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“Ci sono cose da dire ai nostri figli. Come ad esempio che il fallimento é una grande possibilità. Si ricade e ci si rialza… Dovremmo dire ai figli maschi che se piangono, non sono femminucce. Alle femmine che possono giocare alla lotta o fare le boccacce senza essere dei maschiacci…
Che ci sono giorni sì, e giorni no… Che il dolore si supera… Che senza gli altri non siamo niente… Dovremmo dire ai nostri figli che possono non avere successo e vivere felici lo stesso… Che il mondo ha bisogno del loro impegno per diventare un luogo bello in cui sostare…”.
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Molti lettori e lettrici di Comune avranno riconosciuto gli stralci di un articolo di Penny pubblicato tre anni fa, Ci sono cose da dire ai nostri figli, molto letto. Cinzia Pennati, maestra, è autrice del blog sosdonne e del libro Il matrimonio di mia sorella. Quell’articolo, accompagnato dai disegni (splendidi) di Ludovica Paglino – che dal 2016 illustra i post di sosdonne -, è diventato un albo illustrato per bambini e bambine, ragazzi e ragazze da oggi nelle librerie di tutta Italia.
La capacità di Cinzia di raggiungere con le sue parole molte persone comuni, non solo adulti, offrendo sguardi sul mondo non scontati è quanto mai preziosa in questi tempi. L’albo illustrato dovrebbe trovare spazio in tante case e biblioteche scolastiche.
Sentirsi parte del racconto di Comune è qualcosa a cui Cinzia Pennati ha sempre tenuto molto in questi anni. Nella campagna Ricominciamo da tre, ha scritto:
Non si può non esserci, soprattutto, se si è donne
Essere “Comune” vuol dire partecipare. E non si può non esserci, soprattutto, se si è donne in un mondo ancora troppo di parte. Non solo come scrittrice ma come maestra e come madre. Dare voce a chi voce non ne ha, alle ingiustizie, ai soprusi. Per me questo è essere “comune”. Condividere responsabilità, informazioni, azioni.
Altri suoi articoli sono leggibili qui.
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