Ha ancora un senso organizzare in questo tempo un convegno tra comunità solidali? Spostarsi da tutta Italia per incontrarsi scivolando fra venti di guerra e disfatta della politica senza più passioni e sogni? Poi capita di ritrovare un senso proprio nella Terra dei Fuochi, dove tre associazioni aggrappate al grido zapatista “Ya basta!” hanno cominciato a camminare con i migranti del territorio, trovando un improbabile e straordinario appoggio in piccolo gruppo di suore che vivono nel castello di Marigliano, dove oggi si svolge la scuola di italiano e il mercatino di vestiti usati. Uno Sportello diritti ha invece trovato casa nella Stazione di Scisciano, un campetto di calcio è stato recuperato e messo a disposizione dei bambini e dei ragazzi del territorio, diversi dei quali frequentano il Doposcuola popolare. Spazi sociali, sguardi zapatisti, suore: un collante esplosivo. In questo tempo angosciante abbiamo bisogno di imparare a pensare la speranza…
Quando Mario Morcone, già prefetto ex Capo Dipartimento per le libertà Civili e Immigrazioni e attuale assessore alla Regione Campania con delega della Sicurezza, Legalità e Immigrazione, si è alzato, si è tolto la giacca e rimboccato le maniche pronto a un confronto diretto, si è capito che le due giornate dell’assemblea Recosol non avrebbero avuto parole di retorica, stava prendendo la strada giusta. L’assemblea è stata organizzata in collaborazione con i ragazzi e le ragazze della rete Ya Basta Restiamo Umani, Nova Koinè, Small Axe, di Scisciano e Marigliano.
L’avviso c’era già stato quando, ospiti del castello di Marigliano, imponente edificio gestito da quattro suore della congregazione Figlie della Carità di San Vincenzo de Paoli, gli ospiti erano stati fermati per ascoltarne la storia dell’Ordine compreso il cambiamento dell’abito tradizionale e la perdita del famoso cappello bianco inamidato a grandi tele che ora non si porta più ma la si ritrova nei film. Approfondimenti che l’onorevole Sgarbi non ha mai potuto ascoltare essendo stato fermato fuori le mura, una sera che chiedeva di entrare a visitare. “Qui Sgarbi non è gradito”. Chiuso il discorso.
Il castello di Marigliano risale al XII secolo e nonostante i rimaneggiamenti nel corso dei secoli sono rimaste le terrazze porticate, i grandi saloni, le scuderie, lo splendido parco, il tutto gestito dalle suore, ovvio che faccia gola a qualche speculatore tanto che a un certo punto devono aver offerto all’Ordine una cifra consistente e si parlava di cederlo mandando via così le quattro sorelle.
Il programma del convegno nazionale Recosol del 24 e 25 maggio era intitolato Cose dell’Altro Mondo, e mai incipit è stato più azzeccato perché per due giorni un frullatore di emozioni, sorprese, sapori forti si sono succeduti. Normale dunque ascoltare quanto e come il Castello di Marigliano sia stato salvato (per ora) dalla speculazione anche grazie ai ragazzi della rete YaBasta! Quando suor Adele rischiava di essere allontanata per fine mandato hanno prodotto un documento, raccolto firme, fatto casino e hanno convinto la Casa Madre dell’Ordine a ripensarci. E così è stato. La suora è rimasta insieme agli spazi dedicati per la scuola di italiano agli stranieri, il mercatino di vestiti usati del sabato e tante altre attività.
Spazi sociali, sguardi zapatisti e suore, collante esplosivo.
Il sabato mattina è stata proprio suor Adele ad aprire l’incontro e a dare il benvenuto. Subito si è capito che non era una formalità, ma per lei quei ragazzi che lavorano con i migranti e con la parte più disagiata del territorio sono sale della terra. Era il 1994 da quando il mondo ha conosciuto il grido di “Ya Basta!” di comunità indigene alla ricerca di giustizia e libertà. Trent’anni anni dopo sembra impossibile cogliere l’insegnamento del Sub comandante, impegno e progetti senza leader. A Marigliano e Scisciano in controtendenza si può fare. Lavoro di gruppo.
Lo si era capito fin dal venerdì, quando arrivati alla stazione della Circumvesuviana a Scisciano in uno spazio che poteva continuare ad essere grigio e cementificato, un non luogo, ci si trova sotto i piloni della ferrovia in una esplosione di colori con un murales dedicato a Gino Strada. Un arredo allegro e accogliente e l’attività messa in piedi dai volontari di Ya Basta e Nova Koiné. Prossima Fermata lo Sportello dei Diritti. Hanno stimato che sono stati oltre mille i migranti che hanno chiesto un supporto per orientarsi su permessi di soggiorno, inserimento lavorativo, cure mediche, assistenza legale ecc. I numeri sono così alti che c’è stato bisogno di mettere un display elimina code per organizzarsi al meglio.
Cose dell’Altro mondo è stata anche la splendida serata di musica e cibo dove ragazzi di origine diversa e accento napoletano hanno dimostrato di saper travolgere tutti in balli e tammuriate.
Ha ancora un senso organizzare questi convegni? Spostarsi da tutta Italia per incontrarsi scivolando fra venti di guerra e disfatta della politica senza più passioni e sogni, ferite che spesso ognuno si porta dentro fra delusioni e percorsi velenosi? Poi capita di ritrovare un senso proprio nella Terra dei Fuochi dove tutto si raccoglie nel ballo di un ragazzo pachistano, ballo circolare, antiorario di conquista per una ragazza, accompagnato dalla voce di un giovane marocchino con accento napoletano. Ogni giovedì la festa, nata intorno alla comunità del progetto di accoglienza diffusa e aperta a tutto il paese, si rinnova, intanto l’albero di oleandro cresce e fiorisce da far spavento tanta è la bellezza. Così come crescono le idee dei volontari e questa volta non sono le suore della San Vincenzo ad ospitare attività rivoluzionarie delle associazioni ma al contrario. È un progetto messo in campo dai ragazzi su indicazione di un sacerdote: hanno affittato uno spazio nella struttura delle suore Francescane Elisabettine Bigie e permesso a loro di continuare a risiedere ottimizzando i costi e ospitando diverse attività, tra cui i corsi di italiano e il prossimo emporio solidale aperto a chi ne ha bisogno con prodotti del banco alimentare.
Centri sociali e suore funzionano da far paura è diventato un mood messo a sistema, un brevetto ormai registrato. Suor Adele si dispiace di veder partire quelle persone venute per il convegno, operatori, volontari, amministratori, li saluta con un arrivederci e ricorda: “Seguiteci su FB”.
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