Da 15 ottobre si potrebbe dire che l’Italia è una repubblica fondata sulla salute. Ma se il lavoro era già da tempo un fondamento retorico – ma perché la Costituzione non parla di una Repubblica fondata sulle persone che lavorano? -, ancor più lo è quello alla salute in un mondo che provoca ogni giorno tumori, inquinamento, dolore e morti proprio al fine di lavorare e produrre senza remore. “Quando mi sono vaccinato mi era stato detto che così avremmo raggiunto l’immunità di gregge – scrive Enrico Euli – Ora dicono che a loro non basta neppure l’80 per cento della popolazione vaccinata. Mi sento fregato…”. Eppure l’Italia è il terzo paese europeo per numero di vaccinati. Il totalitarismo di mercato, lo squadrismo di stato e l’irregimentazione sanitaria possono definirsi forme di fascismo?
Tratta da pixabay.com
Dal 15 ottobre l’Italia è una repubblica fondata sulla salute. Il certificato verde diventa la chiave d’accesso obbligata anche alla possibilità di lavorare. Il diritto al lavoro diviene così secondario rispetto a quello sanitario. Eppure ci sarà stato un motivo per cui il primo stia nell’articolo 1 e l’altro solo al 32. Ma quel motivo è dimenticato oggi. Se il lavoro era già da tempo un fondamento retorico e illusorio, ancor più lo è quello alla salute in un mondo che provoca quotidianamente tumori, inquinamento, dolore e morti proprio al fine di lavorare e produrre senza remore. Ma il problema da risolvere è il Covid.
Quando mi sono vaccinato mi era stato detto che così avremmo raggiunto l’immunità di gregge. Ora dicono che a loro non basta neppure l’80 per cento della popolazione vaccinata. Mi sento fregato.
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Quando ho scaricato il certificato verde (allora non obbligatorio) mi era stato detto che mi avrebbe permesso di circolare e viaggiare in Europa. Ora devo usarlo per andare al cinema e allo stadio, per lavorare e studiare, per stare in società. Mi sento fregato.
E se mi sento fregato, maltrattato, umiliato, inascoltato io – che mi sono volontariamente vaccinato e green-passato -, immagino cosa provino tutti coloro che non l’hanno fatto. E si vede cosa provano attraverso il loro agire: astensionismo elettorale ancor più crescente, proteste nei luoghi di lavoro, manifestazioni pubbliche con strascichi squadristici d’antan. A cui si risponde con reazioni antifasciste anacronistiche e ulteriormente distrattive rispetto alla questione centrale: lo squadrismo di stato, ricattatorio e vessatorio, che oggi si esercita verso ampie minoranze di cittadini che vanno puniti per la loro scelta di non vaccinarsi e di non certificarsi.
Chi obbedisce e diviene un fedele va premiato, chi disobbedisce e fa l’infedele va punito. Perché il fascismo oggi sta nella finanza, nell’establishment politico-economico, nel totalitarismo del mercato, nell’irregimentazione sanitaria. I loro esponenti non sono così stupidi da definirsi fascisti, come fanno i folkloristici Fiore&Castellino, ma lo sono di fatto. Si dichiarano tutti antifascisti, ma per non vedere la trave nel loro occhio.
Quando Enrico Letta dice che pagare i tamponi a chi non vuole vaccinarsi sarebbe equivalente a un condono per gli evasori fiscali, cerca consapevolmente di dimenticare che tutti i cittadini (sino a prova contraria) non sono evasori, ma pagano le tasse e quindi anche le spese sanitarie; e che i vaccini non sono gratis perché gli Stati li hanno già pagati e profumatamente alle multinazionali farmaceutiche, senza chiedere nulla in cambio (spendendo cifre di gran lunga superiori a quelle che lo Stato spenderebbe per finanziare i tamponi a chi li richiede).
Quel che si richiede è una garbata sottomissione totalitaria. Garbata, e ancora in punta di fioretto, ma sino a quando? Già si profilano nuove strategie della tensione, evidenti prodromi di guerra civile, permanenti stati d’emergenza, inquietanti richiami liberticidi degni di Scelba e Kossiga. Quel che sta accadendo, col pretesto della pandemia, è un precedente che apre a tempi terribili, a una dittatura da Stato etico che – con mezzi di condizionamento, controllo e repressione più potenti di qualunque fascismo già conosciuto – dovrebbe comunque ricordarci qualcosa.
Enrico Euli è ricercatore alla Facoltà di Studi Umanistici dell’Università di Cagliari. Ha pubblicato vari testi, l’ultimo è Fare il morto per Sensibili alle foglie. I suoi articoli nell’Archivio di Comune sono leggibili qui
Se avessi potuto partecipare a scrivere la Costituzione non avrei scritto “La Repubblica Italiana è fondata sul lavoro”, avrei scritto invece “la Repubblica Italiana è fondata sul Mutuo Appoggio”. Ma questo forse avrebbe messo in difficoltà la pratica dello sfruttamento degli esseri umani da parte di altri esseri umani …
Grande il professor Euli nella sua esposizione, sempre commenti di grande spessore.
Io ho fatto il vaccino. Non mi sento per nulla fregato, mi sento protetto. Negli anni 70 giravo in macchina senza cintura di sicurezza e in moto senza casco. Poi me li hanno fatti indossare. Scomodo, ma non mi sono sentito fregato, mi sono sentito protetto. Sono d’accordo di mettere gratuiti i tamponi per chi non si è vaccinato, ma solo fino alla cifra corrispondente al costo del vaccino, se no sì che mi sento fregato.
siamo stati ingannati dalle false promesse:
invio lo studio che attesta che “Sebbene la vaccinazione riduca il rischio di infezione, cariche virali simili in individui vaccinati e non vaccinati infetti da Delta mettono in dubbio quanto la vaccinazione prevenga la trasmissione…” per cui è sconsigliato partecipare a Riunioni al chiuso nonostante il fake-pass le garantisca https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2021.09.28.21264260v2
Fatemi capire: il diritto al lavoro sarebbe più importante del diritto alla salute perché il primo è nell’articolo 1 della Costituzione e l’altro solo al 32? Quindi lasciamo che l’Ilva produca e dia lavoro anche se genera tumori e morti? Ho l’impressione che la foga polemica contro la “dittatura sanitaria” faccia perdere alcuni riferimenti e porti a conclusioni semplicistiche e paradossali. Nella realtà, e non nella retorica, nel Covid come nelle morti sul lavoro il problema difficile, ma cruciale, è tenere insieme questi diritti.