Dal gesto del cardinale Konrad Krajewski per Spin time, a Roma, passando per le proteste sul clima del movimento Extinction Rebellion, apparso a Londra, ma anche per i pacifisti e i camalli che fermano a Genova il traffico di armi di un cargo saudita e perfino per gli amministratori locali che rifiutano di applicare la legge su “immigrazione e sicurezza”. Forse una nuova stagione di disobbedienza civile di massa sta nascendo. Sarebbe ora
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Il gesto del cardinale Konrad Krajewski – la rottura dei sigilli e la riattivazione dell’energia elettrica in un palazzo occupato di Roma – ha riportato all’attenzione di tutti la forza e l’efficacia delle azioni di disobbedienza civile. Molti, è vero, hanno subito sollevato le solite, scontate obiezioni: non è così che si risolvono i problemi, allora chiunque può smettere di pagare le bollette eccetera eccetera.
In realtà il cardinale ha raggiunto il suo obiettivo: non solo l’energia elettrica ora è disponibile, ma il caso del palazzo occupato è entrato nell’agenda politica e si può cominciare a discutere sui possibili interventi. Chi vive nel palazzo è disposto a pagare la bolletta, purché la tariffa sia quella stabilita per le abitazioni e non per le aziende; i proprietari del palazzo vorranno la disponibilità del palazzo ma c’è da tener conto delle famiglie che vi hanno trovato rifugio e tocca alle autorità politiche trovare una via d’uscita; insomma, il caso è posto. Il cardinale, dal canto suo, ha agito in modo esemplare: ha lasciato vicino ai sigilli violati il biglietto da visita ed è pronto a sostenere le conseguenze legali del suo gesto. In perfetta linea con l’etica della disobbedienza civile.
A Londra, intanto, non sono passati inosservati i sit-in di Exinction Rebellion (in sigla XR), movimento che si batte sul tema dei cambiamenti climatici, e ha disturbato, grazie a centinaia di attivisti, le normali attività della Borsa e la vita urbana, occupando incroci e piazze, listando a lutto le insegne di alcune grandi corporation. Il tutto sopportando le conseguenze del caso: soprattutto fermi di polizia. È stata una protesta nonviolenta, coordinata, ripetuta, chiara nelle motivazioni e nelle richieste, una protesta che continuerà. Extinction Rebellion, col suo stile pulito e nonviolento, sta facendo breccia.
Nei giorni scorsi il parlamento britannico ha dichiarato solennemente lo “stato di emergenza climatica”, come richiesto da Extinction Rebellion: non è un atto impegnativo per il governo britannico, ma un primo segno che l’agenda politica sta cambiando.
I media italiani hanno seguito con distrazione l’esperienza di XR, ma non è escluso che il movimento faccia proseliti anche nel nostro paese: il 24 maggio è in programma una mobilitazione internazionale del movimento sui cambiamenti climatici (in testa i ragazzi di Fridays for future) e sarà una buona occasione per capire se sta davvero cominciando una nuova stagione di disobbedienza civile di massa. Sarebbe necessario.
E non dimentichiamo ciò che hanno fatto al porto di Genova, gli addetti hanno rifiutato di caricare componenti di apparati d’arma diretti in Arabia Saudita con un grosso carico di armi da utilizzare in Yemen, su una nave partita dagli USA. E’ molto bello veder fiorire iniziative di questo tipo, speriamo che questo vento di novità spiri sempre più forte, prima o poi chi di dovere dovrà pur capire!