La vivacità della campagna Insegnanti per la cittadinanza – che si è allagata a politici e artisti (leggi anche Ius soli, società in movimento) – agita i sonni di molti a destra. Da Matteo Salvini e Ugo Cappellacci (ex presidente della Regione Sardegna), c’è chi si è scagliato con le maestre e gli insegnanti che hanno coinvolto bambini e ragazzi in percorsi di approfondimento sui temi della cittadinanza (di cui devono occuparsi per legge), come quello che si è concluso in strada a Iglesias, mettendo in comune idee, sogni ed entusiasmo. Tra le risposte più puntuali e brillanti ai Cappellacci e ai Salvini di turno, segnaliamo questa lettera* scritta dai genitori dei bambini della Quinta-A dell’istituto comprensivo Allori di Iglesias.
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“Mostriamo la nostra tristezza e tutto il nostro rammarico per le parole e i commenti rivolti a noi genitori e ad alcuni degli insegnanti della 5A (Istituto Comprensivo Pietro Allori, Iglesias) soprattutto perché ritenuti frettolosi e inesatti.
Probabilmente sono scaturiti da una scarsa e inadeguata conoscenza del lavoro sulla cittadinanza svolto dai bambini, ‘in primis’ a casa e solo in un secondo momento in classe, e del tipo di didattica proposta in classe che, partendo dalla scoperta del contenuto incentrata tutta sul bambino, porta la lezione ‘alla fine’.
Chiediamo, gentilmente, di sospendere qualunque giudizio vista la mancanza di una chiara e approfondita conoscenza dei fatti. Desideriamo, invece, sottolineare come il lavoro sia nato da una ‘consegna aperta’ della maestra ai bambini. Consegna che prevedeva una collaborazione a casa dei genitori per cominciare, attraverso una semplice raccolta di informazioni, ad assaporare una proposta di legge che coinvolge ‘bambini’ di altre cittadinanze, nati e/o residenti in Italia. Noi genitori, da sempre, responsabilmente e coscientemente, abbiamo camminato insieme alla scuola, condividendone i percorsi didattici e affiancando i bambini nell’affrontare i temi proposti come, in questo caso, quello sulla cittadinanza che abbiamo ritenuto adeguato ai nostri figli.
L’argomento è stato, poi, ripreso all’interno dell’ambiente familiare ed arricchito in classe grazie a tutte le sfaccettature, vivacità e peculiarità portate da ciascun bambino. Ci è sembrato ragionevole e – perché no? – saggio, aprire – ancora una volta – una finestra in classe sul mondo di oggi, che ha palesato in lontananza temi quali la costituzione, il significato di cittadinanza, la condivisione della storia, dei valori e della cultura di un popolo, il nostro popolo.
Riconosciamo ai nostri figli, grazie anche al loro peculiare percorso scolastico, la capacità di ascoltare, leggere, parlare, e soprattutto di riflettere e utilizzare i propri strumenti, la propria sensibilità, il proprio vissuto per interiorizzare, elaborare e tradurre in contenuti le proprie idee, imparando a condividerle e sostenerle nel gruppo sempre nel pieno rispetto delle opinioni altrui. Con un’attenzione particolare alla storia e alla valorizzazione dell’educazione alla conoscenza, sotto più punti di vista, che ha sviluppato nei bambini la loro capacità critica. Siamo felici che i nostri figli possano, in 5° elementare, conoscere ed esprimersi su temi attuali, che investono l’intero territorio italiano, proprio loro che saranno uomini e donne – e cittadini! – di domani, portatori di valori che si traducono in una sola parola: democrazia.
Il percorso che i nostri bambini hanno affrontato, fin dalla prima elementare, nasce dal sentirsi in classe, prima di tutto, comunità; rivolgendo lo sguardo sull’accoglienza, la solidarietà, il rispetto e l’attenzione verso l’altro, la pace e la fratellanza.
Siamo lontani – e intendiamo rimanerlo – da qualunque risvolto politico, escludiamo pertanto che l’educazione alla cittadinanza, approfondita attraverso un tema che i bambini, tra l’altro, vivono in classe giornalmente, e che li ha visti coinvolti e motivati nel documentarsi, nel confrontarsi, nell’esprimersi, non ultimo nella volontà di mostrare il loro entusiasmo anche al di fuori della propria aula, possa essere in qualsivoglia maniera utilizzata a fini propagandistici. Ricordiamo che la porta della classe 5A è sempre stata, e sempre sarà, aperta a tutti coloro i quali, con profonda onestà intellettuale, vorranno entrare per conoscere da vicino e poter sperimentare la bellezza di un percorso didattico che, con nostro rimpianto, sta volgendo al termine”.
I genitori della 5ªA (Istituto Comprensivo Pietro Allori, Iglesias)
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Fiorella Palomba dice
Cari genitori e docenti, carissime/i ragazze e ragazzi della V A, penso che abbiate dato una lezione di luminoso e civile modo di fare scuola, cultura e storia. Credo come voi che
• la scuola sia un “andare e venire” dall’aula alla vostra casa
• la cultura sia una finestra sul mondo
• la storia appartenga a tutte le genti e non a un popolo solo.
Non rammaricatevi per i commenti negativi a questo lavoro, la scuola intelligente si fa proprio così *_*