Una frase di Gandhi è stata citata dal teologo Vito Mancuso su La Stampa del 6 marzo 2022, in un articolo intitolato: “Sono contrario alla guerra ma le armi vanno inviate” e ripresa dall’Luigi Manconi, già esponente di Lotta Continua e del partito dei Verdi, in un articolo su La Repubblica dell’8 marzo: “Perché la resistenza armata è etica” allo scopo di sostenere in modo ingannevole tesi belliciste a favore dell’invio di armi all’Ucraina.
Gandhi aveva scritto in Young India del 4 novembre 1926:
“Supponiamo che un uomo venga preso da una follia omicida e cominci a girare con una spada in mano uccidendo chiunque gli si pari dinnanzi, e che nessuno abbia il coraggio di catturarlo vivo. Chiunque uccida il pazzo otterrà la gratitudine della comunità e sarà considerato un uomo caritatevole…”.
Quella di Gandhi è un’evidente iperbole per spiegare che la nonviolenza richiede coraggio, non è passività o indifferenza. Ma la guerra ha una dimensione politica che va ben oltre l’incontro per strada con un folle, perché riguarda la violenza organizzata e pianificata nel tempo dagli Stati in un complesso militare-politico-scientifico-industriale fondato sulle armi atomiche. Rispetto alla minaccia di una guerra atomica Gandhi ha ben detto che ad essa non si può partecipare neanche come barellieri in un corpo della Croce Rossa.
[Rocco Altieri, presidente del Centro Gandhi odv]
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Scuole e università per la pace
Gianfranco Monaca dice
PERFETTAMENTE D’ACCORDO
A Yalta l’Oriente e l’Occidente avevano stabilito le due zone di competenza e Gorbaciov e Reagan avevano firmato in patto di non aggressione reciproca e il muro di Berlino e il Patto di Varsavia non avevano più senso, ma nostro “NOSTRO” Occidente non ha sciolto na NATO, ed eccoci qui.
Fabio dice
Certo mi stupisce Mancuso, ma fatico anche a capire quella frase di Gandhi, probabilmente perchè presa fuori contesto di un discorso più ampio. Credo però che se cominciassimo a prendere Gesù come centro del nostro agire e pensare, venuto per tutti, per chiunque voglia seguirlo, sarebbe molto più facile sapere cosa fare. Così davanti a un uomo armato di spada come a migliaia di uomini armati di fucili, l’unico imperativo che dovrebbe guidarci è vedere in costoro dei fratelli in enorme difficoltà, per i quali essere disposti a fare di tutto perchè nè noi, nè loro, si arrivi ad uccidere. Questo agire è ancora lontano dai nostri cuori, dai nostri pensieri, dalle nostre parole e azioni come nazioni, in Italia, in Ucraina, in Russia. Disarmo e pace sono le uniche lotte da portare avanti assieme, con sempre più persone e convinzione, dentro noi e attorno a noi. Fare noi il possibile fino all’ultimo per non uccidere, lasciando così poi che l’impossibile, l’inaspettato, l’imprevedibile, avvenga.
Giuseppe Murineddu dice
Alcune domande pratiche: Che tipo di armi ci vogliono per raggiungere lo scopo? A chi consegnarle? Gliele lasciamo alla frontiera o gliele portiamo sul posto, dove servono? ecc. ecc. Ci vorrà qualcuno che insegni ad usarle bene e ci vorrà il suo tempo, suppongo! Forse è più pratico, efficace e rapido che facciamo direttamente noi! Tra gli altri c’è un problema, confermato dalla storia di tutte le guerre: si sa l’inizio ma non la fine. E neppure il risultato. L’unica cosa certa è che oltre alle distruzioni ci sono dei morti. E il numero? Dei militari, quasi al cento per cento ( eccetto il Milite Ignoto accolto con i dovuti onori nell’Altare della Patria e nella Cattedrale con il Vescovo e una bella messa cantata) con tanto di nomi, cognomi, età, provenienza…ecc. con relative medaglie, compensi economici ai familiari, ecc. ecc. Degli altri, dei civili, il numero non è manco approssimativo! Dei nomi, cognomi, ecc. ecc. boh?!?boh!?! E’ chiedere troppo!
Maurizio De Mitri dice
Se non avessimo (avessero) impugnato le armi contro hitler saremmo tutti o morti o schiavi o ss. Gandhi non ha mai sventolato una bandiera in mano. Il suo pacifismo militante prevedeva di alzare il kulo ed andare in piazza contro i cannoni. Se i nostri soloni del non inviare armi marciassero in 100mila a Kiev per opporsi ai missili russi allora la loro protesta pacifista avrebbe un senso. Così rimane solo un atto di immane violenza autodistruttiva.