli davi addosso per ipotesi, invece di provare a declinare le sue istanze con registri diversi e migliori dei suoi.
È un problema che evidentemente eccede il vaccino, il lasciapassare etc. È proprio un problema di democrazia e dibattito pubblico. Mentre andiamo sempre più nella direzione di una post-democrazia tecnocratica dove anche il parlamento è esautorato e decide tutto il governo dei tecnici, sarebbero più che mai necessarie assemblee popolari o altre forme di partecipazione diffusa, per evitare l’incancrenirsi delle posizioni e la possibilità – perché no – di dire ogni tanto: «caspita, effettivamente potrei anche cambiare idea su qualche dettaglio».
Che gli italiani siano frustrati dalla classe dirigente e dall’agone politico attuale è chiaro anche a un bambino di otto anni: solo il Pd può veramente pensare che le elezioni di inizio ottobre – con più di metà degli aventi diritto al voto che stanno a casa – siano un trionfo del progressismo e una sconfitta dell’antipolitica e del populismo.
3. Le piazze del sabato: un nuovo movimento sociale?
Non sembra implausibile ritenere che molte/i dei non-votanti abbiano frequentato e frequentino le piazze di queste settimane. Seconda banalità di base dell’articolo, dopo il disclaimer antifascista: non si partecipa solo andando alle urne, lo si fa anche in altri modi, a partire dalle manifestazioni di piazza. Su questo spero che siamo ancora tutti d’accordo e, en passant, colgo l’occasione per esprimere solidarietà agli arrestati del sabato precedente a Milano, durante un corteo contro il lasciapassare che niente aveva a che vedere con l’estrema destra. Se è importante ribadire l’antifascismo, dev’esserlo altrettanto ribadire il diritto alla protesta e al dissenso, così come l’opposizione all’autoritarismo.
Recentemente mi è capitato di discutere in alcuni convegni accademici – nei quali, va riconosciuto, per ora si riesce a parlare della questione in un modo civile e costruttivo – se questo dei “no-vax” / “no green pass” sia un movimento sociale o meno. Al di là del dibattito accademico, la questione mi sembra centrale anche in termini politici. Di certo ci troviamo di fronte a forme di partecipazione e conflitto del tutto inedite, e ad alleanze – o per lo meno a convivenze – ancor più inedite. Se per movimento sociale intendiamo qualcosa che implichi un’identità collettiva precisa, dei referenti socio-culturali definiti, un posizionamento chiaro sull’asse destra/sinistra e un insieme di pratiche condivise, è chiaro che non è questo il caso.
Forse la cosa più simile, per quanto con notevoli diversità, va ricercata nel periodo in cui emergevano i cosiddetti «nuovi movimenti sociali» negli anni Sessanta-Settanta: il primo ecologismo, il consumerismo, la controcultura giovanile. Anche quei fenomeni, come le piazze di oggi, vennero inizialmente derubricati a capricci delle classi medie, in contrapposizione alle lotte operaie: certamente le classi medie c’erano allora come ora, ma la frattura appare trasversale, riguardando solo in parte l’identità di classe.
Oltre a questo, è difficile parlare di un movimento di respiro nazionale, data la differente composizione delle varie piazze che, spesso, rispecchia quella del singolo tessuto di movimento a livello cittadino: non è un caso che a Milano e Torino le piazze siano relativamente più “di sinistra”, a Roma “di destra”. Il che porta a un’obiezione in linea di massima corretta, ma maggiormente valida se rivolta ai gruppi militanti anti-lasciapassare di sinistra che se rivolta al signor Gino o alla signora Maria: e cioè che in piazza coi fascisti non bisogna proprio starci.
Trieste, 25 settembre 2021.
Al netto delle ricostruzioni storico-sociologiche, c’è un dato di realtà: questa gente esiste ed è piuttosto varia. Solo quei compagni che da decenni non escono dal loro orto – che sia la sede di un mini-partito di sinistra, un centro sociale autoreferenziale o qualche altro circolo underground della sinistra – possono seriamente essere convinti che si tratti esclusivamente, o anche solo principalmente, di un mix di fascisti e milanesi imbruttiti. È una convinzione data molto spesso non da malafede ma proprio da una scarsa dimestichezza col mondo fuori. Le bolle social non sono solo su Twitter o fra i cospirazionisti: non gliene faccio dunque nemmeno una colpa.
Semplicemente il dato di realtà – cosa nota a chi frequenta questo blog, ma più generalmente a chi ha visto alcune di queste piazze o a chi semplicemente ha un minimo contatto con quanto avviene fuori dal proprio orto – è che fra i cosiddetti “no-vax” / “no-green pass” c’è tantissima “gente normale” e anche un certo numero di compagne/i di varia estrazione, provenienti dall’anarchismo, dal mondo degli ecovillaggi, da quello delle medicine alternative, del volontariato o ancora dal pensiero decoloniale. Gente, per altro, che non corrisponde per niente alla narrazione che li vorrebbe come egoisti dediti solamente a pensare a sé stessi. Sarebbe evidentemente più semplice se fosse così, ma non lo è. Ritenere che questi siano più nemici di Draghi o Brunetta solo perché a un certo punto le carte sul tavolo sembrano andare in quella direzione, è una decisione da prendere davvero con la mano sul cuore.
4. Resistenza e «redwashing»
Intanto nei giorni scorsi si è fatta strada una retorica giocata sulla Resistenza che, lo dico con grande rispetto per chi l’ha fatta propria, risulta alquanto autoreferenziale. Il fatto di sabato è grave, ma nella sostanza sono personaggi che hanno saputo utilizzare l’occasione di una piazza per fare un coup de theatre e che – come avvenuto per l’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2020 – hanno agito con il sostanziale beneplacito delle forze dell’ordine. È su questo che bisognerebbe riflettere. Avrebbero potuto assaltare i palazzi governativi o la sede di Confindustria e invece, guarda un po’, hanno assaltato la sede di un sindacato. Ma d’altra parte, sono fascisti e quell’assalto ha un valore simbolico.
Ribadire i valori della Resistenza, così come ribadire che i fascisti fanno schifo, è sempre buona cosa, ma francamente, e davvero con tutto il rispetto, capita di leggere cose scritte da compagne/i che sembrano uscire dalla bocca del parroco o del Presidente della Repubblica. Questa cosa, al di là del macchiettismo, rischia di salvare capra e cavoli in un momento in cui forse non sarebbe il caso.
Quando parlo di «redwashing» mi riferisco al tentativo di restaurare la facciata di certe strutture – non solo alcuni sindacati, ma anche una certa “sinistra” che di fatto governa da anni con la Lega e coi tecnocrati autoritari – tramite l’uso di argomenti simbolici che rimandino a un passato vagamente “compagno”. Questo, ad esempio, porta alla trasformazione del vile attacco fascista di sabato scorso in un mega-spot della “sinistra” come rappresentante della parte sana del paese.
Nel presentare una certa area come quella dalla parte giusta della Storia, il recupero di alcuni simboli si sposa con il sostanziale appoggio alle politiche della governance neo-liberale. La dinamica è davvero simile a quella del greenwashing: per opporsi ai negazionisti climatici si abbracciano soluzioni sviluppiste, tecnologiche, di mercato, ma apparentemente riferibili al mondo dei buoni. Nuovamente la logica binaria che si impone, nel tentativo di espellere le opzioni di opposizione radicale al modello dominante.
In questo modo anche il sindacato e persino una certa parte di sinistra extraparlamentare possono diventare pedine dell’ecumenica alleanza draghiana.
5. Per riconoscere il nemico va ristabilito il senso delle priorità e delle proporzioni
È difficile prevedere quanto avverrà nel breve-medio termine, ma non stupirebbe un ulteriore innalzamento dei toni e dello scontro. Ovviamente in una situazione di questo genere, sarebbe necessario per il premier godere di ampio consenso e ancor più ribadire il suo profilo di padre buono, utilizzando la sua nota postura da mariantonietta.
Aver sdoganato il fatto che Draghi possa sì essere un nemico sul piano delle politiche economiche ma in fondo anche uno che vuole il nostro bene, è una cosa effettivamente incredibile. Mario Draghi è sempre colui che ha mandato sul lastrico milioni di famiglie greche in nome dell’austerity e che non perde occasione per ribadire che il green pass «serve a tenere aperte le aziende». L’assunto Draghi = buono vs. un cristo qualsiasi che per varie ragioni – mediche, politiche, culturali, di paura – non si vaccina = cattivo andrà ridiscussa fra qualche anno, finita questa difficile situazione, speriamo presto e in modo relativamente “indolore”.
6. «L’ho letto su Repubblica»
Da ultimo, come anticipavo, c’è la questione dei media, su cui non mi soffermo eccessivamente, avendo scritto qui e qui cose un po’ più strutturate. Tuttavia, al netto di tutto quanto sopra e parlando dalla posizione “privilegiata” di chi non sta perdendo il lavoro e soprattutto non ha avuto problemi particolari legati al Covid – ennesima banalità che però è sempre meglio puntualizzare! – mi pare che il problema principale provocato da questi due anni di pandemia sia la quasi totale scomparsa dell’approccio critico verso l’informazione mainstream. La battaglia si combatte (quasi) sempre a partire dalla definizione del reale offerta dalle fonti “ufficiali”.
L’ipotesi antisistemica si basava anche, direi soprattutto, su una messa in discussione dello statuto di veridicità della cosiddetta “stampa di regime”. Se andassimo seriamente a rivedere le narrazioni delle manifestazioni del 2001 – non solo Genova ma anche quelle appena precedenti – ci verrebbe l’orticaria, e diremmo giustamente che erano narrazioni funzionali al potere. Non si capisce davvero per quale ragione non debba essere così vent’anni dopo. Certo i soggetti in campo sono diversi – black bloc vs. fascisti; sinistra alterglobalista vs classe media/gente comune – ma la regia appare molto simile. Genova è un simbolo, ma lo stesso discorso si potrebbe fare per altre proteste degli scorsi anni, da quelle contro le grandi opere a quella contro Expo, passando per l’Onda studentesca.
Trento, 24 luglio 2021.
Di fatto, la stragrande maggioranza della gente che era a Piazza del Popolo sabato scorso è stata caricata e respinta con gli idranti (sounds familiar?), e non ha assolutamente partecipato all’attacco alla CGIL; tuttavia la narrazione è che sono tutti/e avversari della democrazia, ignoranti, egoisti, nemici del progresso.
L’idea che alcuni compagni ritengano quest’ultima riflessione sul ruolo dei media un «delirio complottista» mi spiazza, ma segna plasticamente una delle grandi vittorie ottenute dal neoliberismo in questi ultimi anni.
Fonte: Giap
* Niccolò Bertuzzi è PhD in Sociologia Applicata e Metodologia della Ricerca Sociale (Università Milano Bicocca) ed è attualmente ricercatore in sociologia politica presso l’Università di Trento. Ha lavorato e insegnato in diverse università, e pubblicato su numerose riviste internazionali fra cui: American Behavioural Scientist, International Journal of Sociology and Social Policy, Social Movement Studies, Journal of Consumer Culture, European Journal of Cultural and Political Sociology.
Mi piace riproporre il pensiero di un anarchico vero, di quelli del “mutuo appoggio” contro l’egoismo socializzato.
“Come si comporta un anarchico di fronte alla pandemia? È propenso a scendere in piazza per opporsi alla mascherina o al passaporto vaccinale? Giornalista del “Journal du Jura”, Blaise Droz ha parlato con due dirigenti della cooperativa “Espace Noir”, fondata a St-Imier (BE) nel 1986, tra cui il suo responsabile Michel Némitz (62 anni). L’obiettivo di una società senza gerarchia non esclude affatto l’esistenza di un’organizzazione sociale che favorisca la responsabilità di tutti”.
“Sono completamente vaccinato da diverse settimane”, annuncia Michel Némitz. Per obbedienza o per convinzione? “L’ho fatto senza esitazione, non perché me lo chiedono i politici, ma perché gli scienziati me lo consigliano”, dice l’anarchico, osservando in merito al presidente francese Emmanuel Macron che “metodi troppo autoritari sono certamente controproducenti”
“Ho fiducia nelle scelte della comunità scientifica”, continua Michel Némitz, promettendo di non parlare mai intorno a un tavolo da bistrot come se fosse un epidemiologo… Nessuna ribellione? “I circoli anarchici mostrano comprensione e mutualità quando sorge un grosso problema sociale”, afferma Michel Némitz.
Se ritiene “comprensibile” rispettare gli interessi individuali di ciascuno evitando il più possibile i vincoli, l’anarchico di St-Imier ritiene “necessario” rispettare “le regole che sappiamo essere buone per tutelare l’intera comunità”.
Nozione di “me”
“La libertà non può essere esercitata senza responsabilità” e coloro che protestano contro le misure sanitarie difendono solo la nozione di “me” e non pensando affatto al termine “noi e loro”non hanno un pensiero collettivo.
“Se accettiamo vincoli evidenti di fronte a questa pandemia, non è tanto per paura di noi stessi quanto per il desiderio di darci i mezzi per uscirne il più rapidamente possibile con il minimo dei danni”
Parole di anarchici, in una città dove Mikhail Bakunin ha fondato nel 1872 l’Internazionale antiautoritaria che passa per l’atto fondativo dell’anarchismo e dove il teorico russo opposto al filosofo socialista e comunista tedesco Karl Marx ha anche una via intitolata a lui dal 2017.”
Sarà solo un caso che nei no vax, no pax, no tax, no cax confluiscano postfascisti,liberisti,antroposofici,sette religiose integraliste, teorici delle scie chimiche,osti e bottegai piangenti per non poter più rubare come prima, filosofi con principi di demenza senile? La libertà è altra cosa, decisamente. E non c’è bisogno di scomodare la filosofia. Viva il mutuo appoggio!
Ciao, anch’io grido con forza e gioia VIVA IL MUTUO APPOGGIO. Non ho dubbi nella critica profonda e viscerale all’individualismo che, anni fa, in tempi non sospetti chiamavo “atomismo” e che sono convinto sia la base necessaria per il capitalismo e l’esercizio del potere delle classi/gruppi dominanti. Dopo essere costretto a fare questa premessa, come dice il Compagno Bertuzzi, dopo oltre 40 anni di lavoro con le/i proletarie/i, vorrei provare a comunicare che tra le persone che hanno protestato e protestano contro QUESTI vaccini e contro il vile ed ignobile ricatto del “green pass”, ci sono anche io ed altre persone che non sono dementi ne tantomeno sporchi individualisti, ma hanno dei seri dubbi sulla gestione di questa pandemia e sono preoccupati per l’evoluzione della società in cui viviamo nella direzione di una totale acriticità e di un forte autoritarismo contro chi pone dei dubbi e cerca delle spiegazioni “scientifiche”. Per scientifiche intendo spiegazioni ragionate non verità calate dall’alto da qualche sacerdote di turno. Partendo dal rispetto degli altri e della comunità cito i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, che credo il Signor Giuseppe Says ritenga una fonte attendibile e non di sicuro dei no vax no… ecc. dicono chiaramente che il 71,4% dei vaccinati con +80 anni si sono infettati, così come il 50,9% delle persone tra 60 e 79 anni e cosi via (bollettino ISS del 17/10/2021 – tabella n. 3) quindi, purtroppo, i vaccini non impediscono l’infezione e la trasmissione del virus. Non cito i dati dei ricoveri in terapia intensiva e dei decessi, per brevità (si trovano nella citata tabella). Per chiarezza cito alcuni elementi che sin dall’inizio della pandemia/sindemia mi/ci hanno fatto dubitare. Già ad aprile 2020 poco dopo che si è giunti alla conclusione che il virus SarsCov2 si stava diffondendo in tutto il mondo, i politici dei paesi ricchi (al servizio del Capitalismo?) hanno subito detto che bisognava cercare un vaccino ed hanno regalato alle case farmaceutiche miliardi di dollari (denaro pubblico – Nostro). Sempre nello stesso periodo circolava un messaggio watsapp di un medico del Cuamm (Medici per l’Africa)(individualista?) in cui diceva che non capiva quale fosse il problema in quanto la prima cosa che ha appreso studiando medicina è che in caso di epidemia la prima cura è il Plasma. Quasi contemporaneamente negli Ospedali di Pavia e Mantova (prof. De Donno) iniziavano a curare, con il plasma iperimmune (donato dai cittadini guariti da Covid19 e quindi gratuito e non fa guadagnare nessuno), con successo, i pazienti ricoverati, mentre alcuni medici di base iniziavano a curare i propri assistiti con le cure domiciliari precoci, anch’essi con successo. Tutto ciò veniva quasi ignorato dai media mainstream e totalmente ignorato dai Politici. Alcuni medici di base sono riusciti a “bucare lo schermo”, ma sono stati subito derisi e minacciati di essere radiati e denunciati; niente di tutto questo è avvenuto perché non stavano facendo niente di male e di sbagliato, alcuni sono stati sospesi pochi giorni fa perché non vaccinati (grazie al DL 44 del 1° aprile 2021). Poi sono arrivati i tanto agognati vaccini, ma già a gennaio 2021 sia l’EMA che le case farmaceutiche produttrici hanno detto esplicitamente che essi non impedivano l’infezione e/o la trasmissione, al limite la possono diminuirla; i dati citati confermano ciò. Allora io/noi ci chiediamo come mai i grandi politici e gli imbonitori (scienziati?) da TV hanno subito puntato su “un vaccino” futuro, che non si sapeva quando sarebbe arrivato, ed ignorato il lavoro che stavano facendo centinaia di medici e scienziati curando e salvando migliaia di persone? Come mai l’OMS (che per caso è finanziata da Bill Gates?) ha subito diramato un protocollo in cui si parla di vigile attesa per 15 giorni, quando qualunque medico ha sempre detto che ogni malattia va “presa” subito alla sua insorgenza? Sarà che se venivano riconosciute le cure precoci ed il plasma iperimmune ai sensi del REGOLAMENTO (CE) N. 507/2006 DELLA COMMISSIONE del 29 marzo 2006 relativo all’autorizzazione all’immissione in commercio condizionata dei medicinali per uso umano (non di uno sproloquio televisivo dei no vax) non potevano essere messi IN COMMERCIO, quindi venduti, non regalati, gli attuali vaccini? Mi fermo qui, ma c’è molto altro. Sono questi i dubbi che ci portano a criticare il green pass e l’obbligo (esplicito o implicito) vaccinale. Proprio il nostro approccio scientifico ci porta a dubitare della campagna vaccinale, che ora si vuole estendere anche ai bambini tra 5 e 12 anni, che vergogna (anche per i giovani sopra i 12 anni). Gian Vincenzo Zuccotti, Direttore della Pediatria dell’Ospedale Vittore Buzzi e Preside della Facoltà di Medicina dell’Università Statale di Milano, dice: “Questi bambini possono sviluppare, come fanno già peraltro, quest’infezione, spesso o quasi sempre asintomatica, qualche volta paucisintomatica, difficilmente vengono ricoverati, quindi l’infezione da Coronavirus in ambito pediatrico, soprattutto nei primi 12 anni di vita, è un’infezione molto sovrapponibile alle forme influenzali che siamo da sempre abituati ad affrontare”.. Anche questo è un no vax ecc. ecc.?
L’approccio scientifico si fonda sul dubbio metodico e le classi subalterne sono sempre state soggiogate, violentate e sfruttate da verità assolute non discutibili (dio, allah, shiva, ecc. ecc)
Scusate sono veramente preoccupato ed ho paura di una società in cui anche coloro che fino a ieri erano la coscienza critica oggi dicono signorsì.
Vorrei andare al cuore delle cose: per quale motivo vaccinarsi e ottenere il green pass corrisponderebbe ad omologarsi a nonsisache, e non a PROTEGGERE E PROTEGGERSI? Da quando la libertà di farci del male e farne agli altri è di sinistra? Forse Lei non ha avuto morti o malati mal guariti dal covid tra i suoi cari, ma dovrebbe avere un poco di empatia verso chi ha sofferto… Un tempo la sinistra avrebbe supportato gli operatori sanitari a convincere i genitori a vaccinare i bimbi contro la polio, la difterite, la pertosse o il tetano. E ora invece ci si oppone ad un vaccino che il resto del mondo vorrebbe fare e non può… Continuare ad alimentare le narrazioni sciamaniche porta a perdere il senso del vero e dell’ovvio, cioè che di covid si muore, e che ci sono persone malinformate con cui bisogna parlare, e non istigarle a finire in braccio ai fascionazisti che alimentano questa follia oscurantista!
Complimenti Alex parlando di “narrazioni sciamaniche” dopo tutte le argomentazioni che hai qui potuto leggere sei davvero sulla buona strada della comprensione di cosa voglia dire essere “di sinistra” . Non combineremo mai nulla senza provare minimamente ad ascoltare l’opinione altrui (argomentata e pure molto solidamente) Auguri ! goditi le tue convinzioni e fatti regalare un bell’abbonamento ai quotidiani sopra ricordati
Di inquinamento muoiono 6Milioni di persone ogni anno nel Mondo. Lo sapevi?
Finalmente un punto di vista lucido e completo. Ottimo articolo che non viene assolutamente scalfito nella sostanza dai commenti intervenuti. La libertà di “me” non danneggia assolutamente quella degli altri che sono e restano portatori e generatori di ulteriori conseguenze. La scienza ce lo dice, al di la delle osservazioni etiche e sociali esprese assai meglio di quanto non sappia fare io da parte di Giorgio Agamben
Grazie
Non vaccinarsi è di sinistra dunque. Mi sono vaccinato a Ginevra dove vivo dal 1969 ad Aprile, sono di sinistra antioccidentalista militante dai tempi delle manifestazioni a Verona contro la guerra del Viet Nam nel 1967. Qui sostengo Cuba e il Venezuela che continuano con grande coraggio le loro campagne di caccinazione nonoatnte il boiccottaggio occidentale. Tutto il resto so fregnacce.
Complimenti per la chiarezza e la lucidità nell’affrontare un tema oggi così esplosivo.
Sul vaccino salvifico è lecito avere dubbi: i miei vicini di casa, entrambi vaccinati, dopo un mese si sono ammalati gravemente di covid, sono finiti in ospedale, uno è morto… inoltre, in questo caso i vaccinati hanno poi contagiato anche i familiari non vaccinati! Quanto alla scienza, proprio i socialisti e gli anarchici dovrebbero essere i primi a difendere una visione pluralista e non monolitica: la scienza non è la teoria dominante (come vorrebbe il capitalismo sviluppista), ma l’insieme delle teorie in competizione (Feyerabend docet, e non solo lui). E nella letteratura scientifica accreditata, abbondano gli studi critici nei riguardi del dogma vaccinale: per esempio questo di Seneff (MIT): https://ijvtpr.com/index.php/IJVTPR/article/view/23
Interessato alla newsletter
Da La Repubblica, si, proprio dal giornale più vaccinista di tutti veniamo ad apprendere. Robinson, l’ho conservato, intervista a Luciano Canfora, a cura di Simonetta Fiori, numero speciale dedicato ai “complotti”. ad un certo punto, Luciano Canfora afferma “Perchè meravigliarsi del fatto che la gente diffidi dei vaccini quando si sa che la signora Emer Cooke, presidente dell’EMA, l’autorità che autorizza i nuovi farmaci, è stata dipendente , una lobbista, per conto delle stesse Big Pharma che adesso, favorisce? “Il giudicato giudicante” dice Canfora. LO sapevamo già, ma a quanto pare a sinistra, in questi commenti, nessuno pare sia andato a cercare. Grazie a Luciano Canfora che stana la verità e ce la sbatte in faccia. Sempre La Repubblica, editoriale di Luigi Manconi il giorno dopo le grandi scoperte dei “Guerrieri no-vax” gente che in casa aveva armi ( regolarmente denunciate, si scopre leggendo bene, dopo) sul finire del suo ragionamento, dice ” ferme restanti le condanne di questi qui (accorcio) va rispettata la sacralità del corpo umano e la paura che deriva da parte del singolo di non vedersi costretto ad introdurvi qualcosa che non si vuole da parte dello stato non si può superare con un obbligo. Perchè a sinistra non si persevera nello scovare dove stanno i guadagni, perchè un giornale come Il Manifesto nelle parole di Andrea Capocci afferma che “le scuole sono infestate da no-vax”, “infestate”, non puzza di linguaggio razzista, violento? Infestato non si usa per i ratti, le pulci e le zecche? Ho protestato, tra le altre cose al manifesto ci collaboro, una rubrica su orti e giardini, ed anche Ugo Mattei ha collaborato scrivendo e gratis decine e decine di artcoli: siamo entrambi zecche, essendo ambedue insegnanti? Fatemi capire sin dove è arrivato l’odio verso chi è perplesso, verso chi vuole scavare ed approfondire. Ci stiamo o non ci stiamo avviando verso una tecnocrazia? Quali riflessioni abbiamo da fare sul futuro distopico che vediamo dinanzi? Perchè Il Manifesto pubblica tutto ed il contrario di tutto e non ha una posizione chiara? Perchè Manlio Dinucci equivale a Capocci? Dicono l’esatto contrario. Vorrei capire, aiutatemi a capire. Grazie per l’ascolto. Teodoro Margarita
Condivido totalmente i tuoi dubbi di Teodoro Margherita, e, ribadisco, sono preoccupato. Non è possibile che alcuni “di sinistra(?)” non siano coscienti che “la scienza” non sia una divinità super partes, ma il portato di uomini e donne legati a logiche ed interessi. Qualcuno si è chiesto che fine ha fatto il vaccino che stavano studiando all’Ospedale Spallanzani? E’ fermo perchè la Corte dei Conti ha bloccato i fondi in quanto un ente pubblico non può operare in un regime di “libero mercano”. Questo è il bene della comunità? Questo è pensare agli altri e non essere individualisti?
Omologarsi da
” camerata o da compagno ” con la vaccinazione di massa non porta danno se non ci sono patologie contro indicative .
I dubbi sui vaccini sono legittimi ma, occorre con mente locale, ricorrere al male minore oppure, rischiare se si ha la certezza di essere dalla parte giusta . Di questi tempi e luoghi abbiamo perplessità e paure giustificate ma, dobbiamo decidere ed in fretta!
Non vedo quale sia la scelta ” politicamente corretta ” poi che di errori ce ne sono stati da sinistra come da destra !
Di sinistra dovrebbe essere insistere sulla rinuncia ai brevetti e chiedere che tutti nel mondo possano essere vaccinati, non rifiutare i vaccini tout court!
Quanto alle affermazioni soprariportate: il plasma autoimmune è efficace purtroppo solo in pochi casi perché può generare rigetto, e non è facile produrlo perché si ottiene solo da alcuni guariti. Non è una modalità di cura generalizzabile, ma solo di supporto. Le terapie domiciliari al momento note non solo non sono efficaci per i casi gravi, ma costano minimo venti volte il vaccino: chi volete favorire con questa favola della cura domiciliare, proprio big pharma? Chi si è vaccinato può sempre infettarsi, ma in genere in modo lieve: i ricoverati in terapia intensiva e i deceduti sono tra il 95 e il 97% persone non vaccinate. Vaccinarsi è essere di sinistra anche perché significa restituire i reparti ospedalieri alle persone che soffrono di altre malattie e non potevano più prenotare interventi e cure a causa dell’affollamento da covid. Evidentemente, per permettervi di non vaccinarvi e lottare contro il green pass, lavorate comodamente in sw e non prendete i mezzi pubblici, oppure siete stati molto, molto fortunati a non essere stati toccati direttamente dal virus… Di sinistra è pensare agli altri, che tale fortuna non hanno o non hanno avuto.
Prima di tutto chiedo scusa perché nel mio commento a Giuseppe Says ho scritto che il bollettino dell’ISS a cui si riferivano i dati che riportavo era del 17/10/21 errando così riporto al completo la copertina del bollettino: Epidemia COVID-19
Aggiornamento nazionale
15 settembre 2021 – ore 12:00
DATA PUBBLICAZIONE: 17 SETTEMBRE 2021
Mi dispiace essere scambiato per uno che parla per il gusto di blaterare. Capisco e sono profondamente dispiaciuto per tutte le persone che hanno avuto delle persone care uccise da questo maledetto SarsCov2, non c’è alcun dubbio che se esistesse una terapia che immunizza realmente le persone sarei il primo ad assumerla e proporla agli altri. Il problema è che purtroppo non è così questi vaccini, e sottolineo questi e non i vaccini in generale, non immunizzano, probabilmente proteggono alcune persone dalla malattia grave e altrettanto probabilmente sono la causa di centinaia di morti avvenute dopo la somministrazione. Sicuramente attualmente non vi è una prova documentata della correlazione, ma, ricordo, che le persone morte a Taranto a causa degli assassini dell’ILVA per anni, decenni, hanno denunciato ma si sono sempre sentiti dire che non vi erano nessi “scientificamente” provati fra i decessi e l’inquinamento dell’Ilva. Ribadisco sono dispiaciuto per tutti ed anche per me, ma i dati dicono che fra le persone in terapia intensiva dal 13/8/21 al 12/9/21 il 50,9% degli ultraottantenni erano vaccinati, il 18,7% nella fascia da 60 a 79 anni. I decessi fra i vaccinati erano: il 47,8% fra gli ultraottantenni; il 20,7% nella fascia 60/79 anni. Ribadisco ciò non mi rende felice sia perché, purtroppo non assicura chi si è vaccinato sia perché non rassicura neanche me. Io prendo i mezzi pubblici tutti i giorni e non mi sembra che sia stato fatto niente per migliorare il loro funzionamento, nelle ore di punta siamo ammassati e le attese sono sempre lunghe, e, proprio sull’argomento io verso giugno del 2020 scrissi una critica sul fatto che non si facesse niente per il trasporto pubblico e per abbattere il tasso di inquinamento visto che uno studio aveva dimostrato che proprio nel 2019 erano morte oltre 60.000 persone per malattie correlate all’inquinamento. Per concludere quando sono stati chiusi reparti ed interi ospedali io ero in piazza a protestare, ho chiesto e chiedo il potenziamento delle strutture sanitarie pubbliche, l’investimento massiccio nella sanità pubblica con l’internalizzazione di tutte/i le lavoratrici ed i lavoratori. In un altro commento ho citato il fatto scandaloso e vergognoso del vaccino studiato all’Ospedale Sapallanzani a cui sono stati bloccati i fondi perché non può agire dove i privati possono fare guadagni. E mi fermo qui.
Il rapporto dell’ISS-Epicentro finora più completo per arco temporale preso in cosiderazione (e in attesa di aggiornamento), riporta che fino al 21/07/2021 sono 423 i decessi SARS-COV-2 positivi in vaccinati con “ciclo vaccinale completo”, ovvero l’1,2% di tutti i decessi SARS-COV-2 positivi avvenuti nel periodo dal 01/02/2021 al 21/07/2021. Inoltre, nel campione dei deceduti con “ciclo vaccinale completo” l’età media risulta decisamente elevata (88,6 vs 80 anni), e il numero medio di patologie osservate in questo gruppo di decessi è pari al valore massimo, ovvero 5 su 5. Vada a vedere le corsie degli ospedali, se non crede che il vaccino abbia aiutato a ridurre enormemente i malati gravi e i morti… Lavoro nel retrobottega dell’emergenza, e non può capire il mio sollievo quando abbiamo smesso di fare ordini straordinari per i sacchi per cadaveri. Quanto al vaccino dello Spallanzani, concordo, andava sostenuto. Ma questa è un’altra storia, che nulla ha a che fare con l’opporsi al green pass, anzi!
Qualsiasi approccio alla comprensione della “pandemia”, in questo caso la protesta più o meno mirata della popolazione direttamente colpita dalle misure dettate dai medici con il pretesto di combatterla, come sta cercando di fare Niccolò Bertuzzi, è da accogliere con favore. Tuttavia, il concetto che riguarda il tutto, cioè la comprensione di ciò che sta succedendo, esiste da tempo (anche su internet): IATRO-imperialismo (iatros = medico). Il fatto che i neofascisti di Forza Nova siano riusciti a strumentalizzare la protesta del popolo per i propri scopi ha delle ragioni, oggi come allora, che già Wilhelm Reich indicava nel suo “Psicologia di massa del fascismo”. Allora come oggi, è una questione di mortificazione. Il fascismo e il nazismo di allora e di oggi non possono essere compresi senza fare riferimento alla malattia. E questo riferimento alla malattia manca completamente in Niccolò Bertuzzi.
Anche Wu Ming 1, nel suo post del 31 Augusto Ostaggi in Assurdistan, ovvero: il lasciapassare e noi / Prima puntata – Giap (wumingfoundation.com) sul blog, ha criticato la mancanza di tentativi contemporanei di spiegazione. Ha scritto:
“Nell’antivaccinismo si trovano gli stessi nuclei di verità da cui in passato si sono sviluppati nobili filoni di critica alla medicina capitalistica, da Ivan Illich alla coppia Ongaro & Basaglia, da Michel Foucault all’SPK tedesco, da Félix Guattari agli antipsichiatri inglesi, fino a certi smontaggi del sapere medico-clinico in chiave femminista.”
Ha fatto un link al sito del Collettivo dei pazienti socialisti e del Fronte dei pazienti, http://www.spkpfh.de più precisamente alla traduzione italiana del leggendario libro SPK – Turning Illness into a Weapon.
Va aggiunto che sullo stesso sito, nella sezione italiana, c’è anche, tra l’altro, una recensione di Nemesi medica di Ivan Illich, oltre a numerosi testi sulla cosiddetta epidemia di Corona.
Qui si respira aria buona.
Grazie.