C’era una volta un Paese. Uno di quelli che potrebbe essere l’Italia, ma anche no, dai. Non lo diciamo, così nessuno si sente direttamente coinvolto, ma neppure escluso. Come dovrebbero essere molte cose, a questo mondo, e quasi tutte le storie.
Nel Paese che potrebbe essere il nostro, ma non è detto, c’erano degli abitanti. Non specifichiamo neppure quanti, anche perché a mio modesto parere non conta ai fini del racconto. O meglio, alla fine.
Un bel giorno i nostri odono una voce dall’alto dei cieli urlare a squarcia gola: “Dovete fare più figli!”. Per capirci, tipo il celebre film di De Sica, quando allo stesso modo i cittadini di Napoli vengono a sapere che alle diciotto avrà luogo il giudizio universale. Chiedendo umilmente perdono per l’immodesto accostamento, in questa vicenda invece gli abitanti restano altrettanto stupiti, ma trovandoci in un’epoca differente, qualcuno ha l’ardire di replicare con una semplice domanda: “Perché?”.
Lassù, di chiunque si tratti e ovunque si trovi, la reazione è altrettanto sorpresa. Va bene che sono cambiati i tempi, ma quando ti si ordina dall’alto si obbedisce, cribbio. Tuttavia, come dire, ogni popolo va gestito in modo diverso: “Perché c’è il crollo delle nascite”, risponde la voce con pazienza. Quindi, non ottenendo risposta, la voce schiarisce se stessa e aggiunge stancamente: “Secondo i dati a nostra disposizione, la diminuzione delle nascite rispetto al 2022 è di 14 mila unità (-3,6%). Dal 2008, ultimo anno con un aumento delle nascite, il calo è di 197mila (-34,2%). Non so se mi spiego…”.
Trascorrono alcuni istanti, durante i quali chi ha appena parlato si auto congratula di avergliele cantate a quelli di sotto, quando uno degli abitanti, ribatte a sua volta: “E allora?”.
La voce si inalbera, ma cercando di controllarsi, risponde stentoreamente: “E allora fate più figli!”. Silenzio. Lassù c’è soddisfazione, perché quando ci vuole ci vuole, oh. Ma il silenzio prosegue e anche l’identico disinteresse di prima. Indi per cui, la voce esige conferma che il messaggio sia giunto a chi di dovere: “Avete capito?”. “Sì”, risponde una giovane donna con tono altrettanto squillante. “Ma perché?”.
A quel punto, lassù si sente un trambusto inusitato e un parlottare nervoso, classico segno che le cose non stanno andando come previsto. Quindi, un’altra voce si leva tonante: “Perché la tendenza alla denatalità nel Paese è grave. Noi, per la prima volta, abbiamo istituito le deleghe alla natalità. La disattenzione al tema è durata troppi anni per non lasciare conseguenze che richiederanno un lungo arco di tempo per fermare e poi invertire la tendenza. Il calo delle donne in età fertile è ormai troppo pronunciato perché le misure per la natalità possano avere lo stesso effetto che avrebbero avuto quando ancora il numero delle ragazze giovani era consistente”.
Ora, oltre che soddisfazione, lassù si sentono applausi e strette di mano.
Ciò malgrado, gli abitanti sembrano proprio non aver recepito il messaggio e continuano a ignorarlo. Allora, si ode un evidente scambio telefonico, contrassegnato da un parlottio rapido e ansioso. Quindi, una terza voce, stavolta tronfia di sicumera allo stato puro, decide di intervenire in prima persona, esprimendosi con un accento particolarmente riconoscibile: “Ao’ dovete da fa’ più figli!”.
La ragazza di prima, per nulla intimorita, alza la testa e domanda per l’ennesima volta: “Perché dovremmo?”. La voce, la nuova, quella importante, controlla gli appunti e risponde come da copione: “Questa è una materia che tutti sanno essere una priorità assoluta per noi: la sfida demografica, la sostenibilità economica a cui è connessa, rappresenta una delle principali sfide. Non serve a niente gestire il presente se non si mette in sicurezza il futuro…”.
Mentre la voce del capo, diciamolo, ovvero la capa, continua il suo monologo, citando un altro famoso film – ma va bene anche il romanzo – che si chiama Il Mago di Oz, la ragazza di sotto allunga il braccio e come se fosse una semplice posticcia scenografia, tira giù il cielo stesso e rivela chi e da dove sta inviando la suddetta urgente richiesta. “Noi abbiamo la responsabilità di garantire un futuro al nostro Paese… – continua l’altra da lassù – Consideriamo un cambio di passo fondamentale l’approccio con cui noi affrontiamo queste tematiche rispetto al passato…”.
Poi però la proprietaria della voce e i suoi compari si rendono conto di essere allo scoperto e tutti gli abitanti finalmente si accorgono chi e perché sta chiedendo loro in modo assillante di fare più figli. Perché lassù, a sovrastarli, c’è un enorme supermercato pieno di prodotti e merci di ogni tipo che qualcuno necessariamente dovrà acquistare e consumare.
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Giovanni contardi dice
Gli studi ecologici e demografici seri sostengono che per la sostenibilità della penisola in termini geografici, economici e culturali non su dovrebbero superare i 30 milioni di abitanti con metropoli non superiori a 500 mila residenti. I bambini, i giovani e gli adulti di oggi ,considerati i ricambi generazionali naturali e le migrazioni garantiscono il trend giusto in circa mezzo secolo senza paranoici appelli ad una italica e nazionalista procreazione a tutti i costi.
Antonio Nicolini dice
certamente, ma verrebbe a mancare la cosiddetta “carne da cannone”, che di questi tempi da tamburi di guerra, spaventa chi sta lassù
Gian Franco Zavoli dice
Nell’universo esiste una legge che io chiamerei equilibrio. Se si supera l’equilibrio, prima o poi ci sarà una correzione. Noi abbiamo già superato la metà delle risorse non rinnovabili e volendo o non volendo questo provocherà il cambiamento e non sarà indolore. Prepariamoci…