
“Approvato che la Terra è del Signore, come la sua abbondanza; approvato che la Terra viene concessa ai santi; approvato che noi siamo i santi” (da un’assemblea cittadina, tenutasi a Milford, Connecticut, nel 1640)
“La tirannide tende a tre fini: che i sudditi abbiano pensieri meschini (un pusillanime non si rivolterà contro nessuno), che siano in continua diffidenza l’uno dell’altro (la tirannide non si distrugge prima che si stabiliscano rapporti di reciproca fiducia tra loro…), che siano nell’impossibilità di agire… Eppure a chi voglia riflettere potrebbe forse sembrare strano che compito dell’uomo di stato sia poter esaminare i mezzi per dominare e tiranneggiare gli altri, volenti o non volenti… La grandissima maggioranza degli stati militaristi rimangono in piedi quando combattono, crollano quando hanno conquistato un impero: in tempo di pace perdono la tempra, come il ferro. Responsabile è il legislatore che non li ha educati a saper vivere in ozio” (Aristotele, Politica, libri VI e VII)
Gli uomini (e donne-uomini) di stato si stanno rivelando per quel che sono: dei despoti che, più si scoprono impotenti verso chi e ciò che è più forte di loro, più si fingono onnipotenti verso chi e quel che tengono sotto (e va sempre più giù). Gli esempi non sono mai mancati nella storia, ma oggi è in corso una gara tra loro che non si era più vista da tempo.
La lucida follia della Meloni: ha parlato di “riarmo sostenibile” e ha dichiarato però che la dizione Rearm Europe è fuorviante. Ha poi letto parti del Manifesto di Ventotene, onestamente ammettendo – per chi avesse ancora dei dubbi – che “quella non è la sua Europa”. Purtroppo non è neppure quella di molti che si stracciavano le vesti e le sbraitavano contro (per lesa maestà nei confronti dei Padri tutelari) e neppure quella della von der Leyen (che molti di loro hanno rieletto)). E meno male che, votandola, volevano evitare l’avanzata dell’estrema destra!
La lucida follia della pastora tedesca non è particolarmente originale: siamo ancora lì, come sempre, al “si vis pacem, etc etc…” (mi vergogno anche solo a ridirlo intero). La novità è però che “Dobbiamo prepararci alla guerra!”. La locomotiva tedesca – che non cresce e anzi declina da un po’ – deve militarizzare la sua produzione, se vuole restare in alto, proseguire a crescere e a dominare l’Unione. Allarmare ancora una volta col pericolo russo serve soprattutto a questo. Una Germania super-armata e potente, una Germania con i baffi, ecco il vero pericolo per l’Europa e per il mondo intero: altro che Russia.
La lucida follia di Trump è quella di credere che le guerre si fermino con i soldi, con i ricatti e con la fretta. Ci sta già sbattendo contro in Palestina (la tregua è già finita) e con la Russia (non è iniziata – se non al telefono – e non ci sarà a breve). Netanyahu prosegue a fare quel che vuole, come ha sempre fatto, col permesso di tutti, in barba a qualunque negoziato. Ed è Putin a dettare le sue condizioni e a poter prendere tempo semplicemente perché ha vinto la guerra; e – ancor più semplicemente, se non fosse per i morti – altri (l’Europa e Zelensky) non le possono dettare perché l’hanno persa. Neanche Dio onnipotente potrebbe fermarli (e neppure il Dio degli eserciti). Figuriamoci Trump.
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E chi prova a fermare la lucida follia di Erdogan? Ocalan chiede al PKK di deporre, finalmente, le armi e lui, in tutta risposta, che fa? Fa arrestare il sindaco di Istanbul per corruzione e appoggio verso i ‘terroristi curdi’. Ogni capo di governo sta solo cercando di tenersi in piedi e tenere il potere in questo marasma, con qualunque mezzo. Ma Erdogan è veramente insuperabile: riesce a fornire droni a tutti e a proporsi come mediatore, stare in Occidente ed entrare nei Brics, stare nella Nato e colludere con i suoi nemici, far fare le elezioni ma eliminare i rivali, sostenere la Palestina ma far soldi con i sauditi. Fantastico.
La lucida follia di Draghi ci avvolge ancora nelle sue spire: persevera con le sue ricette, che stanno alla base del disastro in cui già siamo, ma è considerato un sapiente e va ascoltato con devozione. La saggezza nonviolenta direbbe altro (5 proposte per Russia e Ucraina), ma chi la ascolta? Nessuno.
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