
di Federica Borlizzi
“Sul corpo di Desirée tutto il male del mondo”. Ha ragione chi dice che sul corpo di una ragazza di sedici anni si è scaraventata, per l’ennesima volta, tutta la violenza di questo mondo.
La violenza di uno stupro e di un femminicidio. Quegli stupri e quei femminicidi che accadono quotidianamente in questo Paese, come ci racconta il grido “Non Una di Meno” che da anni sta riecheggiando nelle strade grazie ad un movimento femminista che ha saputo lottare contro la violenza di genere in tutto le sue forme, che ha avuto la capacità di farci sentire meno sole, che ha avuto la forza di creare continui momenti di discussione e confronto di altissimo valore. Quel grido “Non Una di Meno” è pratica quotidiana, che si innalza anche contro chi, sistematicamente, tenta di sfruttare la violenza sul corpo delle donne per la sua infame propaganda politica, legittimando politiche securitarie e criminogene.
Anche sul corpo di Desirée si è perpetrato l’ennesimo sciacallaggio, da parte di un ministro dell’Interno che ha “sfruttato” questa tragedia per fomentare l’odio razziale; per invocare l’utilizzo di “ruspe” nel quartiere contro quelli spazi occupati che sono luoghi di resistenza e riqualificazione di interi pezzi di città. Il vero degrado è stato assistere a quel teatrino maledetto. È stato vedere Salvini, prima esser giustamente cacciato da gran parte degli abitanti di San Lorenzo e poi ritornare – seguito da orde di giornalisti – a deporre una rosa per Desirée. Proprio lui, esponente di un governo nemico delle donne, che intende mettere in discussione la legge sull’aborto; che attraverso il disegno di legge Pillon vorrebbe distruggere i centri anti-violenza e gli spazi femministi, rendere ancora più difficile i percorsi di fuoriuscita dalla violenza domestica per donne e figli.
Proprio lui, Salvini, che in nome del decoro mistifica la realtà. Afferma la lotta dura contro gli spacciatori senza mai parlare delle italianissime organizzazioni mafiose che gestiscono quei traffici. Organizzazioni mafiose che, d’altronde, potenzia con il suo decreto legge sulla sicurezza (leggi anche Tutta la violenza del decreto Salvini): prevedendo la vendita dei beni confiscati alle mafie; costringendo migliaia di persone all’irregolarità e dunque facendole diventare carne da macello proprio per quelle organizzazioni criminali.
https://comune-info.net/2018/10/stiamo-a-galla-come-limmondizia-ruspa/
Il vero degrado è stato assistere a poche e italianissime persone note del quartiere, inneggiare al duce e a Salvini, prendersela con i neri spacciatori. Ma ovviamente serve, a loro, fare altrettanto sciacallaggio per indirizzare tutta la tensione sociale contro “l’uomo nero”, per nascondere magari i loro stessi traffici; fingendo che i migranti siano i responsabili dei tanti problemi del quartiere. Gli stessi che poche ore dopo l’accaduto, hanno deciso di organizzare “ronde” nel quartiere, gli stessi che vogliono avvelenare l’aria e le strade di San Lorenzo con una furia razzista che giovedì ha portato ad un tentativo di aggressione di una venditrice ambulante, con il conseguente linciaggio di due persone che stavano tentando di opporsi a quella violenza.
Il vero degrado è stato vedere sui giornali e da parte della retorica dominante descrivere quel luogo in via dei Lucani come uno “spazio occupato”. No. Lo stabile in via dei lucani era ed è uno spazio dismesso, lasciato all’incuria e all’abbandono. Gli spazi occupati del quartiere sono ben altri. Sono quegli spazi impegnati, da anni, nel denunciare la trasformazione e l’involuzione di quel territorio (leggi il bellissimo articolo di Sarah Gainsforth Il degrado a San Lorenzo: breve storia di un fallimento). Sono quegli spazi che hanno realizzato una riqualificazione di edifici abbandonati e sottratto immobili dalla speculazione, dando vita a pratiche di mutualismo e solidarietà. Sono spazi in cui puoi trovare sportelli legali, aule studio, sartorie solidali. Sono spazi di cultura e di incontro. Questi sono gli spazi che, Salvini, oggi vuole distruggere, perché il suo unico fine è aumentare le tensioni sociali per governare l’insicurezza attraverso ulteriori politiche securitarie e razziste.
https://comune-info.net/2018/10/il-sentire-comune-e-la-maschera-del-neo-razzismo/
Ma c’è un pezzo Roma, come in altre città, che non permetterà tutto ciò. Che lotterà fino alla fine perché l’ignobile violenza sul corpo di una donna non sia occasione di sciacallaggio e di ulteriore torsione autoritaria. Che lotterà per impedire che gruppi neo-fascisti possano pensare di fare scorribande in un quartiere da sempre simbolo di Resistenza. Per questo, venerdì pomeriggio è stata promossa l’iniziativa San Lorenzo abbraccia Desirée e per questo, sabato 27, sarà altrettanto importante partecipare al presidio antifascista proposto dall’Anpi.
Lottiamo e lotteremo, ancora più forte, perché sappiamo bene che il mondo che vogliamo realizzare è infinitamente migliore del loro: le sbronze securitarie, il razzismo, i rigurgiti fascisti sono nemici della nostra libertà e di una convivenza pacifica e solidale.
Non abbiamo bisogno di decoro. La violenza sul corpo delle donne non si risolverà con provvedimenti volti a tutelare un fantomatico “decoro” o con una maggiore presenza delle forza dell’ordine. La violenza sul corpo delle donne si può sconfiggere solo ponendo fine alla cultura patriarcale della prevaricazione.
https://comune-info.net/2018/02/il-decoro-che-uccide-senza-dimora/
Non abbiamo bisogno di maggiore sicurezza urbana. Abbiamo bisogno, invece, della sicurezza di quei diritti, oggi negati. Abbiamo bisogno di contrastare in maniera più efficace quelle mafie e quei poteri forti che devastano i nostri territori. Abbiamo bisogno di spazi di socialità, di discussione e partecipazione; di moltiplicare le pratiche di mutualismo; di difendere e potenziare i presidi di solidarietà presenti nei nostri quartieri. Abbiamo bisogno di starci vicini, di stringerci insieme, di non sentirci sole e soli.
Lascia un commento