
La tassa sugli extra-profitti delle banche annunciata a sorpresa un mese fa dal Governo e che a meno di una settimana dall’annuncio era riuscito già a cambiare versione, dichiarazioni e applicazione venti volte, può essere un colpo della disperazione molto interessante con delle zone d’ombra, anche di serietà civica non secondarie ma che fino alla sua definitiva approvazione – se avverrà – possiamo solo fin qui elencare.
- L’interessante è vedere come e se troverà reale e completa attuazione e, non di meno, in che modo verranno usati dal Governo questi denari sottratti alle banche che li avevano a loro volta sottratti ai clienti che li avevano sottratti a un futuro più sereno, a cose concrete.
- Sebbene il Governo con piroette e retromarce ha limitato l’importo massimo del prelievo alle banche, i 3 miliardi ipotizzati, che alla fine saranno a consuntivo forse 2, sono comunque bei soldi se la tassa non farà la fine di quella sugli extra-profitti dell’energia, messa in campo dal “Governo dei migliori” risultata mal scritta e che, appunto, non ha generato la raccolta prevista.
Anche perché, e c’era da immaginarselo, continue voci dentro la maggioranza, per paura delle banche, dei mercati, dell’Europa, dei ricchi, della progressività della tassazione (chi più ha più contribuisce) stanno pensando e proponendo una soluzione balorda e irrispettosa della serietà e dei cittadini. Ossia una tassa con l’elastico. Oggi si paga, domani si rimborsa. Sotto la voce “Credito d’imposta”. Le banche pagherebbero quest’anno la tassa e il Governo permetterebbe loro di compensarla tutta o quasi con le normali imposte che, negli anni successivi, avrebbero dovuto pagare ordinariamente. Diventando così non una tassa per le banche ma un prestito forzoso senza interessi al Governo, bisognoso di soldi come per un ludopatico il gratta e vinci.
- Se gli Extraprofitti sono, per dirla semplice, la differenza tra quanto le banche han pagato ai clienti per i loro soldi sul conto corrente e quanto si sono fatte pagare dai clienti per quelli che han prestato, logica vorrebbe che, tramite lo Stato, agli stessi clienti vengan restituiti.
Non pare, in nessun caso, che li useranno per: diminuire l’Irpef alle imprese, che già è balordo utilizzare un gettito una tantum per un taglio delle tasse; finanziare il taglio del cuneo fiscale 2024 che in realtà costerebbe 12 miliardi; fors’anche per sostenere i mutui prima casa, come detto da Saivini, ma cosi vuol dire tutto e niente (per i soli nuovi mutui? pagando una quota parte del tasso? dando più solide garanzie pubbliche? aumentando la detrazione nel 730? a tutti indistintamente? per fasce di reddito, importo mutuo, tempo residuo?)
- Restituirla ai clienti della stessa banca che ne sono stati forzati pagatori, che han subito direttamente questo differenziale drogato sarebbe, è, la cosa più semplice, equa, corretta e fin da subito applicabile dalle Banche
Altrimenti diventa ulteriore disequilibrio che paga chi già ha subito gli aumenti e ora, pur riconoscendogli che è stato ingiusto e la ragione degli extra-profitti, il Governo interviene per proprio interesse e non di chi il danno lo ha già subito
- Gli aspetti non così secondari di serietà civica, oltre a quella politica che già ha fatto marce indietro e furbate, e che tanto dice del rapporto fra Stato e contribuente sono che questa tassa è di natura retroattiva, inventata a bilanci già depositati che, non solo per etica, è un dato che dovrebbe preoccupare i cittadini.
- Il fatto più grave di banche e Governo è: dal lato bancario produrre utili estemporanei giocando sulla favorevole apertura della forbice dei tassi, dal lato Governo incamerare tasse one-shot sfruttando il sentimento popolare.
- È tempo di chiederci se e quando in questo Paese si inizierà a pensare in modo programmatico e costruttivo.
- Una lotta all’evasione fiscale sarebbe, è, altra cosa. Ma abbiamo visto che questo Governo è sintonizzato su frequenze opposte.
- Un aumento della tassazione sulla finanza e la rendita invece che calcare sul lavoro è un’altra strada non seguita.
- Un utilizzo delle risorse della Cassa Depositi e Prestiti a sostegno degli Enti locali e non per fare finanza, è un’altra strada impunemente non battuta
- Scegliere nel Bilancio dello Stato di spendere risorse per il sociale, i servizi, la sanità pubblica, la quotidianità dei cittadini e non per gli armamenti in quella misura soprattutto che regista una spesa di 28miliardi ogni anno, comporterebbe un sostegno reale e minori spese private per i cittadini
La regola degli interessi contrapposti contrapposti tra prestatori autonomi del lavoro e soggetti che pagano, ossia poter portare in detrazione fiscale le fatture in maniera conveniente comporterebbe un’emersione del nero notevole perché vi è convenienza non solo morale ed etica nel richiederla la fattura.
L’extra-tassa sugli extra-profitti poteva essere quindi almeno un’opportunità per una prima riduzione delle disparità tra cittadini, invece ha tutti gli aloni e i buchi per essere l’ennesima occasione persa e, comunque la si giri, offensiva per coloro che vivono in basso.
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