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di Emilia De Rienzo*
Si rimane senza parole. La guerra si è insinuata in casa nostra. Di nascosto, silenziosa. E a pagare sempre, la gente innocente.
Ed io ho paura. Non paura di uscire per strada, di andare al concerto o al cinema, di prendere un aereo.
Paura per l’odio che prende forma, diventa atto, si trasforma in morte. Paura per la capacità che il male ha di affascinare e di allargarsi come una macchia d’olio.
Paura di chi è capace di uccidere. Che è la capacità di non vedere negli occhi dell’altro la stessa umanità. Di chi vede solo nemici. Di chi dice “Noi, loro”.
E vorrei che facessimo per un po’ silenzio. Silenzio per ricordare le vittime, ma anche per fermarsi prima di re-agire. Chi vuole la guerra ha sempre un’ottima ragione per scatenarla, senza pensare a cosa la guerra sia, a cosa la guerra porti con sé. Tanti morti naturalmente come sempre, ma anche la morte dell’umanità,
Ho paura di chi minaccia di uccidermi. Ma ho paura di chi minaccia di uccidere chiunque. Di chi fa della morte la propria bandiera. Di chi non ha ancora imparato che odio tira odio, che la guerra ci rende, quella sì, tutti uguali. Capaci appunto di uccidere. Di essere come loro, ma per vincerli peggio di loro.
Ma nello stesso tempo so, che a questo male, c’è sempre qualcuno che resiste, che cammina verso un’altra strada.
E mi vengono in mente le parole di Vasilij Semënovič Grossman “Vita e destino” un libro che dovremmo leggere per comprendere a cosa ci può portare l’odio.
“Ora, io ho avuto modo di constatare l’autentica forza del male.
I cieli sono vuoti.
Sulla terra l’uomo è solo.
Con cosa, allora, soffocare il male? Con gocce di rugiada viva, di bontà umana? Questa fiamma non la si può spegnere con l’acqua di tutti i mari e oceani, (…)
Nell’impotenza della bontà fine a se stessa consiste il segreto della sua immortalità.
Essa è invincibile.
Quanto più è stupida, insensata, quanto più è impotente, tanto più è infinita.
Davanti ad essa il male non può nulla.
I profeti, i leaders, i riformatori, sono impotenti davanti a lei.
L’amore cieco e muto è il senso dell’uomo.
La storia dell’uomo non è dunque la battaglia del bene che cerca di sopraffare il male.
La storia dell’uomo è la battaglia del grande male che cerca di macinare il semino dell’umanità”.
Quanti di noi si muovono e si indignano con tanta forza e rabbia guardando gli occhi di questi bambini costretti a subire la profonda ingiustizia che ci abita silenziosa e che la nostra indifferenza uccide senza pietà?
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* insegnante, vive a Torino
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