di Paolo Cacciari
Da consumatori a coproduttori a co-imprenditori. Miracolose evoluzioni generate in seno ai Gruppi di acquisto solidali. Sono molti i casi di gruppi di famiglie cittadine che dopo aver conosciuto e frequentato produttori agricoli decidono di compartecipare in qualche modo alle sorti di quelle imprese. Il Progetto Rio Meoletto () nasce così. Evano, proprietario di un piccolo podere di 3,5 ettari, vicino ai fontanazzi di risorgiva del Rio Meoletto a Breda di Piave, produttore biologico, allevatore di otto mucche ed esperto casaro artigianale, diventa fornitrice dei Gas di Treviso.Si stringono amicizie con i “clienti” e sotto la pergola della fattoria si fantasticano possibili piani di potenziamento agronomici, naturalistici ed anche agroturistici. Il tutto dimensionato alla fornitura di prodotti ortofrutticoli e caseari necessari all’autoconsumo di un centinaio di famiglie. Ma i calcoli economici, elaborati con un vero “business plan”, dicono che serve il lavoro di un nuovo agricoltore (Loris, un giovane diplomato in agraria e individuato tramite un avviso pubblico fatto circolare alle fiere locali che recava questo titolo: “Cerchiamo due braccia, un cervello, im cuore”) e, soprattutto, servono investimenti per ristrutturare immobili e convertire alcune culture. Denari che il progetto conta di raccogliere con la costituzione di una società cooperativa a cui sarà intestata la proprietà del podere. La quota sociale è stata fissata in cinquecento euro per un massimo di cinque quote possedibili a persona. I soci poi potranno anche offrire prestiti sociali che matureranno interessi. Le sottoscrizioni sono aperte, fatevi avanti!
Lo scopo dell’iniziativa è contribuire a salvare un patrimonio naturale e colturale (le campagne trevigiane sono state sconvolte dalla monocultura della vite e dal mais industriale), sostenere e custodire attività agricole ecosostenibili, poter partecipare direttamente al lavoro necessario alla produzione del cibo di cui ci nutriamo, poter godere dell’accesso ad ambienti salubri e con alte qualità estetiche e paesaggistiche, poter svolgere esperienze conviviali ed ecologiche con i bambini.
Evano ne è sicuro: “È solo con una alleanza diretta con i consumatori che il contadino può pensare di scampare alla crisi e alla monocultura agricola”.
* Paolo Cacciari è autore di Pensare la decrescita. Sostenibilità ed equità (Carta/Intra Moenia), Decrescita o barbarie (Carta) e tra gli autori di La società dei beni comuni (Ediesse). Questo articolo viene pubblicato anche su Left. Altri articoli di Cacciari sono qui.
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