La terza Taverna Comunale ha il profumo del pane appena infornato, l’atmosfera di un cinema d’altri tempi e la libertà di un bambino che gioca. Abbiamo mangiato al Nuovo Cinema Palazzo, una sala prima abbandonata e poi condannata al degrado culturale di un azzardo che tutto è tranne che un gioco. Molte e straordinarie persone comuni di San Lorenzo l’hanno occupata, riaperta e trasformata in un capitolo dei giorni nostri di quella Resistenza che tanto ha segnato la vita di un quartiere troppo vivo per essere raccontato solo dai libri di storia o di urbanistica. Sì, ci siamo sentiti compagne e compagni come in poche altre occasioni, al Palazzo. È stato anche il regalo di una preziosa festa di parole cominciata con la prosa di Mario Rigoni Stern, proseguita nel piacere di una semplice conversazione a tavola e conclusa con le strofe partigiane di Chiara e del laboratorio dei canti di lotta della Libera Repubblica di San Lorenzo. È stato bello stare insieme
di Comune
Decine di grembiuli da cucina, molte ciotole distribuite su diversi tavoli e abbondanti nuvole di farina. La terza Taverna Comunale* è cominciata così, al piano superiore del Cinema Palazzo, a Roma, accanto all’aula studio creata dagli occupanti. L’hanno conclusa le note e i racconti dello spettacolo di Chiara Casarico, Storie di Pane, con la partecipazione di chi è rimasto fino al pomeriggio inoltrato ma, soprattutto, del Laboratorio dei canti di lotta della Libera Repubblica di San Lorenzo. È stata una giornata bella, sorridente, rilassata ma anche attenta a stupire. Ecco quattro ragioni per metterla in comune con le foto di una nostra compagna di sempre, Nilde Guiducci, e con chi avrebbe voluto esserci e magari sarà per la prossima volta.
1. Fare il pane insieme
Comprare e fare il pane sono due azioni molto diverse. Anche farlo con la pasta madre oppure con il lievito industriale sono scelte diametralmente opposte. Il bivio segnala: delegare al mercato o recuperare un po’ di autonomia. Un’altra alternativa secca, tra le più importanti, è poi quella tra il fare il pane da soli o farlo insieme ad altri. Se una piovosa domenica mattina vi trovaste in un laboratorio del pane con altre cinquanta persone, tra cui molti bambini, in un luogo abbandonato e recuperato dai cittadini, il Cinema Palazzo, facile che il risultato sarebbe piuttosto sorprendente.
Il rinfresco della pasta madre, prima della lievitazione, è un rito. È il momento in cui si impastano farina, acqua e lievito naturale, ma anche sapere e sapori, relazioni e lentezza, ascolto e reciprocità. C’è chi ragiona sulla dittatura commerciale del grano tenero raffinato e chi pesa acqua e farina, i più piccoli possono finalmente imbiancarsi. Il rimprovero è vietatissimo. Altri fantasticano di pane con le noci mentre prendono appunti con lo smartphone. Annarita ha un consiglio e un incoraggiamento per tutti. Ci sono la passione, l’intuito, magari anche un po’ di talento ma un laboratorio del genere è prima di tutto mutuo aiuto con i compagni di spianatoia.
Volano due ore, pausa caffè e biscotti fatti in casa. Al piano di sotto continua ad arrivare gente alla spicciolata. A Roma arrivare in ritardo è un segno di rispetto della tradizione. Basta saperlo. Poi si riprende, è il momento dei barattoli di vetro da riempire: da oggi in città ci sono altri cinquanta spacciatori di pasta madre. Un paio di domande fanno capolino sornione tra i partecipanti: questa cosa qui sarebbe sperimentare relazioni sociali diverse? La seconda sembra perfino voler segnare un cammino: quando ci ri-vediamo per fare il laboratorio sulla pizza?
2. Un Palazzo abbandonato
A piazza dei Sanniti, nel cuore del quartiere di San Lorenzo, il cinema non esiste da tempo. Fino alla fine degli anni Novanta l’aveva sostituito biliardo, poi c’è stato un Bingo, che ha aperto e chiuso nello spazio di pochi mesi tra il 2002 e il 2003. Dal 15 aprile 2011, cittadini, artisti, studenti, associazioni della zona hanno occupato la sala contro il progetto della Camene Spa: creare l’ennesimo casinò. Da quel giorno il cinema non è mai più stato abbandonato. Chissà perché, invece, nella recente Memoria di giunta del Comune sui “42 cinema abbandonati” da rigenerare c’è anche il Palazzo. Per altro, il 15 febbraio 2012 perfino una sentenza del processo civile ha assolto e confermato la legittimità di quell’occupazione.
Oggi il Nuovo Cinema Palazzo è un luogo d’incontro molto attivo e uno spazio di produzione culturale: la ribellione al mercato è una direzione artistica e collettiva alimentata da assemblee e dibattiti, festival, film e spettacoli teatrali, seminari e laboratori del pane, reading e fantastici tornei di briscola. Come pochi altri spazi autogestiti, da queste parti bambini e anziani esplorano e trasformano in molti modi le sfere della vita di ogni giorno.
Insieme a Esc, Communia, Palestra Popo.lare, Grande Cocomero, e poi commercianti, comitati e associazioni, il Cinema Palazzo è anche la Libera Repubblica di San Lorenzo. “Siamo un processo in divenire che non vuole lasciare indietro nessuno – dicono loro – Siamo in cammino e ci piace farlo anche divertendoci e stando insieme. Siamo il vecchio nuovo popolo di San Lorenzo”.
3. Zucca e ricotta
C’è chi sostiene che le foto di Lavinia e Sarah alle prese con i dolci da portare alla Taverna Comunale, pubblicate sull’evento facebook, abbiano favorito il boom delle iscrizioni degli ultimi due giorni. Chissà. Di certo, a pranzo erano almeno ottanta le persone sedute a tavola, parecchie più di quelle prenotate con l’anticipo dovuto. Per tutti rigatoni con zucca e ricotta (solo zucca per i vegani), rigatoni con salsa (autoprodotta) di pomodoro per i più piccoli; rotoli di pasta sfoglia con verdure di stagione (broccoli, cavolfiori, carote e patate), insalata e funghi trifolati; naturalmente acqua (di rubinetto), vino rosso (ottimo), pane, dolci e caffè. Qualcuno ha notato anche le stoviglie in mater-bi, le tovaglie in stoffa e la candela accesa su ogni tavolo: la Taverna è Comunale ma si prende cura del mondo.
4. Parole
La giornata al Cinema Palazzo è stata anche un gustoso zibaldone di parole. Quelle di Mario Rigoni Stern, ad esempio, che aprivano l’invito della redazione:
«Cari Compagni, sì, Compagni, perché è un nome bello e antico che non dobbiamo lasciare in disuso; deriva dal latino “cum panis” che accomuna coloro che mangiano lo stesso pane…. ».
Quelle utilizzate dalla Libera Repubblica di San Lorenzo:
«Comune-info racconta ogni giorno le nostre storie, le nostre lotte, le nostre comunità, il nostro modo di sognare il mondo. Vogliamo sostenere questo prezioso lavoro con quello che sappiamo fare meglio, una giornata di condivisone di pratiche, sapori e canti. Domenica 15 marzo siete invitati al Nuovo Cinema Palazzo… ».
Quelle di Silvia Pérez-Vitoria, tratte dal libro “Torniamo alla Tavola. Sovranità alimentare e cultura del cibo” (curato da Gustavo Esteva), il più apprezzato tra quelli proposti sul un tavolino di Comune:
«Il ‘ben cibarsi”, parte integrante del “ben vivere”, è di una complessità inaudita… Tuttavia, anche se questa “cultura dei saperi e dei sapori” è ben distante dall’alimentazione insipida consumata nella maggior parte dei centri urbani, essa è ancora in risonanza con le pratiche millenarie dell’umanità. Essa disegna delle forme di resistenza al sistema alimentare globale; questo potrebbe tracciare un cammino che passa attraverso il recupero di sapere e saper-fare dei contadini, una ri-versificazione dei prodotti alimentari, un ritorno a piatti domestici cucinati, una ri-valorizzazione dei prodotti e dei saper-fare locali. Si tratta, per tutti i popoli del mondo, di affrancarsi da questo complesso agro-alimentare portatore di morte, condizione per ritrovare l’equilibrio e la convivialità indispensabili per sopravvivere in armonia con noi stessi e con il nostro pianeta».
E ancora, la parole di Chiara Casarico:
[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=Qi30OGtDOf4[/youtube]
Infine, le parole dei canti del pomeriggio:
«Fischia il vento, infuria la bufera,
scarpe rotte eppur bisogna andar,
a conquistare la rossa primavera
dove sorge il sol dell’avvenir.
Ogni contrada è patria del ribelle …. »
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* Le prime due sono state ospitate in dicembre a Scup (Un linguaggio da taverna) e a gennaio al Laboratorio sociale autogestito 100celle (Ripensare il mondo in una taverna). La Taverna Comunale è un modo per stare insieme, magari con cibo e vino buoni, e per sostenere la fragile quanto vivace avventura di comunicazione indipendente di Comune (se volete promuovere altri appuntamenti scrivete a )
Galleria fotografica (di Nilde Guiducci). Cliccate sulla foto per ingrandire
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