
PRIMO DECALOGO (23 febbraio 2020)
1. Le passioni, quelle intime e quelle civili, aumentano le difese immunitarie. Essere entusiasti per qualcuno o per qualcosa ci difende da molte malattie.
2. Leggere un libro piuttosto che andare al centro commerciale.
3. Fare l’amore piuttosto che andare in pizzeria.
4. Camminare in campagna o in paesi quasi vuoti.
5. Capire che noi siamo immersi nell’universo e che non potremmo vivere senza le piante mentre le piante resterebbero al mondo anche senza di noi. Stare un poco di tempo lontani dai luoghi affollati può essere un’occasione per ritrovare un rapporto con la natura, a partire da quella che è in noi.
LEGGI Una modesta proposta E se sfruttassimo questa situazione per riflettere su alcune cose? (M.Brieva)
6. Viaggiare nei dintorni. Il turismo è una peste molto più grande del coronavirus. È assurdo inquinare il pianeta coi voli aerei solo per il fatto che non sappiamo più stare fermi.
7. Sapere che la vita commerciale non è l’unica vita possibile, esiste anche la vita lirica. La crisi economica è grave, ma assai meno della crisi teologica: perdere un’azienda è meno grave che perdere il senso del sacro.
8. La vita è pericolosa, sarà sempre pericolosa, ognuno di noi può morire per un motivo qualsiasi nei prossimi dieci minuti, non esiste nessuna possibilità di non morire.
9. Lavarsi le mani molto spesso, informarsi ma senza esagerare. Sapere che abbiamo anche una brama di paura e subito si trova qualcuno che ce la vende. La nostra vocazione al consumo ora ci rende consumatori di paura. C’è il rischio che il panico diventi una forma di intrattenimento.
10. Stare zitti ogni tanto, guardare più che parlare. Sapere che la cura prima che dalla medicina viene dalla forma che diamo alla nostra vita. Per sfuggire alla dittatura dell’epoca e ai suoi mali bisogna essere attenti, rapidi e leggeri, esatti e plurali.
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Franco Arminio, paesologo, poeta e scrittore. Tra i suoi ultimi libri Cedi strada agli alberi (Chiarelettere) e L’infinito senza farci caso (Bompiani).
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SECONDO DECALOGO (14 MARZO 2020)
1. Mettere ogni giorno da parte qualche bacio. Arriverà il momento.
2. Camminare nelle città di mattina presto. Nei paesi spopolati a tutte le ore.
3. Parlare ai bambini, ognuno di noi deve dire qualcosa ai bambini.
4. Accorgersi un poco di più degli alberi, è il momento di salutarli, di ringraziarli, fra poco arriveranno le foglie a renderci meno soli.
5. L’amore e la morte sono le uniche cose che ci riguardano veramente.
6. Considerare che molte delle cose che facevamo non erano necessarie.
7. Guardare il cielo. In questi giorni è più pulito.
8. Guardare gli spazi, ora si può capire meglio lo spazio della nostra città o del nostro paese. Che fortuna abbiamo ad avere dei luoghi che sono nostri, che nessuno ce li può togliere.
9. Credere che non ci ammaleremo grazie alla nostra prudenza e alla voglia di non turbare i nostri affetti e di non peggiorare la situazione sanitaria della nazione.
10. Avere pazienza, considerare che l’impazienza è un male capitale. Se questa storia finisce tra due mesi va bene, ma se finisce più tardi va bene lo stesso. Ci aspettano giorni bellissimi. Torneranno i miracoli.
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Sono dacordo con tutto!
Meraviglioso
La numero 3 potevate risparmiarvela.
Che a volte in pizzeria ci vai perché non ce n’è di gente con cui “fare l’amore”
Eh ma voi poeti sapete tutto, avete sempre la parola giusta.
Aproposito del contatto con la natura: anche i virus fanno parte, eccome, della natura:)
Contesto la 6. Sono stanco di andare in campagna e camminare fra cumuli di rifiuti. Mi allontano molto per assicurarmi che il mondo non sia tutto un cumulo di rifiuti e smettere di essere perennemente incazzato.
io capovolgerei il decalogo mettendo al primo posto il 10 comandamento:
Un po’ di silenzio farebbe molto di più delle tante mirabolanti soluzioni ipotizzate dai qualunquisti
Apprezzo la 10…..
Saggi consigli che sarebbero,secondo il mio parere, da seguire sempre
I poeti sono sempre positivi, perfino Leopardi. Approfittiamo di questa pausa imprevista x avvicinarli. Vedono l’Universo in una prospettiva non comune.
– A volte è meglio recarsi al centro commerciale che leggere un libro. Si incontrano tante persone, tante storie, tanti sguardi uno diverso dall’altro. Tanta umana poesia. Per chi percepisce la poesia.
– La pizza e l’amore sono sinonimi. Solo che bisogna esser stati in pizzeria con una persona amata per coglierli.
– I paesi quasi pieni, di sguardi, donne, uomini e soprattutto bambini, ad esempio nelle sagre, a volte sono meglio della campagna solitaria, quella dei momenti “no” della vita, ma anche dei momenti di egocentrico, narcisistico “si”.
– Stare lontani dai luoghi affollati sa un po’ di fobia. Mai passato un capodanno in piazza tra la gente? Oppure un Natale tra i poveri?
Certo, se è “un poco di tempo” può andare bene, ma solo un poco.
– In quanto agli alberi… non sarebbero così belli se tali non li vedessimo.
– Viaggiare aumenta le difese immunitarie perchè E’ una passione. Una passione per gli altri, per l’altro, per le novità e le consuetudini. O ce l’hai, o non ce l’hai.
– Il senso del sacro e quello teologico stanno l’uno all’altro come i microscopi ai batteri. Da uno arrivi all’altro, ma non il contrario.
– La paura della morte non si supera e comprende ripetendo a se stessi “la vita è pericolosa, ognuno di noi può morire per un motivo qualsiasi”. Il pericolo è “non vivere” la vita, ad esempio perchè si soffre di depressione.
– Una brama di paura? No, un istintivo desiderio di vita. Quell’istinto che fa si alcuni esseri vivano altri si estinguano. Quell’istinto che fa si tu possa guardarti indietro e ammirare i tuoi giorni felici, vederli come un capolavoro della vita.
– Siamo consumatori di paura per difenderci dalla paura stessa. Anche se qualcuno la paura la vende, nei giornali come nelle poesie.
– Per sfuggire alla dittature dell’epoca è meglio distrarsi nell’arte costruita dalla natura e dall’uomo nel tempo, lenti nell’osservare le opere, affatto leggeri, affatto esatti. Molto plurali.
Il suo decalogo mi sembra celi una certa immatura tristezza. Le propongo il mio sperando non sia peggio del suo.
Un abbraccio
Grazie Antonio x dare il senso di equilibrio a tutto il nostro vivere quotidiano
Un altro punto irrinunciabile da aggiungere a questo decalogo sarebbe : rinunciare anche alla propria arte e alle serate ludiche al chiaro di luna, se sono sovvenzionate dai soldi spochi dell’oro nero. Altrimenti non si ha alcuna credibilità