Faceva un caldo pazzesco e non pioveva da una vita, il 25 luglio in Piazza Castello. Dev’essere stato per questo che delle feroci truppe a cavallo di Extinction Rebellion, alla fine, soltanto due ragazze, Delfina e Vic, sono riuscite ad arrampicarsi, una volta abbandonati i propri destrieri, fino al balcone del vicerè – pardon, del Presidente – e a invadere la Regione Piemonte. Dicono di aver voluto appendere uno striscione con scritto “Benvenuti nella crisi climatica. Siccità: è solo l’inizio”, ma è facile capire che si trattava solo di una manovra per distrarre le autorità, l’intento vero sarebbe stato certamente quello di calare il ponte levatoio affinché la cavalleria di ER occupasse il bastione dell’intero territorio subalpino. Sì, ci sarebbe parecchio da ridere se questa ricostruzione farsesca non avesse assunto invece il profilo di una repressione dissennata quanto vendicativa e intimidatoria: trenta persone denunciate, quasi tutte per aver fatto foto o distribuito volantini nella piazza. Cinque persone, considerate “pericolose” che devono lasciare immediatamente la città per uno o due anni malgrado vivano, studino e lavorino a Torino da anni. Gli ordini del Comandante della Guardia Reale – pardon, del Questore – costeranno a quei ragazzi migliaia di euro per le indagini preliminari e per tutti i ricorsi che verranno inoltrati nei prossimi giorni. Vanno aiutati: https://sostieni.link/30649

Notificati nuovi fogli di via da Torino agli attivisti di Extinction Rebellion. “Si tratta di misure totalmente illegittime, emanate dal Questore di Torino sapendo benissimo di non poterlo fare” dicono gli attivisti. “Molti di noi hanno perso il lavoro. Chi ci ripagherà per tutti i danni subiti quando avremo vinto tutti i ricorsi?”
Non si ferma la macchina repressiva nei confronti degli attivisti torinesi di Extinction Rebellion. Negli ultimi giorni, infatti, il Questore di Torino ha emesso nuovi fogli di via dalla città, per un periodo di un anno, nei confronti di altri attivisti del movimento. Le nuove misure si vanno a sommare ai 5 fogli di via già notificati e alle 22 denunce penali che hanno colpito le persone presenti in Piazza Castello il 25 luglio [1].
Quel giorno, due attiviste del nodo torinese di Extinction Rebellion erano salite con una scala sul balcone del palazzo della Regione Piemonte, per appendere uno striscione con scritto “Benvenuti nella crisi climatica. Siccità: è solo l’inizio”. Un’azione plateale ma radicalmente pacifica, volta a denunciare, ancora una volta, il gravissimo stato di crisi idrica che l’Italia intera sta affrontando ormai da mesi. Tuttavia, quella mattina, tutte le persone presenti in piazza – anche chi stava semplicemente dando dei volantini o facendo delle foto – hanno ricevuto una denuncia penale per Art. 633 e Art. 639 bis (Invasione di edifici o terreni) e Art. 18 TULPS (Manifestazione non preavvisata). “Io quel giorno sono stato tutta la mattina in Piazza Castello a fare foto. Non ho fatto altro” racconta Roberto, una delle persone denunciate. “Nonostante questo, mi hanno notificato una denuncia penale per Invasione della Regione Piemonte”. Come Roberto, altre 21 persone si trovano attualmente nella stessa identica situazione.
A peggiorare il quadro legale, quel giorno, erano state però le notifiche dei cinque fogli di via obbligatori, ovvero misure di restrizione della libertà personale previste per “i soggetti che […] mettono in pericolo […] la sanità, la sicurezza o la tranquillità pubblica” secondo il D. Lgs. 159/2011, che il Questore di Torino ha deciso di utilizzare nei confronti degli attivisti. “Queste misure sono totalmente illegittime, perché la maggior parte di noi vive, studia e lavora a Torino” ribadisce Alessio, costretto a rientrare forzatamente a Roma, città in cui vive la sua famiglia. “Io ho perso il lavoro a causa di un foglio di via che il Questore sapeva benissimo di non poter notificare. Chi mi ripagherà per tutti i danni subiti?”. Il pomeriggio del 25 luglio, infatti, dopo aver ribadito più volte l’illegittimità dei fogli di via a tutte le forze dell’ordine presenti in piazza, gli attivisti avevano immediatamente trasmesso istanza di riesame al Questore, per chiederne la revoca. Ma la Questura di Torino non sembra voler dar tregua a Extinction Rebellion. Dalla prima settimana di agosto, infatti, nuovi fogli di via stanno arrivando ad altre persone che erano in piazza quel giorno. “Il 5 agosto ho ricevuto una chiamata dalla Questura di Bologna, città in cui vive la mia famiglia, per dirmi che sarei dovuta rientrare entro 24 ore a Bologna, in modo da ricevere la notifica del foglio di via da Torino”, racconta Noemi. “Ho dovuto lasciare tutto da un giorno all’altro. Oggi non so se potrò tornare a vivere nella città in cui ho un affitto, in cui studio e in cui avrei dovuto iniziare un nuovo lavoro a partire da Settembre”. Tra gli attivisti denunciati il 25 luglio, ne rimangono altri non sono residenti a Torino ed esiste la legittima preoccupazione che anche loro saranno colpiti da un provvedimento che dovrebbe essere eccezionale e indirizzato a persone che rappresentano un pericolo per l’ordine pubblico e la sicurezza.
Nei giorni immediatamente successivi, la gravità di questi episodi aveva spinto alcuni Consiglieri Regionali a richiedere un’informativa durante il Consiglio Regionale del 26 luglio [2]. In quell’occasione, il consigliere Preioni (Lega con Salvini) ha utilizzato parole pesantissime nei confronti degli attivisti, invitandoli ad andare a studiare e ripetendo, ancora una volta, frasi in pieno contrasto con ciò che la comunità scientifica afferma ormai da anni. Negli stessi giorni, tuttavia, è arrivata invece la grande solidarietà da parte dei consiglieri regionali Grimaldi (Liberi, Uguali e Verdi), Sarno e Rossi (Partito Democratico), Freiani (Movimento 4 ottobre) e Di Sabato (Movimento 5 Stelle), ma anche di parlamentari come Fratoianni (Sinistra Italiana) e l’eurodeputata Elenora Evi (Europa Verde) [3].
Nelle prossime settimane, quindi, in attesa di avere aggiornamenti sulle indagini preliminari per le 22 denunce, 15 cittadini procederanno con un ricorso di massa al TAR di Torino, la cui procedura costerà 500 € a persona.
Nelle parole del Segretario Generale dell’ONU, Antonio Guterres: “Gli attivisti per il clima sono talvolta dipinti come pericolosi radicali. Ma i veri radicali pericolosi sono i Paesi che stanno aumentando la produzione di combustibili fossili” [4]. Esattamente la direzione politica assunta dal Consiglio Regionale del Piemonte [5] e dal governo italiano [6].
La citazione riportata all’ultimo è proprio in “sintonia” con quanto accaduto e riportato.
Un aggiornamento sulla vicenda delle 22 denunce e dei numerosi fogli di via, illegittimamente comminati il 25 luglio dal Questore di Torino agli attivisti di Extinction Rebellion per l’azione sul balcone della Regione Piemonte.
Nei giorni scorsi la Questura di Torino ha inviato la revoca del foglio di via a tre attivisti perché hanno dei forti legami con la città, come era già stato fatto notare in piazza alle forze dell’ordine e nei giorni a seguire tramite l’invio di una PEC direttamente al Questore. Tuttavia, nelle settimane scorse sono stati notificati nuovi fogli di via, che al momento sono quindi arrivati a 15.
Questo conferma l’illegittimità e l’intenzione intimidatoria di questi provvedimenti, che il Questore sapeva benissimo di non poter notificare e che costringeranno gli attivisti a spendere centinaia di euro per i ricorsi.
Evidentemente in Italia la protesta pacifica che turba “la tranquillità pubblica” è considerata alla stregua di un reato mafioso o terroristico.
E’ un’evoluzione-involuzione che parte da lontano, dal codice Rocco fascista passando per le leggi speciali anni 70 e seguito (Reale, Cossiga, Pisanu, ecc).
Il trucco consiste nell’emendare poco per volta le norme emanate per reati gravi o di grande pericolosità sociale introducendo emendamenti per punire comportamenti che nulla hanno a che fare con la mafia e il terrorismo, con la sola finalità di intimidire e punire chi protesta pacificamente al di fuori dei canali istituzionali consentiti, sempre più stretti.
DECRETO LEGISLATIVO 6 settembre 2011, n. 159.
Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, nonché nuove disposizioni in materia di documentazione antimafia, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 13 agosto 2010, n. 136.
https://www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/2011/09/28/226/so/214/sg/pdf
Dato a Roma, addì 6 settembre 2011
NAPOLITANO
BERLUSCONI, Presidente del Consiglio dei Ministri
PALMA, Ministro della giustizia
MARONI, Ministro dell’interno
TREMONTI, Ministro dell’economia e delle finanze
BRUNETTA, Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione
La repressione del sistema si fa tanto più forte quando la politica non ha risposte per risolvere la crisi climatica o le risposte sono conformi agli interessi dei venditori di carburanti fossili. VERGOGNA. Prima o poi una rivoluzione vi seppellirà.
Ho paura che la disonestà, l’ignoranza e l’avidità di denaro e di potere impediscano qualsiasi possibilità di cambiamento.