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di Saverio Tommasi*
Lei è Cristina Almici, ed è la sindaco di Bagnolo Mella, in provincia di Brescia. La signora Almici ha tappezzato la cittadina di locandine in cui dichiara che la città è “contraria all’accoglienza dei richiedenti asilo”. Cioè, lei eletta in un partito che ha votato TUTTE le guerre da cui i disperati scappano ora non vuole i disperati che scappano.
Non c’è niente di strano, in realtà, perché se uno pensa di risolvere i problemi internazionali con le bombe significa che può essere così furbo anche da pensare di risolvere le migrazioni nazionali affondando i barconi e respingendo i richiedenti asilo. Infatti.
Poi la vispa Cristina ha riportato il suo annuncio di mancata accoglienza, in maiuscolo e in bella evidenza, anche sul sito del Comune. Come se fosse una pagella di cui vantarsi. Ma si sa, anche le pagelle pessime, e con scritte le cose più abominevoli, trovano degli estimatori in giro, e infatti è subito arrivato Bobo Maroni (l’indagatissimo), che ha dichiarato “iniziativa interessante”.
Cristina ha poi mandato un avvertimento anche ai privati e alle cooperative che invece volessero fare accoglienza, scrivendo che “a fronte di un guadagno di pochi (con i richiedenti asilo) avremmo un aggravio di natura sociale su tutta la nostra comunità”.
Cara Cristina, le comunità vivono perché esiste lo scambio, culturale e fisico. Altrimenti muoiono. Ti faccio un esempio. Se una comunità in valle, qualsiasi valle, dovesse vivere istruendosi esclusivamente sui libri di poesie scritti dal boscaiolo con la casa all’angolo, o ridere solo delle battute del tira collo alle galline vicino a casa tua, la comunità morirebbe. Ed è questo il rischio più grande che le persone come te rischiano di far correre alla propria comunità, quello di ucciderla. Non sono i migranti, a minare le basi della nostra società, per dirla in altre parole. E non è un fatto di “essere buoni”, casomai di “essere giusti”. Ma è soprattutto una questione di interesse: siamo vivi se ci scambiamo, altrimenti è un incesto culturale, e dagli incesti culturali possono solo nascere figli verdi che si nutrono di slogan e acqua del Po. Come ultimamente in verità sta un po’ accadendo, e tu sai di cosa parlo.
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PS. se un giorno dovessero destituirti da sindaco, e buttarti fuori a calci nel culo dal tuo Paese, io sarei pronto ad accoglierti. Perché il giudizio su cosa sia la serenità della propria esistenza non può essere anteposto al diritto alla vita degli altri. Questa è più difficile da capire, ma inizia a pensarci.
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